Le vecchie sale giochi di SEGA in Giappone sono tornate a produrre utili, dopo alcuni anni davvero difficili. Peccato che l'editore di Sonic le abbia vendute. Evidentemente i nuovi proprietari sono riusciti lì dove la storica compagnia ha fallito.
SEGA aveva più di 190 sale giochi in Giappone che, nonostante il ridimensionamento del settore, erano viste come un contatto importante tra la compagnia e la produzione di nuovo hardware, soprattutto dopo l'abbandono del mercato casalingo in epoca Dreamcast.
Quando SEGA ha annunciato di aver venduto il settore a Genda, compagnia giapponese con base a Tokyo, per molti è stata la fine di un'epoca. Genda ha però creduto moltissimo nel business. Per prima cosa ha aggiunto il suo nome alle sale giochi, diventate Genda GiGO Entertainment (prima erano Sega Entertainment, poi Genda Sega Entertainment).
Nel suo ultimo resoconto finanziario, Genda GiGO Entertainment ha riportato profitti per 3.175 miliardi di yen (circa 22 milioni di euro) per l'anno corrente. Considerando che l'anno precedente i centri avevano fatto registrare perdite per 2.308 miliardi di yen, si tratta di un risultato davvero ottimo.
In realtà l'afflusso di persone sotto la gestione Genda GiGO Entertainment non è stato enormemente più alto rispetto all'anno precedente, in cui c'era in carica ancora Sega, visto che si parla di un +5,1%. Il trucco è nella perdita di valore, ossia nella riduzione del valore dell'attività di impresa, che ha permesso di ridurre i costi di ammortamento delle risorse, così da rendere più facile stornare maggiori profitti dalle macchine nelle sale giochi, anche senza che i ricavi siano cresciuti più di tanto.