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Sony PlayStation denunciata in Australia, condannata a pagare una multa da 3,5 milioni di dollari

Sony PlayStation è stata denunciata in Australia dall'Australian Competition And Consumer Commission a pagare 3,5 milioni di dollari di multa per pratiche commerciali scorrette.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   05/06/2020

Sony PlayStation Europe è stata denunciata in Australia, territorio che rientra nella competenza della sezione europea, e condannata a pagare una multa da 3,5 milioni di dollari dalla Australian Competition And Consumer Commission (ACCC) per pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori.

La causa riguarda il fatto di "riportare false e ingannevoli informazioni e rappresentazioni sul proprio sito e per quanto riguarda gli accordi con gli utenti australiani", in contrasto con i diritti sanciti dall'Australian Consumer Law, una legge che tutela appunto i diritti dei consumatori sul mercato australiano.

Sembra che la questione riguardi un certo range di casi, comunque legati alla specifica regolamentazione in corso in Australia che sembra essere alquanto diversa dal resto del mondo: da quelle parti, a quanto pare, il diritto al rimborso per un prodotto "difettoso", definizione che sembra estendersi a coprire diversi casi, può essere esteso anche oltre i 14 giorni previsti negli altri paesi e riguarda anche i prodotti scaricati in digitale dal PlayStation Store, cosa che a quanto pare Sony non consentiva.

Secondo la ACCC, Sony ha riportato informazioni scorrette ai consumatori, utilizzando formule non in linea con il regolamento locale: "I diritti ai consumatori sono garantiti e non scompaiono dopo il download di un prodotto digitale e certamente non spariscono dopo 14 giorni o qualsiasi altra data arbitraria sancita da un negozio o uno sviluppatore", dunque "i consumatori che comprano prodotti online hanno esattamente gli stessi diritti di coloro che acquistano nei negozi fisici".

A questo si aggiungerebbe il fatto che Sony, in base all'accusa, avrebbe riferito a un utente che solo lo sviluppatore di un gioco può autorizzare il rimborso, mentre a un altro è stato garantito il rimborso solo in forma di credito sul PlayStation Store. Anche in questo caso, la legge australiana specifica che il rimborso ai consumatori è garantito in cash o trasferimento monetario in base al sistema utilizzato per il pagamento.

La questione sembra insomma legata alle leggi presenti nella zona, a cui Sony non si è conformata in maniera corretta in base all'accusa, che ricorda un po' il caso di Bethesda condannata a rimborsare gli utenti insoddisfatti in Australia con Fallout 76, emerso lo scorso novembre.

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