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Spotify: più di 80 milioni di file audio e metadata rubati da attivisti pirata e messi a disposizione su Torrent

Un gruppo pirata ha diffuso metadata di 86 milioni di brani Spotify, pari a 256 milioni di righe e 300 terabyte di dati, secondo Anna's Archive.

NOTIZIA di Francesco Messina   —   22/12/2025
Spotify

Un gruppo di attivisti pirata ha recentemente pubblicato un'enorme quantità di dati provenienti da Spotify, secondo quanto riportato sul blog dell'open source search engine Anna's Archive. La fuga di informazioni riguarda principalmente metadata di brani musicali e, secondo il report, include 256 milioni di righe di dati e 86 milioni di file audio, con un volume complessivo stimato intorno ai 300 terabyte.

Al momento, tuttavia, sono stati diffusi soltanto i metadata, mentre i file audio completi non sarebbero ancora disponibili. Spotify ha confermato l'accaduto attraverso una dichiarazione ufficiale: un terzo soggetto ha effettuato uno scraping non autorizzato dei dati pubblici, utilizzando metodi illeciti per aggirare il DRM e accedere a parte dei contenuti audio della piattaforma.

Da questo episodio potrebbe nascere uno Spotify gratuito

L'episodio ha subito attirato l'attenzione degli esperti del settore musicale e tecnologico. Yoav Zimmerman, CEO e cofondatore di Third Chair, startup specializzata in strumenti legali basati sull'IA per aziende media, ha osservato che, teoricamente, chiunque potrebbe utilizzare questi dati per creare una versione personale gratuita di Spotify fino al 2025, sfruttando un server domestico come Plex. Tuttavia, le barriere legali legate al diritto d'autore e al rischio di azioni legali rimangono un ostacolo significativo.

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Nonostante la dimensione impressionante della fuga, i contenuti diffusi rappresentano solo una parte dell'intero catalogo di Spotify, che supera di gran lunga gli 86 milioni di brani indicati. Secondo Zimmerman, questa iniziativa potrebbe superare in scala archivi musicali già noti come MusicBrainz, che raccoglie circa cinque milioni di tracce uniche.

La posizione di Anna's Archive in merito alla questione Spotify

Anna's Archive ha spiegato che il progetto rientra nella propria missione di preservazione della conoscenza e della cultura umana, descrivendo lo scraping dei dati di Spotify come un tentativo di costruire un archivio musicale principalmente orientato alla conservazione.

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Pur non comprendendo tutta la musica disponibile a livello globale, l'organizzazione considera il materiale raccolto un primo passo significativo verso la creazione di un archivio ampio e accessibile. Il caso solleva questioni importanti riguardo a sicurezza, proprietà intellettuale e accesso ai contenuti digitali, sottolineando come piattaforme di streaming di massa possano diventare bersaglio di operazioni di raccolta dati su larga scala.