Il panorama dei titoli strategici cosiddetti "tower defense" non è che sia poi così ricco di esempi degni di essere ricordati, a maggior ragione se la piattaforma presa come riferimento è PlayStation 4. Forse anche per questo Neptune Interactive ha deciso di sviluppare The Castle Game, il primo progetto della casa canadese ad approdare su una console casalinga. In passato il team di Toronto si è infatti occupato esclusivamente di videogiochi mobile indirizzati ai dispositivi Apple, tra i quali si annovera anche il tower defense 7 Cities. Non ci scandalizzeremo qualora non ne abbiate mai sentito parlare, non temete. Battute a parte, sembra che questo genere sia particolarmente caro agli sviluppatori, al punto da averli convinti ad esordire sull'ammiraglia di casa Sony con un nuovo titolo appartenente a tale nicchia, che peraltro nel panorama console della scorsa generazione ha avuto discreta fortuna soprattutto grazie a prodotti come PixelJunk Monsters e il primo Plants Vs. Zombies. Per la realizzazione di questo progetto inedito è stato impiegato l'ormai celeberrimo motore Unity, già da tempo piattaforma prediletta negli ambienti dello sviluppo indipendente e impiegato con successo per molteplici generi.
The Castle Game lascia una discreta libertà nelle strategie connesse alla costruzione della propria base
Fino all’ultimo baluardo
Il mondo all'interno del quale si svolge The Castle Game è Eastlands, un piccolo continente che ci viene mostrato attraverso una mappa adagiata al centro della schermata principale del gioco. Nel complesso la modalità campagna si compone di quindici mappe, suddivise in tre distinte aree territoriali. Ciascuno di questi segmenti può essere affrontato scegliendo tra due differenti gradi di difficoltà e, al termine di ogni sequenza, è presente un boss di fine livello che va eliminato prima di accedere al territorio successivo.
La prima missione ha inizio dopo che le forze di un fantomatico signore oscuro hanno messo fuori gioco il comandante delle truppe controllate dal giocatore e lasciato il forte completamente privo di qualsiasi difesa. Spetta a noi entrare subito nella giusta dimensione, apprendere le prime meccaniche di base e respingere le nuove ondate di servitori del male, con lo specifico scopo di proteggere l'edificio principale di quell'area prima che possa essere raso al suolo. All'occorrenza anche altri punti di interesse richiederanno protezione nelle fasi della loro prima costruzione e tra questi c'è ad esempio la Forgia, utile ad equipaggiare tra le proprie fila un più ampio numero di soldati. Tra le sue peculiarità questo titolo annovera innanzitutto il meccanismo di edificazione delle strutture, che funziona tramite la gestione di particolari cristalli. Ogni oggetto equipaggiabile ha un costo che viene scalato dal computo totale delle pietre preziose di cui si dispone, tant'è che nelle prime fasi di gioco il materiale tra cui poter scegliere è piuttosto limitato. Una volta terminati i lavori è tempo di far partire l'ondata d'attacco e verificare se effettivamente la strategia pianificata sia efficace oppure no. Ogni ondata permette di incamerare un determinato quantitativo di cristalli supplementari, utili a rinforzare le proprie truppe nel turno seguente, pertanto l'esito positivo di ogni segmento non si rivela prettamente fine a se stesso, ma al contrario si dimostra fondamentale nella prosecuzione dell'assedio: le strutture superstiti - ad eccezione dell'edifico principale, che non può essere in alcun modo riparato - possono essere aggiustate e reimpiegate nello scontro successivo, rendendo sempre più sicura l'area che si sta presidiando. Un'altra variabile di rilievo è costituita dal cibo: è infatti necessario edificare delle fattorie per incrementare la produzione e garantire un maggiore apporto di milizie, ricevendo ancora una volta in cambio un corrispettivo in valuta. La quantità di strutture che può essere adottata nel gioco è progressiva: si parte avendo a disposizione unicamente i muri di cinta, le torrette di difesa e la possibilità di invocare l'aiuto di rinforzi da parte di contadini armati di improbabili rastrelli. Solo in un secondo momento si sbloccheranno strutture di supporto più affidabili, come ad esempio le tende dei soldati, che permetteranno di dislocare attacchi mirati su singole aree della mappa, oltre a consentire il respawn dei caduti dopo un limitato lasso di tempo. Ci sono poi le trappole, in grado di danneggiare i nemici al loro passaggio, oppure le catapulte, posizionate anch'esse in cima a delle torri.
Le soluzioni non mancano affatto e durante ciascuna ondata è anche possibile comandare a tutti gli schieramenti di focalizzare gli attacchi su di una singola unità, ovviamente a condizione che questa sia nel raggio di azione affidato a ciascuna classe. Nondimeno, le meccaniche di pianificazione, dispiegamento e gestione in tempo reale del proprio piccolo esercito non sono l'unica componente del gioco. Sono infatti presenti anche dei particolari poteri magici che consentono, una volta sbloccati, di gestire varie tipologie di attacco in modo indipendente rispetto al resto dell'azione. Il primo di questi strumenti di supporto è la saetta, ma ce ne sono anche altri che possono essere attivati in appositi livelli della campagna. Questo strumento è fondamentale per la riuscita delle missioni e rappresenta un'altra delle variabili principali del gioco, considerando anche il fatto che le ondate di assalto provengono molto spesso da più direzioni diverse e non è possibile tenerle sotto controllo con la medesima efficienza. Sarà così possibile potenziare un punto debole con truppe controllate dall'intelligenza artificiale, lasciando più scoperto il lato che si intende monitorare meglio in prima persona, o ancora tenere conto del tipo di nemico che si presenterà da una determinata direzione e pianificare di conseguenza. La quantità di avversari con cui si ha a che fare è piuttosto vasta: si va dai semplici opliti ai maghi, dai troll ai kamikaze armati di bombe sulla propria schiena e nella maggioranza dei casi le unità vengono mescolate, richiedendo un approccio specifico in base alla situazione. Contrariamente a quanto avviene in altri esponenti del genere, dove i nemici seguono dei percorsi rigidamente calcolati, uno dei punti a favore di The Castle Game è il funzionamento dell'intelligenza artificiale nemica, che consente alla fazione opposta di scegliere il tragitto più congeniale in base ad una serie di variabili. Qualora sia presente una breccia tutte le forze in campo si muoveranno in quella direzione, mentre cercheranno di aggirare il problema nel momento in cui dovessero incontrare una resistenza veemente su un particolare versante della mappa. Questa meccanica ci è sembrata funzionare piuttosto bene, anche se non mancano alcune pecche che contribuiscono a rendere l'esperienza meno godibile di quanto avrebbe potuto essere.
Trofei PlayStation 4
In The Castle Game ci sono 26 trofei sbloccabili, quasi tutti d'argento. Una dozzina di essi sono strettamente collegati alla campagna e alle modalità Sandbox e Survival, mentre i rimanenti riguardano l'uccisione di un certo quantitativo di nemici o l'esecuzione di kill tramite specifiche tecniche di attacco.
Cosa non ci ha convinto
I punti interrogativi sorti durante le nostre sessioni di gioco sono molteplici. Il primo riguarda il funzionamento dei checkpoint ed è anche strettamente connesso al bilanciamento dei boss presenti al termine di ogni area rispetto alle fasi d'assedio normali. Risulta infatti evidente un certo squilibrio tra la difficoltà che si sperimenta nell'affrontare le truppe semplici e i momenti nei quali invece si fronteggia un leader. Cosa c'entrano i checkpoint? Semplice, in caso di sconfitta si dovrà ripartire obbligatoriamente dall'ondata precedente al boss stesso, mentre nel caso in cui si decida di uscire dalla partita, magari per riprovarci in un secondo momento, sarà necessario riprendere l'assedio dall'inizio (e nella migliore delle ipotesi si parla di otto, dieci ondate).
Questo fattore a lungo andare genera noia e fastidio, specialmente se andiamo a considerare un altro elemento del gioco che avrebbe potuto essere gestito meglio: l'albero delle abilità. Accedendo all'apposita sezione Armory è infatti possibile impiegare le gemme raccolte in ogni livello per potenziare le proprie risorse. Si possono migliorare le abilità dei soldati, la resistenza delle strutture, l'efficacia dei poteri magici e quant'altro. Peccato che non lo si possa fare durante il corso del gioco, ma solo accedendo al menù principale. Ora, ripensate a quanto abbiamo appena detto sui checkpoint e avrete chiaro perché anche questa scelta ci è sembrata abbastanza infelice. L'altro anello debole di questo titolo è insito nel sistema di controllo degli oggetti, in particolare nel momento in cui li si deve eliminare dalla mappa per cambiare strategia. A lungo andare il metodo adottato stufa, risulta lento, senza contare che non è permesso spostare altrove gli oggetti già esistenti, né copiarli e incollarli a piacimento per rendere l'operazione più immediata. Sicuramente lo sfruttamento del pad, sotto questo punto di vista, non si è dimostrato sufficientemente efficace. Ci sono poi ovvi dubbi anche sulla quantità di situazioni che si verificano all'interno del gioco: è vero, cambiano le mappe, ma l'attività che si svolge è sempre identica e, a parte qualche eccezione, la varietà è davvero limitata, anche dopo essere entrati in possesso di maggiori risorse. Chiude il giro una longevità non particolarmente elevata, anche se al termine della campagna principale sono sbloccabili altre due modalità di gioco supplementari. Abbiamo Survival, nella quale si deve resistere ad almeno otto ondate di nemici per poter vincere la partita, mentre Sandbox prevede che il giocatore resista ad un possente assedio per un tempo superiore agli otto minuti. Grazie ad esse si ha accesso a qualche ora extra di intrattenimento e ad una seppur minima variazione sul tema rispetto agli incarichi tradizionali. È meglio di niente, ma è altrettanto vero che si sarebbe potuto fare qualcosa in più.
Conclusioni
The Castle Game è un titolo abbastanza divertente e piuttosto immediato da padroneggiare, esponente di un genere che finora su PlayStation 4 non gode affatto di un'ambita concorrenza, anzi. L'esperienza di gioco ci è sembrata discreta in alcune sue parti, sebbene non manchino anche evidenti difetti che non ci hanno consentito di optare per una valutazione superiore.
PRO
- Molte unità da controllare
- I nemici non seguono percorsi rigidamente prefissati
- È presente un albero di potenziamento delle risorse
CONTRO
- Il sistema di controllo potrebbe essere migliore
- C'è poca varietà nella situazioni di gioco
- Non è particolarmente longevo
- Graficamente è davvero minimal