Samsung Electronics ha annunciato una previsione di utili in netto calo per il secondo trimestre del 2025, con una flessione del 56% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Alla base della contrazione ci sarebbero le vendite deboli di chip per intelligenza artificiale, rallentate dalle restrizioni statunitensi sulle esportazioni verso la Cina e da ritardi nelle forniture a clienti chiave come Nvidia.
Il colosso sudcoreano ha confermato che i risultati saranno inferiori alle attese degli analisti, alimentando i dubbi sulla sua capacità di rilanciare una divisione semiconduttori che continua a soffrire la pressione di una concorrenza sempre più agguerrita.
Le previsioni negative di Samsung
Secondo la stima diffusa da Samsung, l'utile operativo nel periodo aprile-giugno dovrebbe attestarsi a 4,6 trilioni di won, pari a circa 3,5 miliardi di euro. Il dato è nettamente inferiore ai 6,2 trilioni di won previsti da LSEG SmartEstimate, e segna la performance più debole degli ultimi sei trimestri. Nello stesso periodo del 2024, l'utile operativo era stato di 10,4 trilioni di won (circa 7,9 miliardi di euro), mentre nel primo trimestre dell'anno in corso aveva raggiunto 6,7 trilioni di won (circa 5,1 miliardi di euro).
Il fatturato, invece, è atteso stabile a 74 trilioni di won, equivalenti a circa 56,2 miliardi di euro, con una leggera flessione dello 0,1% rispetto all'anno precedente. La società ha attribuito il calo degli utili a svalutazioni di magazzino legate ai chip, ma non ha fornito ulteriori dettagli. Secondo gli analisti, una parte significativa della perdita potrebbe derivare da forniture HBM (High Bandwidth Memory) invendute destinate a NVIDIA.
Le difficoltà di Samsung si inseriscono in un contesto più ampio, caratterizzato da forti restrizioni statunitensi all'export di chip avanzati verso la Cina, mercato su cui l'azienda fa ancora grande affidamento. Al contrario, i principali concorrenti - in particolare SK Hynix e Micron - hanno beneficiato di una domanda sostenuta per le memorie ad alte prestazioni proveniente dagli Stati Uniti.
Samsung aveva indicato a marzo che i suoi chip HBM 3E a 12 strati avrebbero potuto raggiungere traguardi significativi entro giugno. Tuttavia, non è arrivato alcun aggiornamento ufficiale sulle forniture a NVIDIA, se non la conferma che i prodotti migliorati sono in fase di valutazione da parte dei clienti e già oggetto di spedizioni.
Per molti osservatori, la vera sfida per Samsung è ristabilire la propria competitività proprio nel segmento degli HBM, diventati centrali nell'ecosistema IA. Secondo Ryu Young-ho, analista senior di NH Investment & Securities, "tutto ruota intorno agli HBM" per il futuro dell'azienda. A peggiorare il quadro contribuiscono anche le possibili tariffe doganali statunitensi, che potrebbero pesare sia sui chip sia sul business degli smartphone, complicando la possibilità di mantenere margini elevati.
Le stime suggeriscono che la divisione semiconduttori possa registrare un utile operativo intorno a 500 miliardi di won, pari a circa 380 milioni di euro, con un calo superiore al 90% rispetto all'anno precedente. Un lieve miglioramento sarebbe invece previsto per la divisione mobile, grazie alla recente gamma di dispositivi lanciata sul mercato.
Nonostante le difficoltà, Samsung ha confermato il proseguimento del proprio piano di buyback: saranno riacquistati titoli per un valore di 3,9 trilioni di won, circa 2,98 miliardi di euro, come parte di un piano complessivo da 10 trilioni di won (circa 7,65 miliardi di euro) annunciato nel novembre scorso. Le azioni del gruppo hanno registrato un lieve calo dello 0,2% nelle prime ore di contrattazione, a fronte di un aumento dell'1,2% dell'indice di riferimento KOSPI.
Voi che cosa ne pensate di questi dati? Riuscirà Samsung a riprendersi? Diteci la vostra nei commenti qua sotto. Intanto anche Qualcomm annulla lo Snapdragon 8 Gen 2 a 2 nm di Samsung: produzione affidata a TSMC.