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All'arrembaggio!

Quadro Delta ci propone un singolare simulatore di scorribande piratesche, infarcito di elementi ruolistici e basato sul controllo di una vera e propria ciurma

RECENSIONE di Davide Spotti   —   26/02/2016

Come direbbe il prode Jack Sparrow, la prima regola di un capitano pirata prevede di avere il controllo di una nave e la guida di una ciurma, possibilmente abbastanza grandi da incutere timore nell'intero Mar dei Caraibi. Bene o male nel mondo piratesco il rispetto andava guadagnato con il sudore della fronte, centimetro dopo centimetro, arrembaggio dopo arrembaggio. Dopotutto, dalle parti di Tortuga, non erano in molti ad essere in vena di favori e tanto meno di regali. Pixel Piracy trae spunto proprio da questi presupposti per imbastire un'esperienza ludica nella quale il giocatore deve costruire la propria fortuna nei panni di un fuorilegge dei mari. Il titolo sviluppato dai ragazzi di Quadro Delta offre infatti un'esperienza side scrolling 2D che unisce meccaniche di gioco di stampo ruolistico alla gestione strategica di un equipaggio, all'interno di un mondo di gioco dai contorni molto stilizzati. Dopo aver attraversato un periodo di Early Access su Steam, il gioco è recentemente approdato nella sua veste definitiva su PC, PlayStation 4 e Xbox One, ed è quindi arrivato il momento di approfondirne i lati più caratteristici e di inquadrare se meriti o meno attenzione.

Pur mettendo molta carne al fuoco, Pixel Piracy presta il fianco a tante critiche

Un capitano e la sua marmaglia

La prima caratteristica che salta all'occhio all'avvio di Pixel Piracy è l'ampia possibilità di scelta che viene offerta al giocatore per quanto attiene le caratteristiche della partita, innanzitutto dal punto di vista della sfida. Prima di scendere in campo vengono posti alcuni quesiti, ad esempio la scelta dell'evento verificatosi più di recente sulla terraferma. Optando per il passaggio di una strana cometa che ha portato cattivi presagi si vanno ad attivare le sessioni notturne, durante le quali sarà più difficile sopravvivere, mentre decidendo che una terribile guerra ha sconvolto la popolazione si ottiene come risultato la presenza di molte più navi da poter ingaggiare durante le traversate, con ovvie ripercussioni sulle opportunità di crescita del personaggio.

All'arrembaggio!
All'arrembaggio!

Attraverso il medesimo criterio vengono assegnati anche alcuni oggetti o abilità supplementari e il livello di difficoltà, per mezzo del quale vengono influenzate alcune caratteristiche basilari nel controllo della truppa. Dopo aver terminato queste operazioni preliminari e aver scelto l'aspetto dell'improbabile condottiero fuorilegge, arriva il momento di iniziare la scalata verso il gotha del mondo piratesco, ovvero si dovranno affrontare e sconfiggere quattro temibili pirati leggendari che spadroneggiano incontrastati sui sette mari. Il percorso si preannuncia tortuoso poiché ci si trova tra le mani poco più di una chiatta e si deve puntare a costruire o conquistare un grosso galeone, cercando al contempo di arruolare una ciurma agguerrita. Pixel Piracy offre un mondo di gioco creato in modo casuale, nel quale è possibile selezionare varie mete contrassegnate sulla mappa nautica. Esistono le isole rifugio, sulle quali è possibile entrare nelle taverne, acquistare armi e cibo e reclutare nuovi ceffi da aggiungere al gruppo. La raccolta delle risorse presenti sugli atolli e l'assalto alle malcapitate imbarcazioni commerciali permettono non solo di incamerare denaro, ma soprattutto di aumentare il livello dell'intera squadra, mentre l'aumento progressivo dei membri consente anche l'impostazione di una scala gerarchica correlata alle abilità. L'elevata quantità di oggetti prevede inoltre la selezione di armi primarie e secondarie, l'applicazione di perk, l'utilizzo di accessori da combattimento e l'assegnazione di compiti o qualità peculiari che possono giocare un ruolo gestionale mentre ci si trova a bordo della nave oppure fornire nuove abilità di supporto durante le fasi di combattimento.

Trofei PlayStation 4

Box Trofei: Pixel Piracy propone soltanto dodici Trofei, di cui sette di bronzo, quattro d'argento e uno solo d'oro, che viene assegnato solamente dopo aver sconfitto tutte le navi pirata leggendarie.

Vita piratesca

Le attività a bordo della nave sono molteplici, è infatti possibile assegnare dei compiti ai singoli componenti del gruppo, come ad esempio tenere pulita la nave, pescare o cucinare. I membri con maggiore esperienza possono essere introdotti nella formazione di assalto, anche perché in caso di morte sul campo di battaglia è necessario investire altro denaro per arruolare altre reclute e portarle al medesimo livello del collega defunto.

All'arrembaggio!
All'arrembaggio!

Esiste inoltre un indicatore del morale, che può variare quando la ciurma è a corto di cibo o non ha ricevuto il compenso pattuito al momento dell'arruolamento. Il principale problema che affligge Pixel Piracy è però l'incapacità di sfruttare il potenziale di cui dispone, dal momento che le situazioni di gioco si ripetono sempre identiche e senza quelle variazioni o quei cambi di ritmo che avrebbero giovato al divertimento. A parte l'evoluzione del proprio personaggio e della sua compagine, gli incarichi da svolgere sono sempre basilari, le scorribande sulle isole sono tutte identiche tra loro, all'interno di livelli piani e di dimensioni molto ridotte, nei quali non avvengono mai variazioni sul tema o imprevisti. Allo stesso modo anche le incursioni ai velieri cambiano soltanto in base alle dimensioni dello scafo che viene aggredito ma, superate le prime fasi, anche queste attività subiscono un evidente appiattimento. Non esiste una storia e nemmeno delle missioni con incarichi originali da portare a termine, di conseguenza dopo le prime ore di gioco inizia a farsi largo una certa noia. Poco convincente anche il sistema di combattimento, che ci è parso confuso ed eccessivamente automatizzato, offrendo una sola tipologia di attacco e nulla più, visto che le schivate avvengono in modo automatico e non è nemmeno possibile saltare o rotolare. Allo stesso tempo gli ordini impartiti al resto della squadra non si sono rivelati né particolarmente reattivi né integrati attraverso un'interfaccia funzionale. E poi c'è il capitolo inerente la costruzione e personalizzazione della nave. Se è vero che si possono aggiungere blocchi per modificare l'aspetto e le dimensioni dello scafo, introdurre decorazioni e mettere cibo all'interno della dispensa, è altrettanto pacifico che non si venga affatto stimolati sul piano dell'inventiva. È infatti molto più semplice requisire un vascello di dimensioni considerevoli, non appena si avrà occasione di assaltarne uno, piuttosto che limitarsi a trasformare e potenziare la chiatta sulla quale ci si trova all'inizio del gioco. Gli incentivi a costruirsi l'imbarcazione da zero latitano, ed è un peccato.

Conclusioni

Multiplayer.it
5.5
Lettori (1)
8.8
Il tuo voto

Pixel Piracy è un'occasione mancata, l'ampia quantità di oggetti e di attività da svolgere non è infatti stata sostenuta dalla dovuta varietà di situazioni di gioco. Ne è emerso un titolo eccessivamente lineare per quanto attiene gli scopi, dotato di un sistema di combattimento troppo limitante e di un'attività esplorativa che, già dopo le prime due ore di gioco, non ha molto altro da offrire. La possibilità di personalizzare e far crescere il proprio veliero avrebbe potuto essere molto interessante e divertente, ma anche sotto questo aspetto il lavoro è stato svolto solo a metà, senza valorizzare a dovere la crescita e l'utilizzo dei materiali.

PRO

  • Possibilità di personalizzare il proprio veliero
  • Gestione della ciurma
  • Ampio inventario di oggetti

CONTRO

  • Troppo lineare
  • Sistema di combattimento monolitico
  • Assalti sempre uguali
  • Esplorazione delle isole limitata