Tra numeri e record snocciolati da Sony nelle ore scorse soprattutto per quanto riguarda l'ambito PlayStation, c'è stata anche la conferma della strategia mista che era stata già annunciata tempo fa dalla compagnia, di fatto ribadita lettera per lettera da Hermen Hulst: i giochi live service usciranno al day one sua su PS5 che su PC, ma i giochi single player principali arriveranno prima su PS5 e solo dopo un certo arco di tempo anche su PC. L'idea prosegue la visione di Jim Ryan e dimostra che Sony, da questo punto di vista, ha un approccio piuttosto conservatore, ma i numeri finora sono stati dalla sua parte e una volontà di preservare il regno delle console "ad alte prestazioni" è ben comprensibile.
Non è detto però che l'idea funzioni veramente così come è stata esposta dal capo di Sony Interactive Entertainment: "Abbiamo un duplice approccio", ha detto Hulst, "Per i giochi live service, li pubblichiamo simultaneamente (su PC e console). Con i nostri titoli di punta, i nostri titoli narrativi single player, adottiamo un approccio più strategico e introduciamo i nostri franchise a un nuovo pubblico". Questo sarebbe l'elemento principale della strategia: "Stiamo trovando un nuovo pubblico interessato a giocare ai sequel su PlayStation. Speriamo di poter portare nuovi giocatori su PlayStation in generale, ma in particolare su console". Dunque l'idea che si legge tra le righe è di posticipare il lancio dei giochi su PC per spingere nuovi utenti ad acquistare PS5 o le console PlayStation in generale.
Tra aperture e conservatorismo
La vendita di hardware console resta un pilastro dell'intera economia di Sony, che ha ormai in PlayStation l'elemento cardine, e nonostante le aperture recenti resta strutturata secondo i principi degli anni 80 e 90, ovvero piazzare quante più piattaforme possibili, utilizzando le esclusive come "arma" fondamentale per la promozione e il marketing.
L'apertura al multipiattaforma è vista più come un elemento collaterale alla spinta verso i giochi live service: questi ultimi sono ormai dei prodotti su cui è indispensabile puntare per garantire un certo gettito costante, ma hanno bisogno di community ampie e variegate, pertanto il pubblico PC diventa un elemento chiave per raggiungere il successo, ma sembra quasi una sorta di "male necessario" nella strategia classica che pare emergere dalle parole di Hulst.
Per quanto riguarda i giochi single player più caratteristici, la loro casa è ancora principalmente la console PlayStation e i port più o meno tardivi hanno il doppio obiettivo di incrementare gli introiti ma anche (e forse soprattutto) avvicinare un nuovo pubblico a PS5. È una strategia che ha però anche elementi dubbi: l'uscita dilazionata tende a diluire un po' l'interesse per alcuni giochi e il fatto di dover sostanzialmente mettere in piedi due campagne promozionali, intervallate da alcuni mesi, per il lancio di un singolo gioco, non sembra molto conveniente dal punto di vista economico. Anche il fatto che questo possa servire a spingere utenti a passare dall'altra parte della barricata è opinabile, perché risulta difficile pensare che persone abituate a giocare su PC, che non hanno già una PlayStation, decidano di acquistare quest'ultima solo per non attendere alcuni mesi, soprattutto se i prezzi restano relativamente alti.
Un mercato generalmente cristallizzato
In effetti l'andamento del pubblico sembra essersi alquanto cristallizzato: nonostante qualche possibile incremento registrato da Sony, che potrebbe anche derivare dalla contrazione del pubblico Xbox, il bacino di utenti console nel complesso non è cambiato molto, ed è proprio questa cronica mancanza di crescita che è tra le cause dell'attuale situazione di crisi dell'industria videoludica complessiva. Il mantenimento dell'esclusiva temporale sui giochi single player appare così come una sorta di baluardo del marketing per mantenere un'identità specifica, ed è una soluzione perfettamente comprensibile, per una compagnia che punta ancora sulla vendita di hardware, laddove parte della concorrenza si sta spostando maggiormente su servizi e software. Resta da vedere per quanto tempo il mercato videoludico proseguirà nella sua attuale configurazione prima di trasformarsi in qualcosa di diverso e meno legato all'hardware, ma per il momento i numeri danno sicuramente ragione alla strategia di Hulst.
C'è poi un altro aspetto da considerare: la volontà di espandere l'ecosistema nell'intersezione tra PC e PlayStation attraverso l'account PSN e l'overlay, che è emersa in maniera evidente con il recente affaire sulla necessità dell'account PSN per Helldivers 2. È lecito pensare che questa richiesta venga progressivamente estesa e diventi un elemento sempre più importante per Sony, che in questa maniera potrebbe incrementare in maniera importante gli indici relativi agli utenti attivi, anche senza passare necessariamente attraverso l'acquisto di console.