Se si esclude Grand Theft Auto, che nonostante le dimensioni colossali ha il merito di rimettersi sempre in discussione, riuscendo a mantenersi spesso in prima fila a dettare il passo agli altri, Payday e Hotline Miami sono forse i titoli che negli ultimi anni hanno contribuito maggiormente a definire la criminalità nei videogiochi. Da un lato una delle migliori declinazioni dei concetti cooperativi di Left 4 Dead con protagonista un manipolo di cani da rapina, di quelli di cui abbiamo visto celebrare (e condannare) le gesta in film come Le Iene, Killing Zoe, Pointbreak, Heat - La Sfida o nel magnifico incipit de Il Cavaliere Oscuro.
Pellicole a cui lo sparatutto multigiocatore di Overkill si rifà apertamente, così come aperto è il suo amore per il cinema e la televisione in generale, se si considerano l'ampio uso di filmati live action o la serie Web firmata da Demian Lichtenstein, che si sta attualmente occupando di una trasposizione del gioco per il grande schermo, in arrivo l'anno prossimo. Dall'altro la scheggia impazzita di Dennaton Games, un indie apparentemente sgraziato e semplicistico che si è rivelato un capolavoro a tutto tondo di stile, giocabilità e narrazione. Un'opera cinica, morbosa e ultraviolenta, che con un pugno di pixel ripresi dall'alto sapeva sbattere faccia a faccia con il sordido che più sordido non si può dell'ecosistema criminale e della natura umana, tra una dichiarazione d'amore per Miami Vice, una forte affinità spirituale con Drive di Refn e un omaggio ad OutRun, senza farsi mancare nemmeno momenti di grande introspezione. Due esperienze dall'impostazione e i toni estremamente diversi, davvero lontane eppure in un certo senso molto vicine, accomunate da qualcosa, lì in profondità, oltre l'argomento criminoso. Un po' come Freddy e Jason, Alien e Predator, Terminator e Robocop: figure emblematiche, che appartengono a mondi diversissimi, talvolta dai presupposti apparentemente inconciliabili, ma che danno l'impressione di coesistere, in qualche modo, nella stessa dimensione. Un crossover tra PayDay e Hotline Miami appariva dunque come auspicabile, naturale, quasi dovuto, e con un potenziale di partenza enorme. Ora è successo per davvero. Vediamo com'è andata...
Recensito il DLC di PayDay 2 dedicato a Hotline Miami. Sodalizio riuscito?
Quei maledetti 200 secondi...
Al solito prezzo un po' salato stabilito da Starbreeze per questo tipo di contenuti, Hotline Miami offre l'accesso su Crime.net a un nuovo, omonimo lavoro. Il committente è il già noto Dentista, personaggio introdotto nel precedente DLC, Big Bank Heist, interpretato da quel Giancarlo Esposito che in Breaking Bad aveva dato volto a Gustavo Fring, uno dei cattivi più carismatici della storia della TV, coronando un altro crossover, quello tra PayDay 2 e la serie di AMC, a cui il gioco strizzava già l'occhio con alcuni evidenti omaggi a tema "culinario" in un colpo della campagna base (tornando a farlo anche qui).
L'obiettivo è togliere dalla circolazione il narcotrafficante russo conosciuto come il Commissario, seguendone le tracce dapprima in un motel, poi in una palazzina fatiscente di Washington. A differenza di altri incarichi a cui è abituato l'inossidabile poker di antieroi formato da Wolf, Dallas, Hoxton e Chains, il lavoretto esclude fin da subito l'approccio defilato, dato che i nostri scendono in azione maschera già in volto con gli scagnozzi dell'antagonista che li attendono a braccia aperte e pistole in pugno. Il taglio di entrambe gli scenari è molto rocambolesco e "on your face" ma non monocorde, visto che soffermandosi ad esplorare e dimostrandosi disposti a farsi carico di qualche rischio addizionale è possibile aggiudicarsi del gran bel bottino extra, senza contare alcuni easter egg a cui sono legati gli achievement, che richiedono di compiere azioni particolari talvolta indossando equipaggiamenti speciali. Hotline Miami non è di certo tra le missioni di PayDay 2 più strutturate e fantasiose, ma è comunque intrigante, impegnativa e rigiocabile al punto da non far rimpiangere i soldi spesi. Rimane un po' l'amaro in bocca per l'occasione parzialmente sprecata: se sfruttato in maniera più spinta e coraggiosa l'incontro tra i due universi poteva portare a qualcosa di davvero memorabile e invece ci si accontenta di rimanere entro territori tutto sommato familiari.
Nessun cambio stilistico, nessun exploit scenografico, nessuna zampata dal sapore onirico o "metareferenziale", nessuna vera follia: Overkill non ha colto l'opportunità di attingere dal ricchissimo calderone visivo e tematico del partner, se non con una colonna sonora che rappresenta un buon ponte tra le sonorità di Simon Viklund e le derive più sbarazzine e smaccatamente anni '80 della OST di Hotline Miami recanti principalmente la firma di Jasper Byrne, Scattle e Perturbator. Si recupera un po' sul fronte delle armi, con particolare attenzione per quelle corpo a corpo, attraverso cui arrecare del vero male fisico a una legione di russi cresciuti con il poster di Don Johnson in cameretta, tra colpi di mannaia, mazze da baseball, machete e valigette 24 ore, esattamente come si faceva nel titolo di Dennaton Games, anche se il sangue qui fa meno effetto, sebbene paradossalmente sia più realistico. E poi, chiaramente, un grande punto in comune tra le due proprietà intellettuali come le maschere. Otto quelle aggiunte, ispirate ai personaggi-animali di cui si potevano assumere identità e poteri nella Miami più violenta e disturbata di sempre (Don Juan, Aubrey, Tony, Brandon Dennis, Graham, Rasmus e Richard). Attenzione però: metà sono disponibili solo se su Steam si possiede già Hotline Miami, in accordo a un tipo di operazione di marketing incrociato che abbiamo già visto sullo store Valve in passato. D'altronde anche questo è crossover.
Conclusioni
Multiplayer.it
Lettori
ND
Il tuo voto
PRO
- Un colpo dal taglio impetuoso e adrenalinico
- Nuovo materiale, in particolare armi melee e maschere
CONTRO
- Un connubio simile poteva osare sicuramente di più
- Il prezzo come al solito fa un po' storcere il naso