Come sanno perfettamente i possessori di PlayStation 4 che spulciano lo Store alla ricerca di qualcosa di gratuito da scaricare, l'uscita della nuova console Sony ha portato con sé un'offerta discretamente ampia sul fronte delle produzioni free-to-play, destinate senza dubbio a diventare più numerose laddove lo sforzo venga ripagato dagli utenti.
In tal senso l'esempio di Blacklight: Retribution è emblematico, visto che per certi versi lo sparatutto sviluppato da Zombie Studios, già disponibile su PC da aprile 2012, rappresenta quanto di più malefico possa nascondersi dietro l'apparente gratuità del modello free-to-play. Il nostro Simone Tagliaferri ha amabilmente disquisito sulla morbosità delle microtransazioni presenti nel gioco, che da un certo punto in poi ci mette in pratica di fronte a un bivio; ma più che ribadire tale analisi, vogliamo piuttosto concentrarci sulle caratteristiche di questo sparatutto e su quali possano essere le sue prerogative su PlayStation 4, anche e sopratutto in ottica futura. Sì, perché il sistema di aggiornamento interno rende Blacklight: Retribution un vero e proprio cantiere aperto, un progetto in continua evoluzione che pone le proprie fondamenta sulla solidità di alcune buone idee e che potrebbe introdurne tante altre da qui a qualche mese.
Con le pinne, fucile ed occhiali
Ci sono alcuni tutorial per imparare i rudimenti, ma in verità l'esperienza risulta fin da subito semplice e immediata, grazie anche a un sistema di controllo che riprende quello dei più importanti esponenti del genere FPS.
I trigger del DualShock 4 hanno finalmente consentito agli sviluppatori di evitare layout alternativi per quanto concerne la mira e il fuoco, dunque una volta scesi in campo potremo attivare l'iron sight utilizzando il grilletto sinistro e sparare agendo su quello destro, mentre i dorsali superiori L1 e R1 serviranno rispettivamente a lanciare una granata (o ciò che equipaggiamo come arma speciale) e ad attivare un visore a infrarossi che effettua una scansione dello scenario e ci segnala la posizione dei nostri compagni e degli avversari. L'unico problema di tale dispositivo è che mentre lo teniamo acceso saremo particolarmente vulnerabili, e i nemici non mancheranno di approfittarne. Per il resto, la configurazione dei pulsanti principali è la solita (Quadrato per ricaricare, Triangolo per cambiare arma, X per saltare e Cerchio abbassarsi) e si corre premendo lo stick analogico sinistro sulla sua asse. A proposito di analogici, anche in tale frangente il DualShock 4 taglia i ponti col passato e ci offre un ottimo grip e un'ottima precisione, senza fastidiose zone morte. Ok, ma il gioco in sé? Diciamo che il feeling ricorda molto Call of Duty, e non si tratta assolutamente di un male: si viaggia veloci, l'azione è frenetica, si spara bene e le armi restituiscono un buon feedback. Si è pensato giustamente di rallentare i movimenti del personaggio mentre mira, in modo più marcato rispetto alla serie Activision, ma in generale l'approccio scelto da Zombie Studios funziona, è solido e sa dare soddisfazione.
Blacklight: Retribution è uno sparatutto solido e competente, con buone idee e un feeling classico
Tanta roba, tutta a pagamento
Dov'è dunque che casca il proverbiale asino? Da buon free to play, Blacklight: Retribution utilizza due valute: una pregiata, che si ottiene esclusivamente pagando con denaro reale, e l'altra virtuale, ottenibile semplicemente giocando, in quantità variabili a seconda che si vinca o si perda, nonché in base al numero di uccisioni e alla loro tipologia.
Nelle fasi iniziali questo meccanismo, che va di pari passo con la crescita del personaggio, funziona un po' a rilento e bisogna dunque abituarsi all'idea di poter acquistare nuovo equipaggiamento (peraltro a tempo, non indefinitamente - questa possibilità è riservata unicamente a chi è disposto a mettere mano al portafogli) solo dopo un bel po' di partite, facendo peraltro grande attenzione a non sprecare i crediti tanto sudati e districandosi all'interno di un'interfaccia tutt'altro che semplice e immediata. È chiaro che fra qualche settimana lo scenario sarà differente e verrà evidenziata una linea di demarcazione fra gli utenti "gratuiti" e quelli "premium", fatto sta che allo stadio attuale l'odioso elemento del "pay to win" non si sente più di tanto, ovvero è possibile giocare e piazzarsi bene nelle classifiche di fine partita semplicemente usando la dotazione di default, senza potenziamenti né altro. Le mappe disponibili al momento, in numero inferiore rispetto alla versione PC, offrono un discreto grado di varietà, anche se persistono alcuni vecchi problemi relativi al respawn, che viene talvolta effettuato nelle vicinanze di soldati nemici che, quindi, riescono ad ammazzarci senza neanche fare lo sforzo di venirci a cercare. Sul fronte delle modalità la situazione è allo stesso modo più che dignitosa, nel senso che gli sviluppatori hanno saputo coniugare un'offerta sostanziosa a un'attenzione verso i numeri del matchmaking, rapido ed efficace dopo qualche aggiornamento che ha sistemato le lentezze dei primi giorni. Anche qui però manca qualcosa, nella fattispecie la modalità cooperativa e alcune nuove modalità competitive. L'abbiamo detto che il gioco è una sorta di cantiere aperto, sì? Speriamo che anche questi contenuti arrivino in fretta.
PlayStation 4 contro PC
Oltre alle defezioni di cui abbiamo appena parlato, speriamo momentanee, la versione PlayStation 4 di Blacklight: Retribution soffre purtroppo anche di un adattamento tecnico al di sotto delle aspettative. Il gioco di per sé manca di personalità, e ciò appare ben chiaro dal design dei personaggi, dal set di animazioni discreto ma tutt'altro che notevole, e dall'aspetto degli scenari.
Alcune delle location mettono in campo belle idee, soprattutto in termini di sviluppo verticale, ma si sente la mancanza di una maggiore varietà delle situazioni. Il problema è che sulla console Sony questa piattezza risulta accentuata da un'effettistica inferiore alla controparte PC, nonché da evidenti cali nel frame rate, che passa dallo sfiorare i sessanta fotogrammi al secondo a crollare letteralmente in alcuni frangenti. Si tratti di un problema di engine o netcode, il risultato non cambia e ci sono fasi che diventano onestamente poco piacevoli. Per fortuna la somma di pregi e difetti restituisce comunque un valore positivo, le partite si susseguono piacevoli e la qualità delle partite (che non richiedono un abbonamento a PlayStation Plus per funzionare) si attesta su livelli sufficienti, con latenze nell'ordine dei cento millisecondi e dunque ampiamente sopportabili. Non possiamo tessere le lodi della chat vocale: quando ci è capitato di utilizzarla, la qualità dell'audio era pessima. Infine - ma si tratta francamente di un dettaglio - il gioco al momento non supporta i Trofei.
Conclusioni
Blacklight: Retribution è uno sparatutto solido e competente, con alcune buone idee e un feeling "classico", che però arriva su PlayStation 4 con qualcosa in meno rispetto alla versione PC, nella fattispecie un numero inferiore di modalità e di mappe, nonché un comparto tecnico non altrettanto curato e soggetto a cali del frame rate abbastanza evidenti. La natura free to play dell'esperienza si fa sentire molto da un certo punto in poi, separando in modo piuttosto netto chi gioca gratuitamente da chi invece ha deciso di investire denaro reale per rendere più competitivo il proprio personaggio. Al di là delle discussioni sul fatto che sia o meno lecito puntare a un vero e proprio "pay to win", l'esperienza offerta da Zombie Studios si rivela piacevole e divertente, seppure manchi quell'elemento di personalità che in questo tipo di produzioni può fare la differenza.
PRO
- Gameplay solido e piacevole
- Sistema di controllo preciso
- Si gioca gratis senza grandi problemi...
CONTRO
- ...almeno fino a un certo punto
- Tecnicamente e come contenuti inferiore alla versione PC