Tim Sweeney, il CEO di Epic Games, durante l'apertura del DICE Summit 2020 di Las Vegas ha detto che Android è un finto sistema aperto. E iOS è persino peggio. Per questo ha chiesto l'aiuto per rendere il settore dei videogiochi più aperto e liberarlo dalle pratiche monopolistiche di Google e Apple.
In un discorso sulla sua visione dei giochi nel prossimo decennio, Sweeney ha criticato tutti i grandi attori del settore dei videogames: per il CEO di Epic Games il loro comportamento non è buono per i consumatori o per la concorrenza.
Il successo di Fortnite ha generato miliardi di entrate in pochi mesi e ha dato a Epic Games la libertà finanziaria e la capacità di "forzare" un sistema chiuso come quello che c'era su PC, mobile e console prima del loro arrivo. Un sistema che si prende il 30% dei guadagni, contro il 2-3% di quanto trattengono le carte di credito.
Da queste sue esperienze Sweeney può definire Android come un "falso sistema aperto". Google ha cercato di creare barriere così da disincentivare gli utenti quando Epic Games ha deciso di far caricare Fortnite direttamente dal suo sito. Sweeney ha affermato che Google ha creato tutta una serie di pop-up e messaggi allarmistici per spaventare gli utenti sui rischi del sideload, così da frenarli a scaricare Fortnite su Android. E in questo Apple è persino peggio.
Epic ha anche avuto "discussioni difficili" con Sony, Microsoft e Nintendo. Voleva, infatti, rendere Fortnite disponibile come titolo cross-play tra le diverse piattaforme, ma ha incontrato la diffidenza dei produttori di console. Grazie alla forza del suo gioco, però, Epic Games è riuscita a scardinare queste barriere.
In questo modo i giocatori sono stati in grado di giocare con i loro amici su piattaforme diverse, di creare una comunità unica e si è formato in poco tempo un pubblico vastissimo per il gioco. Questo è un esempio delle difficoltà che si hanno per rendere il settore più aperto. In altre parole i "principi operativi del settore dei giochi sono sbagliati".
Per Sweeney i giocatori meritano un'esperienza sociale di prima classe, dato che per molti il gioco è diventato quello: un'attività sociale. Nel futuro i giocatori potranno contare su di una sorta di "metaverso": prima si incontreranno con gli amici su piattaforme social come Discord e TikTok e poi decideranno cosa giocare tutti assieme. Migliorare questo aspetto dovrebbe essere una priorità dell'industria.
L'industria dovrebbe supportare il settore dei contenuti generato dagli utenti creando economie di gioco che supportino il sostentamento dei creatori. Questo potrebbe essere un settore da svariati miliardi di dollari all'anno, ha affermato Sweeney.
Il CEO di Epic Games ha anche affermato che i social media di gioco dovrebbero essere un luogo in cui le persone possono e devono esprimere le proprie opinioni politiche. Questo è un riferimento diretto a una controversia in cui Blizzard ha punito un giocatore esport per aver dichiarato che Hong Kong avrebbe dovuto essere libera. Blizzard ha imposto la censura della Cina su quel giocatore, attirandosi molte critiche. Sweeney possiede anche una quota di maggioranza di Epic Games, mentre la cinese Tencent è proprietaria solo di una quota minoranza e questo gli dà la libertà di parlare di politica oltre confine senza che gli venga messa la museruola.
Sweeney ha affermato che i dipartimenti di marketing delle società di giochi non devono entrare in politica, anzi devono stare fuori dalla politica. Sono i dipartimenti creativi che dovrebbero essere liberi di dire tutto ciò che vogliono dire. E quindi anche di fare politica.
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