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Videogiochi alle Olimpiadi: Call of Duty no ma FIFA forse sì

La discussione sugli eSport all'interno delle Olimpiadi prende anche una piega concettuale, in base ai contenuti veicolati dai singoli videogiochi

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   05/09/2018
FIFA 19
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Nell'ambito dei videogiochi e in particolare dell'eSport, si sta parlando ora della possibilità di veder arrivare le discipline elettroniche all'interno del programma delle prossime Olimpiadi, quelle del 2020 in Giappone.

Il presidente della International Olympic Committee, Thomas Bach, ha recentemente parlato alla Associated Press sulla possibilità di includere gli eSport nel programma ufficiale delle prossime Olimpiadi e dalle sue parole emergono alcune informazioni interessanti, anche sul fronte concettuale di un'inclusione del genere. Il problema per certi giochi, infatti, è la loro natura combattiva e violenta: "Non possiamo avere alle Olimpiadi un gioco che promuove violenza o discriminazione", ha affermato Bach, "i cosiddetti giochi killer, dal nostro punto di vista, sono contraddittori rispetto ai valori delle Olimpiadi e non possono essere accettati". Non è chiaro a quali giochi si riferisca ma la definizione potrebbe corrispondere agli sparatutto in soggettiva ad ambientazione più o meno realistica, come Call of Duty, che dunque è difficile possano arrivare alle Olimpiadi.

"Naturalmente ogni sport combattivo ha origine nel confronto vero tra persone, ma gli sport sono l'espressione civilizzata di questo. Se ci sono giochi che trattano l'uccisione di qualcuno, questo non può essere messo in linea con i valori delle Olimpiadi". Questo però lascia aperta la porta a tutti quei titoli competitivi che non hanno contenuti apertamente violenti, come gli sportivi e simili. In base alla posizione di Bach, dunque, potremmo vedere arrivare alle Olimpiadi le competizioni su FIFA, NBA 2K o anche Rocket League.