Run Sackboy! Run!, recensione

Run Sackboy! Run! non rappresenta il primo esperimento effettuato da Sony sulle piattaforme mobile e certamente non sarà l'ultimo, vista la diffusione di smartphone e tablet. L'idea di realizzare titoli semplici e immediati, alla stregua di "companion app", non può che tornare utile alla casa nipponica nell'ottica di aumentare la popolarità dei propri personaggi.

E così, dopo il non proprio riuscito Knack's Quest, eccoci a provare Run Sackboy! Run!, un endless runner a scorrimento orizzontale come ce ne sono tanti su App Store e Google Play, ma caratterizzato da uno stile che riprende quello di LittleBigPlanet e dei suoi fantastici mondi. Oltre al protagonista, il ben noto Sackboy, il gioco vanta infatti le stesse musiche e alcuni degli asset grafici visti su PlayStation 3, ponendosi dunque come una sorta di "operazione nostalgia" per i fan della serie creata da Media Molecule, che a breve tornerà sulle piattaforme Sony con il terzo capitolo. Non è finita qui, perché anche la gestione degli achievement e degli extra cita in modo palese LittleBigPlanet, attraverso un sistema PopIt da cui controllare gli oggetti in nostro possesso, acquistarne di nuovi (anche via in-app purchase, chiaramente) e potenziare determinate abilità, come ad esempio la durata della calamita per le monete e altro ancora.

Run Sackboy! Run! è un endless run semplice e con tanti riferimenti a LittleBigPlanet, ma privo di acuti

Volano gli stracci

Come già detto, di endless runner a scorrimento orizzontale come Run Sackboy! Run! ce ne sono tanti su App Store e Google Play, e questo rappresenta senza dubbio un grosso limite per la produzione Sony. I meccanismi sono infatti sempre i soliti: si corre all'infinito, si saltano le trappole, si raccolgono le monete, si ammazza qualche nemico (saltandogli in testa) e, in generale, si cerca di arrivare il più lontano possibile.

A scandire la progressione dell'esperienza troviamo solo un sistema di achievement basato sui differenti tipi di oggetti raccolti e sulla distanza raggiunta, ma dopo poche partite ci si rende conto che è un po' poco per pretendere che utenti fin troppo avvezzi a questo genere di titoli ritrovino come per magia la voglia di giocarci ancora. Ci sono diverse ambientazioni che si palesano durante le partite più lunghe e che presentano insidie differenti, mentre al contempo la velocità dello scorrimento accelera rendendo le cose più difficili. Le zone colorate di rosa, inoltre, rallentano la corsa di Sackboy e fanno sì che venga raggiunto dal mostro che lo insegue, eventualità che può portare al game over qualora non si intervenga rapidamente con uno swipe verso destra che fa scattare il personaggio. Il sistema di controllo è quanto di più semplice e intuitivo ci possa essere, visto che basta toccare il touch screen per saltare, aumentando la durata della pressione per balzi più ampi, da calcolare con il giusto tempismo nel caso in cui ci siano più trappole una di seguito all'altra. Quanto alla realizzazione tecnica, come detto sono numerosi i riferimenti a LittleBigPlanet: dalle musiche agli asset grafici, passando per tutta una serie di dettagli ed elementi di contorno. Solo che in questo caso di livelli di profondità ce n'è uno solo: chissà, magari lavorando in tale direzione gli sviluppatori avrebbero potuto aggiungere un po' di freschezza all'esperienza.