Bloomberg ha pubblicato un'inchiesta destinata a far discutere, che riguarda i grossi problemi di pedofilia che piagano Twitch, contro cui la piattaforma di Amazon non sta facendo praticamente nulla di concreto.
I giornalisti della testata hanno analizzato migliaia di account che sistematicamente si collegano ai live stream di bambini o pre-adolescenti. Si tratta di più di 279.000 account, un'enormità che ben rende le dimensioni del fenomeno.
Twitch non vieta gli streaming ai pre-adolescenti e, spesso, anche ai bambini, che in centinaia affollano giornalmente la piattaforma facendo live di ogni sorta. Così si è formata una vera e propria rete di pedofili che in continuazione identifica, classifica e segue gli streamer molto giovani, usando la chat per spingerli a comunicare fuori dalla piattaforma e a mostrare le loro case, con dettagli che possano permettere di individuarli.
Manipolano, minacciano e addirittura ricattano bambini che a volte hanno otto anni di età. Bloomberg ha scoperto che questo avviene su base regolare e che non bisogna nemmeno sforzarsi troppo per trovarli.
Come già detto, il problema principale è che Twitch non fa nulla per contrastare il fenomeno e, anzi, per massimizzare i profitti non introduce delle forme di controllo che sono standard su altre piattaforme social come YouTube-Live, TikTok-Live e Facebook-Gaming. Ad esempio non impone di avere un account con un minimo di seguaci per fare live dagli apparecchi mobile, una regola pensata espressamente per evitare certe situazioni. A differenza di quanto avviene su YouTube, chiunque su Twitch può creare un nuovo account (spesso addirittura saltando la verifica per email o telefono) e iniziare a fare streaming. I più piccoli lo sanno e sfruttano la cosa in continuazione, aggirando ban e altri provvedimenti, completamente inefficaci.
Inoltre, secondo l'inchiesta Twitch non ha sviluppato un reparto Trust & Safety adeguato alla crescita esponenziale della piattaforma avvenuta negli ultimi anni, con il sistema che dà priorità alle segnalazioni di massa e non controlla quelle individuali, nemmeno se legate a parole chiavi quali "pre-adolescenti", "bambini" o simili. Il risultato è che gli atti predatori verso i minori avvengono praticamente tutti i giorni e non c'è modo di attirare l'attenzione della moderazione usando gli strumenti forniti da Twitch.
Bloomberg racconta nello specifico cosa è accaduto durante un live stream: era fine maggio e uno spettatore ha chiesto a una minore di tirarsi giù le mutandine. Lei ha rifiutato dicendo che non lo avrebbe fatto perché già le avevano sospeso uno dei suoi tre account. Lo spettatore, che si è scoperto seguire essenzialmente ragazzine su Twitch, gli ha risposto che anche se fosse, poteva rifarsi un account con grande facilità. Più tardi, la ragazzina si è tirata su la maglietta.
Insomma, la situazione è davvero grave e come al solito Twitch appare ignava di fronte a certe questioni, contro cui non fa niente finché non arrivano denunce pubbliche e proteste ufficiali.