Sin dagli albori, di strategici se ne son visti veramente di tanti tipi. Bellici, manageriali, sociali, giapponesi, occidentali, a turni, in tempo reale e a griglia. E tanti altri tipi, tutti contraddistinti da una certa curva di apprendimento, tante missioni e un approccio pacato e studiato per evitare di buttar via un'ora e passa di gioco per una tattica nata male. Per dirla in parole povere, Starvoid è esattamente il contrario di tutto ciò che si è imparato a conoscere e dare per scontato. Uno di quei titoli che o si apprezzano per il fine che hanno, o si odiano irrimediabilmente. Non è la tecnica, il costo, le fonti ludiche dalle quali attinge o l'appartenenza o meno a un genere che fanno da pesi sulla bilancia del gradimento. Semplicemente, è riassumibile come uno strategico in tempo reale mordi-e-fuggi. Incuriositi da questo evidente ossimoro? Il nuovo titolo pubblicato da Paradox Interactive e sviluppato da Zeal Game Studios attinge a piene mani dalla tradizione strategica occidentale, la comprime e la serve in una salsa che prende il genere videoludico cui appartiene da un punto di vista molto particolare. Il fulcro di ogni sessione di gioco sarà incentrato sul comandante scelto per la partita, che proprio come un quartier generale ambulante avrà il compito, tramite risorse che si ricaricano con il tempo, di evocare truppe delle più variegate per vincere il match. Se il comandante viene ucciso, tutta la truppa è automaticamente sconfitta e si ripartirà dal punto di inizio. Un concetto di base semplicissimo. O no?
Il Comandante? E’ in ultima fila
Qualsiasi moralista bellico vecchio stile impallidirebbe di fronte ad una strategia basata sul far rimanere chi regge le sorti della truppa proprio in fondo al plotone, eppure buona parte della tattica si baserà proprio sull'evitare che il Comandante venga colto di sorpresa e circondato dalle truppe nemiche. Dei 4 comandanti già creati e a disposizione, ognuno oltre ad un design unico ha una classe che lo contraddistingue e sulla quale ruotano le proprie capacità. Kelly, curatrice e ingegnere; Cleburne, l'assaltatore da mischia; Grace, ninja rapidissimo; e Alberto, equipaggiato con artiglieria pesante da distanza. In aggiunta si potrà creare un numero limitato di Comandanti che soddisfino ogni tipo di gusto estetico e di equipaggiamento.
Leggendo quanto detto, si potrebbe erroneamente pensare che tutto ruoti attorno a queste figure, in realtà capiterà non poche volte di ritenerli quasi un peso, proprio per il doppio legame che li stringe alla sopravvivenza sul campo. Poiché queste personalità sono l'unico modo per creare unità, veicoli e cyborg, lasciarsi prendere dalla voglia di scatenare abilità e mosse speciali potrebbe essere molto dannoso. Affidatevi alle truppe a disposizione, insomma. Tra tante forze belliche tra le quali scegliere, l'importante è ricordarsi di studiarle bene poiché, come ogni strategico che si rispetti, ogni unità ha velocità, equipaggiamento e modo di combattere differente l'una dall'altra. La possibilità di farle evolvere aggiunge una discreta profondità e varietà alle tattiche di guerra, avvantaggiate anche dal poterle testare al volo in un match veloce e capire subito se la strategia scelta ben si sposa con le unità e le evoluzioni scelte.
Solita sfida?
Il binomio mappa-modalità utilizzato da Starvoid è un'accoppiata poco vincente, in quanto sembra quasi che il design della mappa sia stato modellato solo per soddisfare i termini geografici e di ambiente relativi alla modalità a cui è collegata. E' quindi impossibile scegliere una modalità e slegarla dall'ambiente in cui si desidera giocare, il che rende la ripetitività visiva frustrante. Analizzando i tipi di gioco proposti, c'è poco di cui entusiasmarsi in quanto sono unicamente tre: Battaglia, Sabotaggio e Team Deathmatch. Nella Battaglia l'obiettivo è quello di catturare, in dieci minuti di tempo, i punti di Estrazione e di difenderli, con la sola particolarità di dover seguire un ordine specifico, dovendo dare priorità alla cattura dei più vicini per poi eventualmente allargarsi e andare a minacciare quelli più lontani.
Questo concetto porta a passare del tempo apparentemente inutile prima di ingaggiare lo scontro, visto che ogni team sarà impegnato a mettere i paletti nella propria zona e poi provare ad avanzare. Nel Sabotaggio si inizia con un numero specifico di accessori denominati RedKits, utili a corrompere i luoghi di interesse vicini alla base nemica e guadagnare punti. E' possibile guadagnare altri RedKits sconfiggendo unità e comandanti avversari, l'importante è trovare un giusto equilibrio tra attaccare senza rischiare e correre per la mappa pieni di materiale, visto che basterà essere sconfitti per donare tutto al nemico e lasciagli preziosi secondi per raggiungere la meta. Il Team Deathmatch non è nulla più di quanto già indicato dal nome: ogni team si scontra in una battaglia all'ultimo sangue iper frenetica, visto che i respawn sono stati strutturati per prendere luogo proprio nel mezzo di ogni scontro. Una scelta alquanto discutibile per una modalità parafrasi delle battaglie campali di una volta, dove gli eserciti si incontravano per darsele di santa ragione.
Qualche intoppo
Purtroppo, non essendo molti i giocatori ancora disponibili, non sarà raro trovarsi impantanati nel matchmaking dove per minuti si rimane soli a correre per la mappa in attesa di nemici, e vista la natura unicamente online del titolo non è di certo una bella cosa. E' capitato di trovarsi nel bel mezzo della lotta e venire catapultati fuori dalla stanza per dei problemi di stabilità, oppure di essere in visibile inferiorità numerica per un sistema di gestione dei team che non funziona come dovrebbe, rendendo quindi delle partire praticamente impossibili da vincere.
Per quanto fastidiosi, i problemi elencati pesano meno vista la natura rapida del titolo, che permette di giocare partite a volontà. Tanti accessori, armi, ninnoli e oggetti sbloccabili con i crediti e l'esperienza accumulata con altri purtroppo acquistabili unicamente a pagamento, il che stona un po' con la natura del gioco visto che, non essendo un F2P, ha un suo costo di base di 9,99 €. Nonostante la mole grafica a schermo sia minima, qualche calo di frame saltuario fa alzare un sopracciglio e la gestione delle truppe tramite mouse non perfetta fa alzare anche l'altro, causando talvolta la sconfitta proprio per dei problemi di selezione delle unità.
Conclusioni
Starvoid ha un bel concetto di base, che fa della velocità, dinamicità e breve durata degli scontri il nucleo del divertimento, se non fosse che i giocatori online sono ancora pochi per garantire un gioco costante. Modalità che non aggiungono nulla di nuovo e qualche problemino tecnico sparso pesano su una struttura di gioco altrimenti piacevole ed immediata. Sconsigliato a chi ama gli strategici profondi, da approfondire per chi ha veramente poco tempo per giocarli. A patto di trovare sfidanti, naturalmente.
PRO
- Partite rapide e brevi
- Tanto equipaggiamento da sbloccare
- Stile grafico piacevole
CONTRO
- Frequenti problemi di interfaccia
- solo 3 modalità di gioco
- Online e matchmaking molto migliorabili
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore Dual Core 2.4GHz
- 2 GB RAM
- Nvidia GeForce 8000, AMD Radeon 2000)
- 3 GB di spazio su disco