Il successo di Grow Home non poteva che spingere Ubisoft a realizzare un nuovo episodio della serie targata Reflections, nata come una semplice tech demo ma portata sugli store digitali grazie all'interessamento di un dirigente della casa francese, che si è letteralmente innamorato del progetto. Il gioco ci metteva ai comandi di un simpatico robottino, B.U.D., inviato su di un pianeta alieno per analizzarne la vegetazione e far fiorire le gigantesche Star Plant, rampicanti in grado di ergersi per migliaia di metri e consentirci, così, di raggiungere i satelliti che gravitano attorno al mondo e scoprirne i segreti. La natura sperimentale del prodotto ne costituiva di fatto il limite, vista la completa mancanza di elementi narrativi a corredo, la brevità dell'esperienza e una serie di magagne tecniche dovute anche al sistema procedurale che gestiva le animazioni del protagonista. Per questo secondo capitolo, Grow Up, il franchise si trova dunque nella condizione di dover crescere, affiancando ai meccanismi originali una struttura solida, qualche variazione sul tema e magari un upgrade tecnico. È andata proprio così?
Grow Up arricchisce la formula di Grow Home con nuovi elementi, ma alcuni aspetti rimangono opachi
Il fagiolo magico
In Grow Up ritroviamo praticamente tutte le peculiarità di Grow Home, ma con una marcia in più. Stavolta c'è anche un minimo di trama, perché la nave senziente M.O.M., su cui il robottino viaggia nello spazio, si è imbattuta in una pioggia di asteroidi ed è finita in pezzi su di un pianeta sconosciuto.
Il nostro obiettivo, finiti sulla superficie di questo nuovo mondo, non sarà dunque semplicemente quello di analizzare la vegetazione, sviluppare le Star Plant e raccogliere qualche cristallo, ma anche e soprattutto ritrovare i pezzi di M.O.M. per far sì che vadano a ricongiungersi alla struttura principale, che si trova sulla luna, per poi raggiungerla noi stessi. Dicevamo, ci sono cose che non sono cambiate rispetto al primo episodio della serie, ad esempio B.U.D. si muove ancora con l'agilità di un ubriaco con due panetti di burro al posto dei piedi. Gli sviluppatori hanno voluto simulare in tal modo la gravità del pianeta alieno? Il robottino protagonista del gioco ha davvero dei problemi con l'alcol? Non è dato saperlo, ma il sistema ultra-inerziale del gioco può causare non pochi grattacapi sia nei vecchi che nei nuovi utenti, rendendo complicate anche manovre assolutamente banali e generando poderosi episodi di frustrazione nel momento in cui un semplice passo di troppo ci porta a precipitare da oltre mille metri d'altezza, costringendoci a ripetere da capo la faticosa procedura di arrampicata. Anche quest'ultima è rimasta invariata, con le mani di B.U.D. attivate dai due dorsali del controller (o dai due grilletti, volendo), che a turno aderiscono alle superfici e consentono di prodursi in mirabili sessioni di climbing estremo.
Mille armi tu hai
Per tamponare i limiti del protagonista in termini di movimento e velocizzare l'esplorazione dello scenario, gli sviluppatori hanno fortunatamente rimpinguato il repertorio di abilità speciali che B.U.D. può sbloccare nel corso dell'avventura.
Oltre al fiacco jetpack iniziale, infatti, l'androide può ottenere un paracadute con cui evitare il game over negli impatti da grandi altezze ed effettuare atterraggi di precisione, un aliante che gli permette di planare per chilometri e chilometri, nonché la capacità di arrotolarsi e diventare una sorta di sfera, così da muoversi molto più rapidamente. La combinazione di tutti questi poteri e la possibilità di riprodurre le varie piante che si trovano sul pianeta, spesso capaci di farci "rimbalzare", proiettarci in alto o semplicemente fornirci qualcosa su cui arrampicarsi, rende le cose molto più semplici rispetto a Grow Home, tanto che nelle fasi finali spostarsi per lunghissime distanze o raggiungere altezze incredibili diventa un'operazione banale. Si è dunque un po' esagerato nella semplificazione di certi meccanismi? Forse sì, ma tutto va collocato nell'ottica di un prodotto che anche così funziona bene, risulta piacevole e dura una manciata di ore (tre o quattro, a seconda di quanto siete scaltri). Per i più esigenti c'è comunque tutta la parte della raccolta dei cristalli, che potenziano le capacità del protagonista, nonché un set di sfide che spesso ci vedranno svolazzare fra i tradizionali cerchi nell'aria entro un tempo limite.
Trofei PlayStation 4
I diciassette Trofei di Grow Up si ottengono esplorando in lungo e in largo l'ambientazione, scoprendone i segreti e i punti di interesse, ma anche sbloccando tutte le abilità, raccogliendo tutti i cristalli e completando tutte le sfide di abilità. Ci sono naturalmente azioni specifiche che portano allo sblocco di achievement specifici, come ad esempio planare per una determinata distanza o cadere da una certa altezza.
Due passi avanti, uno indietro
Oltre a quanto già detto sui poteri e le capacità di B.U.D., l'esperienza di Grow Up risulta migliorata anche in termini di navigazione grazie all'introduzione di P.O.D., un drone senziente che sorvola lo scenario e ci permette, in qualsiasi momento, di visualizzare il pianeta dall'alto per individuare punti di interesse, teletrasporti, dispositivi per le sfide e i componenti perduti di M.O.M., anche se questi ultimi diventano visibili solo se abbiamo esplorato la zona in prima persona.
Delude un po' invece il comparto tecnico, troppo simile a quanto già visto nel primo episodio, ma soprattutto viziato dalle stesse problematiche: l'animazione procedurale del robottino è brutta forte da guardare, la telecamera talvolta impazzisce, ci sono tantissimi episodi di compenetrazione poligonale e un effetto pop-up piuttosto evidente quando in volo ci avviciniamo alle varie zone dell'ambientazione. Certo, anche stavolta sono presenti numerosi panorami mozzafiato da ammirare, il senso di vertigine non è indifferente quando si sale molto in alto, si nota un'ottima scelta dei colori e lo stile grafico è originale e riconoscibile, cosa che probabilmente conta più di tutto il resto. Il sonoro rimane invece relegato al ruolo di comparsa, troppo essenziale per lasciare il segno.
Conclusioni
Grow Up non fa altro che "razionalizzare" quegli elementi che caratterizzavano Grow Home e lo rendevano un'esperienza davvero particolare e piacevole. Il nuovo capitolo aggiunge al mix un minimo di trama, una struttura sandbox più solida e un set di abilità e piante in grado di ovviare ai limiti di un sistema di movimento anche qui dotato di un'inerzia eccessiva, dunque scivoloso e abbondantemente impreciso. Se avete apprezzato l'episodio originale sapete già cosa aspettarvi, spiace solo che alcuni problemi tecnici non siano stati risolti e, allo stesso modo, non si sia puntato su di un'esperienza più duratura.
PRO
- Gameplay arricchito rispetto a Grow Home
- Tante abilità e qualche variazione sul tema
- Stile grafico gradevole e riconoscibile...
CONTRO
- ...ma permangono i vecchi problemi
- Troppa inerzia, fisica poco coerente
- Dura decisamente poco