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I Am Bread, recensione

I Am Bread supera i pregiudizi e riesce a convincere: la prova finale del nuovo titolo di Bossa Studios

RECENSIONE di Rosario Salatiello   —   22/04/2015

Quando vi accomoderete a tavola la prossima volta, guardate bene la vostra fetta di pane, perché dopo aver giocato I Am Bread non vi sembrerà più la stessa. Vi ritroverete infatti a imprecare verso di lei, rea di starsene lì immobile a scrutare l'ambiente, maledicendola per sette glutinose generazioni dopo essere entrati in contatto con il nuovo gioco di Bossa Studios, team di sviluppo al quale si devono colpi di genio come Surgeon Simulator e Thomas Was Alone. Vi arrabbierete e anche di brutto, perché magari non siete riusciti ad aggrapparvi con successo al bordo del mobile della cucina, finendo inesorabilmente sul pavimento sporco senza possibilità di trovare un appiglio, diventando così immangiabili. Ricomincerete poi il livello, ripartendo dallo stesso posto per l'ennesima volta per tentare di diventare un meraviglioso toast, debitamente abbrustolito con delicatezza su entrambi i lati. Dopo averci messi nei panni di un chirurgo, il team inglese torna a proporci un titolo al limite tra la follia e l'esaurimento nervoso, ma con tanto divertimento da offrire: nonostante qualche dubbio in fase di Early Access, I Am Bread è riuscito a convincerci nella sua forma definitiva, arrivata a distanza di alcuni mesi dal nostro incontro precedente per permetterci così di assaggiare definitivamente la pietanza servitaci da Bossa Studios.

Se cercate pane per i vostri denti, I Am Bread è decisamente quello che fa per voi!

Bruschette possedute

A chi ancora si stesse chiedendo cosa sia I Am Bread, rispondiamo ricordando che si tratta a tutti gli effetti di un "simulatore di pane", all'interno del quale siamo chiamati a vestire i panni di una simpatica fettina appena tagliata.

I Am Bread, recensione

Nella modalità campagna, l'obiettivo è quello di riuscire in ogni livello a trovare il modo per farsi tostare: in cucina sarà possibile trovare facilmente l'apposito tostapane, ma quando per esempio ci ritroveremo nel bagno la musica cambierà, spingendoci a inventare qualcosa per riuscire a darci una bella abbrustolita. Il tutto viene supportato addirittura da una trama, che il giocatore può seguire prima di ogni livello leggendo le perizie di uno psichiatra: riassumendola in poche parole, il padrone della casa dove si svolge il tutto è convinto (giustamente) che sia il nostro pane posseduto a rivoltargli ogni singola stanza modello poltergeist, ma il dottore non gli crede e dà il via a una serie di trattamenti, destinati ad andare avanti in maniera tragicomica fino all'inevitabile confronto finale.

I Am Bread, recensione

A ogni livello di I Am Bread corrisponde una diversa parte della casa, in cui il povero malcapitato sposta i propri oggetti per riuscire a superare la sua sindrome da stress e dimenticare le sue teorie sulla pagnotta terrorista. Man mano che si completa la modalità campagna, si sbloccano anche le altre tipologie di gioco offerte da I Am Bread, piuttosto diverse da quella principale: in Rampage, ci si trasforma in una baguette per distruggere tutto quello che c'è nella stanza, accumulando punti per i danni inflitti; in Bagel Race invece ci si improvvisa nel ruolo di una piccola ciambellina, impegnata a correre attraverso i vari checkpoint in un vero e proprio circuito casalingo, con tanto di record finale. Nella Zero-G, invece, la nostra fetta fluttua nell'aria senza forza di gravità, per tentare anche in questo caso di tostarsi come nella modalità principale. La Free Roam, infine, parla praticamente da sola, offrendo al giocatore la possibilità di vagare senza una meta precisa per esplorare tutto ciò che i sette livelli dell'avventura hanno da offrire.

Forza panino

Se avete presente Surgeon Simulator, l'introduzione di questa recensione non vi avrà stupito: I Am Bread segue infatti l'impostazione del suo predecessore, rendendo la vita difficile a chiunque pensi che muovere una fetta di pane sia un gioco da ragazzi.

I Am Bread, recensione
I Am Bread, recensione

Lo fa rivelandosi un'esperienza videoludica per niente approssimativa, in grado di offrire una sorprendente remunerazione nel superare le varie difficoltà e frutto di un indiscutibile lavoro approfondito di design da parte degli sviluppatori. Nonostante ci si trovi su PC, l'uso di un controller è praticamente obbligatorio, per non impazzire tra i comandi che prevedono l'impiego di quattro diversi bottoni, ognuno dei quali corrisponde a uno degli angoli della fetta di pane: premendoli, si fa in modo che essa resti aggrappata su una determinata superficie, per un periodo limitato di tempo dopo il quale mollerà la presa. Ma "non è tutto pane oro quello che luccica", perché le insidie sono numerose: pavimenti sporchi, muri ammuffiti, formiche e tutto ciò che è poco igienico saranno sul nostro percorso per rendere immangiabile il nostro alter-ego farinaceo, fino al game over costituito appunto dall'arrivo allo 0% di edibilità. Al contrario, strofinarsi su marmellate, panetti di burro e altri elementi in grado di aggiungere sapore alla nostra colazione è un qualcosa che permette di aumentare il punteggio assegnato alla fine di ogni livello al nostro grado di squisitezza. Per riuscire nel proprio obiettivo, il giocatore deve mettere in campo una buona dose di tempismo e abilità, ingegnandosi per muovere la fetta di pane (che ovviamente non ha gambe) aggrappandola agli elementi presenti nell'ambiente. Nel primo livello, si può usare uno skateboard per buttarsi giù dal tavolo della cucina, raggiungendo la zona dei fornelli senza toccare il pavimento, ma questo è solo un esempio delle alternative offerte da I Am Bread. Rispetto alla versione Early Access, è gradita la presenza di un tutorial con il quale familiarizzare col sistema di controllo, ma soprattutto di una marmellata speciale che appare dopo aver fallito un livello per un determinato numero di volte: grazie a essa, è possibile contare su grip e vita infiniti, ottenendo un enorme aiuto per andare avanti nella storia.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • SO: Windows 8.1
  • CPU: Intel i7 920 2.66 @ 4.00 GHz
  • RAM: 8 GB
  • Scheda video: GeForce GTX 970

Requisiti minimi

  • SO: Windows 7
  • CPU: 2.4 GHz
  • RAM: 2 GB
  • Scheda video: Nvidia Geforce GTS 450 o superiore
  • DirectX: Versione 9.0
  • Hard Drive: 2500 MB di spazio
  • Controller raccomandato

Pane e companatico

Del buon livello di design dei livelli di I Am Bread abbiamo già parlato, soffermandoci prevalentemente sul suo aspetto legato alle meccaniche di gioco.

I Am Bread, recensione

Anche dal punto di vista estetico, i sette diversi luoghi che compongono le varie modalità offrono un'ottima varietà al giocatore, grazie alla presenza di oggetti diversi che ci aspetteremmo di trovare nelle varie stanze di una casa, comprese le fasi in esterna nel mezzo del giardino o in una stazione di servizio. I livelli sono curati anche nella fisica, visto che la nostra fetta virtuale riuscirà a ribaltare scatoloni e a spostare piatti e bicchieri, oltre ad accendere e spegnere interruttori, per poi lanciarsi da superfici in altezza o spostandosi con movimenti calcolati al millimetro in precario equilibrio tra l'edibilità e il cestino dell'umido. Il motore di I Am Bread non è esente da difetti, come quello del glitch che porta la fetta di pane a muoversi improvvisamente in aria, dimenandosi in un modo piuttosto inquietante: nonostante sia un problema in grado di mandare a monte un livello, non possiamo negare di esserci anche divertiti nell'assistere a queste evoluzioni. Il difetto è comunque riscontrabile soprattutto nei livelli più avanzati, ai quali forse Bossa Studios ha avuto modo di dedicare meno tempo in termini di ottimizzazione; da annotare anche qualche crash del gioco, in seguito al quale si viene sbattuti al desktop senza troppi complimenti. Passando al comparto audio, risulta abbastanza simpatica la colonna sonora, differenziata nei suoi brani in base al livello affrontato.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 12,99 €
Multiplayer.it
7.4
Lettori (19)
5.3
Il tuo voto

A dispetto dei comprensibili pregiudizi, I Am Bread può essere definito un videogioco a tutti gli effetti, anzi diremmo anche più videogioco di altri. Grazie a delle fondamenta studiate con cura da Bossa Studios e a una buona quantità di modalità, questo titolo garantisce un mix di divertimento e longevità adatto al prezzo al quale viene venduto. I livelli di stranezza e difficoltà sono sicuramente elevati, ma dobbiamo dire che la sfida è sempre abbastanza onesta, mentre riuscire a diventare un toast risulta essere un'esperienza inaspettatamente appagante. I Am Bread strizza sapientemente l'occhio alla condivisione della propria esperienza videoludica: visto il soggetto, non mancano infatti momenti particolarmente divertenti, da far girare sui social network o in streaming per farsi quattro risate in compagnia.

PRO

  • Difficile ma appagante
  • Modalità varie con cui misurarsi
  • Situazioni molto spassose

CONTRO

  • Qualche bug nel motore grafico
  • Piuttosto strano all'inizio