0

"Un tempo, le conversioni da PlayStation su PC erano proibite" ma ora è cambiato tutto, dice un noto ex-Sony

Shuhei Yoshida, noto ex-presidente di Sony Worldwide Studios, ha spiegato altri retroscena sulla compagnia in particolare per quanto riguarda il cambio di visione sulle conversioni per PC.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   07/04/2025
Vari personaggi dai giochi PlayStation

L'ex-presidente di Sony PlayStation Worldwide Studios, Shuhei Yoshida, da quando è uscito dalla compagnia ha svelato una grande quantità di retroscena storici sul suo passato all'interno del gruppo, riferendo anche il cambio di visione sulle conversioni da PlayStation a PC, che a quanto pare alla sua epoca "erano proibite", ma su cui la valutazione è decisamente cambiata di recente.

Si è trattato, in effetti, di un cambio di paradigma importante per Sony, che in precedenza aveva sempre trattato i suoi giochi interni come esclusive assolute con la funzione di spingere il più possibile la vendita delle console, per poi rivedere la questione con un approccio diverso in questi ultimi anni, molto più aperto al PC anche se ancora con qualche cautela.

Yoshida proviene essenzialmente dalla "vecchia guardia" degli executive Sony, dunque la sua permanenza all'interno della compagnia, almeno nei ruoli di maggiore rilievo, corrispondeva alla visione tradizionale dei giochi esclusivi come arma per vendere le console PlayStation, motivo per cui alla sua epoca parlare di conversioni su PC era alquanto proibitivo.

Un netto cambio di visione

In un'intervista pubblicata da AV Watch, Yoshida ha spiegato che, in passato, la missione principale dei giochi first-party era, come da tradizione, il successo della console, e anche il modo in cui venivano commercializzati rifletteva questo approccio.

Shuhei Yoshida
Shuhei Yoshida

Tuttavia, secondo Yoshida, la situazione è cambiata negli ultimi anni, quando Sony ha spostato la sua attenzione sulla crescita dei giochi first-party come attività indipendente, dunque sul valore assoluto dei giochi di per sé e sulla possibilità di profitto della compagnia come editore di software, oltre che produttore di hardware.

"Ora i porting su PC sono possibili, ma ai miei tempi era vietato effettuare conversioni di giochi first-party su PC", ha raccontato Yoshida. "Era accettabile per titoli piccoli, magari solo digitali, ma i giochi tripla A potevano essere pubblicati solo su PlayStation".

PlayStation deve "cambiare modo di pensare" e non concentrarsi sulla potenza bruta, per l'ex Shuhei Yoshida PlayStation deve “cambiare modo di pensare” e non concentrarsi sulla potenza bruta, per l'ex Shuhei Yoshida

Tuttavia, il riposizionamento dei giochi first-party come attività a sé stante, piuttosto che come qualcosa che esiste principalmente allo scopo di far crescere la piattaforma, ha reso possibile l'espansione su PC vista in questi anni, sebbene ancora con diverse limitazioni come i ritardi con cui questi vengono lanciati su piattaforma Windows rispetto all'uscita su PS5, come abbiamo visto proprio di recente con il lancio di The Last of Us Parte II Remastered su PC.

Oltre a questo, bisogna aggiungere anche l'attenzione ai giochi live service, che necessitano fin da subito di un pubblico quanto più possibile ampio, e che dunque trovano nell'utenza PC un fattore importante, motivo che ha spinto Sony a lanciare questi titoli in contemporanea su più piattaforme.

In ogni caso, secondo Yoshida questo approccio non minaccia le console, e anzi può funzionare per la loro crescita: "In regioni come la Cina, dove i PC sono più popolari delle console, non è detto che si riesca a convincere gli utenti ad acquistare subito l'hardware, ma si può far conoscere loro una IP e dire loro che possono aspettarsi nuovi giochi di quella IP su PlayStation", ha spiegato.