Dal punto di vista commerciale, non c'è nulla di più sensato di un seguito di Clair Obscure: Expedition 33, si potrebbe pensare. È una nuova proprietà intellettuale creata a regime di indie che, a fronte di un investimento contenuto, si è rivelata un successo globale esplosivo, verosimilmente facendo guadagnare palate di soldi al team Sandfall e al publisher Kepler Interactive, in una di delle tipiche storie di successo a sorpresa che portano facilmente alla creazione di nuovi franchise veri e propri. A fronte di tutto questo, la creazione di un seguito sarebbe una conseguenza semplicemente logica: con l'enorme lavoro di world building e costruzione concettuale già effettuato con il primo capitolo, si tratterebbe di lavorare principalmente su storia e contenuti per costruire un altro gioco, magari contando anche su asset già fatti per risparmiare tempo e denaro.
Gli scrittori e i designer di Sandfall hanno dimostrato di avere talento, dunque la missione sembra decisamente alla portata, ma chi ha amato il primo gioco potrebbe comunque nutrire dei grossi dubbi su un'operazione del genere.
Non possiamo qui disquisire nel dettaglio sul perché un seguito di Clair Obscure: Expedition 33 potrebbe non essere il modo migliore di trattare il gioco, volendo evitare qualsiasi spoiler, ma basti sapere che si tratta di un'esperienza che può benissimo sostenersi in maniera autonoma, senza necessariamente ricevere ulteriori aggiunte. Viene raccontata una storia perfettamente autoconclusiva, che offre anche possibili scelte per raggiungere una visione completa ed esaustiva della trama.
In che modo un seguito potrebbe avere senso?
Non succede spesso, ma questo è un caso in cui anche la costruzione di un mondo ampio e complesso rende comunque difficile la possibilità di raccontare ulteriori storie al suo interno, perché effettivamente quella che viene raccontata nell'unico capitolo uscito definisce i confini del suo stesso universo e rende improbabile una successiva riapertura significativa.
Il director Guillaume Broche ha spiegato che questo capitolo si concentrava sulla "Expedition 33" ma ce ne sono state molte altre, e questo è vero, ma sarebbe difficile renderle protagoniste di una storia densa di significato e senso come quella già raccontata, all'interno di un mondo costruito secondo le regole che vengono svelate nel corso del gioco, in particolare nelle parti finali di questo.
Il rischio è che una successiva storia possa togliere peso e significato alla prima, o modificare la visione del mondo di riferimento, in maniera simile a quanto avvenne con i due seguiti di The Matrix, per fare un esempio cinematografico "pop". Forse il modo migliore per espandere il franchise potrebbe riguardare l'esplorazione di un mondo diverso, o una fase temporale precedente agli eventi che hanno posto le basi per l'universo che abbiamo vissuto e amato in questo primo capitolo. Oppure, semplicemente, gli sviluppatori potrebbero utilizzare il titolo Clair Obscur per creare un franchise con capitolo staccati e solo vagamente collegati tra loro, in maniera simile a quanto fatto da Square Enix con Final Fantasy, magari continuando a giocare sul contrasto tra luce e oscurità, o chissà (e qui potrebbe starci un vaghissimo spoiler), su "pittura" e "scrittura".