"Questo accordo sta continuamente peggiorando": non per nulla la citazione dal buon vecchio Lando Carlissian sta facendo il giro dell'internet in queste ore, con tanto di gif e meme sull'ex-contrabbandiere che si aggira corrucciato tra i soldati imperiali, perché è probabilmente quello che hanno pensato tutti i fan di Star Wars alla notizia della cancellazione del gioco open world sulla saga in sviluppo presso Electronic Arts. È forse quello che iniziano a pensare anche dalle parti di Disney, ma c'è da scommetterci che i più arrabbiati in questo momento siano alla fine gli utenti, che aspettano da anni un gioco di Star Wars ad impianto tradizionale che esclusi i Battlefront, manca dalle scene da quasi dieci anni. Dopo i buoni The Force Unleashed, di fatto, con l'accordo di esclusiva siglato tra Disney e EA sono venute fuori più delusioni che soddisfazioni, considerando anche la feroce polemica che ha investito Star Wars: Battlefront II fin da prima del suo lancio sul mercato.
In pochi avrebbero potuto prevedere che quella originaria cancellazione di Star Wars 1313 avrebbe portato a una tale odissea per quanto riguarda gli adattamenti videoludici della saga, curiosamente legata a doppio filo con la famosa crisi del videogioco tradizionale in single player di cui i giochi di Star Wars sono diventati quasi l'emblema, dalla drammatica chiusura di Visceral Games alle manovre strategiche e di marketing sottese anche a quest'ultima decisione di chiudere lo sviluppo del nuovo open world presso EA Vancouver. Non si tratta dello stesso progetto, ma i due titoli sono ovviamente collegati da un evidente trait d'union che purtroppo li ha portati alla stessa fine: il vecchio "Ragtag" di Visceral era infatti l'action adventure story driven di stampo cinematografico costruito sulla falsariga di titoli come Uncharted, mentre "Orca" doveva essere un open world, in grado di recuperare qualcosa del lavoro fatto da Visceral ma indirizzando il tutto verso un prodotto decisamente diverso, in sviluppo presso EA Vancouver.
È difficile pensare che un colosso come Electronic Arts e in particolare un team imponente come EA Vancouver non siano in grado di portare a termine lo sviluppo di un videogioco single player basato su Star Wars, considerando le basi economica, i mezzi a disposizione e la licenza di sicuro impatto, che oltretutto dovrebbe far risparmiare tempo e denaro per quanto riguarda la costruzione del mondo di riferimento e la direzione artistica, consentendo una partenza decisamente avvantaggiata. Viene più facile pensare che tutti questi problemi derivino soprattutto dall'apparato gestionale e dal settore marketing di EA, che ormai si muove come un'immensa azienda che punta a fare utili nella maniera meno rischiosa possibile, stritolando nei suoi ingranaggi qualsiasi progetto che possa rappresentare una digressione dalle produzioni annuali standardizzate. D'altra parte, è un po' la stessa cosa che sta succedendo da un po' di tempo a questa parte anche presso Activision, per prendere un esempio vicino.
A questo punto la domanda sorge spontanea: che ne sarà di Jedi: Fallen Order? È possibile anche che la cancellazione del titolo EA Vancouver vada a beneficio del gioco in sviluppo presso Respawn, che potrebbe avere campo più libero e maggiori risorse a disposizione una volta tolto di mezzo una sorta di concorrente interno che avrebbe potuto cannibalizzarne non tanto lo spazio sul mercato quanto all'interno della stessa EA, in termini di produzione, risorse e budget stanziato. D'altra parte, l'idea di una riduzione del progetto per quanto riguarda il gioco di EA Vancouver potrebbe non essere del tutto negativa: potrebbe ovviamente trattarsi di un'operazione tesa verso qualche forma di gioco online a basso costo e alto rendimento, o addirittura al mercato mobile, ma potrebbe anche far tornare in auge un tipo di produzione intermedia in stile "AA" di cui si sente ormai la mancanza da parecchio tempo a questa parte.