Ora che Mass Effect: Andromeda è arrivato nei negozi e che da un paio di giorni sono uscite le prime recensioni, compresa la nostra dettagliatissima per l'edizione PC, che potete tenere in considerazione per ogni tipo di approfondimento su gameplay e multiplayer, del gioco sappiamo ormai praticamente tutto, nel bene e nel male.
In particolare abbiamo visto come con esso BioWare abbia cercato da un lato di distaccarsi dal passato e di non restare troppo ancorata a certi elementi che hanno caratterizzato la serie del comandante Shepard, quasi a voler sottolineare un nuovo inizio o comunque qualcosa di differente; dall'altro non tagliare completamente i ponti col "vecchio", mantenendo alcuni legami per quanto concerne soprattutto design e modo di raccontare l'avventura. L'universo, il background, in qualche modo lo stile artistico, sono infatti tutti elementi basati sul medesimo scenario creato da BioWare, ma i protagonisti, i personaggi incontrati, gli ambienti e i pianeti sono completamente inediti e slegati da quanto raccontato nella saga precedente. Così come un paio di aspetti cardine del gameplay, su tutti il sistema di combattimento. Il risultato di quanto appena scritto non sembra però aver convinto appieno tutti gli appassionati della serie, e alla fine il titolo, che si sapeva già avrebbe dovuto fare i conti con un'eredità complicata e aspettative monumentali, ha finito per dividere il pubblico e suscitare parecchie polemiche. Anche a causa di una serie di fastidiosi glitch e di diverse carenze nelle animazioni dei personaggi. Ad ogni modo, per offrirvi un servizio più completo e vista l'importanza del gioco, abbiamo pensato di offrirvi la recensione anche per la versione PlayStation 4 e ora quella Xbox One.
Mass Effect: Andromeda è un titolo nel complesso buono ma imperfetto, destinato a far discutere a lungo
Una nuova casa
La storia che fa da contorno alla produzione ha inizio nel 2185, prima dell'invasione dei Razziatori e nel periodo in cui si svolgono gli eventi di Mass Effect 2, quando attraverso l'Iniziativa Andromeda, i migliori scienziati, soldati, esploratori e colonizzatori di varie specie vengono inviati verso Andromeda per un viaggio di sola andata che deve servire a stabilire una presenza permanente in una galassia apparentemente ricca di risorse. Ma le cose non stanno realmente così, pertanto dopo essere rimasti di fatto ibernati per più di 600 anni, senza alcun contatto con il loro luogo di origine, i membri della spedizione si risvegliano nel 2819 e scoprono che i pianeti che dovevano ospitarli sono tutt'altro che abitabili. Questo a causa di una razza robotica che ha costruito degli strani artefatti tecnologici che rendono invivibili i mondi selezionati per la colonizzazione.
Non solo, a complicare le cose per i pionieri, guidati dal protagonista, uno dei fratelli Ryder, Scott o Sara a seconda del sesso che si è scelto di interpretare, ci sono anche una strana forma di energia oscura che rischia di distruggere le loro astronavi, e una specie aliena che non vede di buon occhio la presenza dei membri della missione Andromeda. Le basi, insomma, per una bella storia ci sarebbero tutte, nonostante la poca originalità di fondo. Eppure, a dispetto delle premesse, questa dopo un inizio promettente, con la sensazione di trovarsi davvero in un nuovo universo, sperduti e senza indicazioni, pian piano si appiattisce e a conti fatti, senza scadere, si rivela priva di quella epicità che caratterizzava la Trilogia del comandante Shepard. Una pecca notevole, considerando come una storia avvincente sia a nostro giudizio uno degli elementi cardine dell'esperienza di questa tipologia di videogiochi. Comunque sia, parlando di giocabilità vera e propria, tema centrale di Mass Effect: Andromeda è ovviamente l'esplorazione di nuovi mondi. Questo avviene all'interno di un numero limitato di pianeti le cui mappe sono abbastanza generose in dimensioni (non si tratta quindi di un vero open world), e dove è possibile muoversi in totale libertà a piedi oppure utilizzando il Nomad, un veicolo di terra totalmente personalizzabile sia dal punto di vista estetico che tecnico, per scoprirne i segreti, oppure per portare a termine le tante missioni principali e secondarie. Queste possono essere affrontate senza un ordine specifico e in linea di massima conducono il giocatore alla ricerca di nuove forme di vita, materiali utili al fabbisogno delle future colonie e della propria nave, o per il proprio equipaggiamento, e così via. Le missioni secondarie sono tante e inizialmente varie, anche se dopo un po' tendono a somigliarsi tutte e a rivelarsi ripetitive nel loro svolgersi. L'obiettivo principale resta però quello di progredire nell'avventura e rendere i pianeti adatti ad ospitare degli avamposti, cosa fattibile solo dopo aver eliminato eventualmente razze ostili e delle minacce, quasi sempre climatiche e ambientali, come le anomalie create dagli artefatti tecnologici citati qualche riga sopra, che vanno bloccati. Stabilizzando o comunque rendendo vivibili determinate locazioni, diventa poi più facile esplorarle a fondo e trovare magari aree e luoghi precedentemente inespugnabili o nascoste proprio a causa dei "problemi" esistenti. In questo contesto non mancano ovviamente le solite razze aliene desiderose di eliminare la presenza dei pionieri, e quindi i conseguenti scontri all'ultimo sangue per la propria sopravvivenza.
Battaglie frenetiche
In tal senso Mass Effect: Andromeda propone la prima novità di rilievo, che si porta poi appresso una serie di cambiamenti importanti legati all'equipaggiamento, ai poteri biotici e in generale alla crescita del party, come il sistema di abilità che regola il progresso del protagonista che adesso viene applicato in blocco anche all'evoluzione dei suoi compagni, giusto per fare un esempio. Ci riferiamo al sistema di combattimento che, contrariamente al passato, abbandona soluzioni ibride RPG/azione (niente pause tattiche o effetti a rallentatore) e spinge l'acceleratore sullo scontro frenetico e a viso aperto.
Mettendo quasi al bando ogni copertura, tra l'altro ormai completamente automatiche, in favore del continuo movimento per attaccare o evitare i colpi. Rispetto al passato, insomma, stavolta il gioco offre uno stile di combattimento che pesca a piene mani dagli action e dagli sparatutto in terza persona più conosciuti, a partire da Uncharted e da Vanquish. Non a caso sono state eliminate la tradizionali classi in favore di un sistema più fluido e appetibile proprio per il giocatore più propenso all'azione, ed è stata posta una certa enfasi su aspetti quali la possibilità di agire in verticale e rimanere per qualche attimo in aria grazie al jet pack per colpire gli avversari al riparo, e su un tipo di schivata rapida, in grado di coprire una buona distanza senza alcun tipo di ricarica. Gli stessi due membri del party che accompagnano come sempre in battaglia il protagonista si possono facilmente comandare con due semplici comandi. Tutto, lo ripetiamo, per favorire una certa "facilità" di controllo e azione. In questi frangenti ci preme segnalare qualche calo di frame rate in un paio di scenari all'aperto, durante alcune fasi concitate con tanti nemici, esplosioni ed effetti vari sullo schermo. Ma anche se il titolo non mantiene in questi casi sempre i 30 frame per secondo costanti, non c'è un calo così eccessivo o netto da risultare fastidioso o da rendere ingiocabile la porzione di gioco. Tornando ai comandi e agli alleati dell'utente, la loro intelligenza artificiale, al pari di quella dei nemici, "vive" di alti e bassi: globalmente si comporta abbastanza bene, ma ogni tanto si perde in un bicchiere d'acqua, come quando costringe l'utente ad andare lui a curare un compagno ferito, visto che l'altro elemento del team magari gli passa accanto come nulla fosse. Allo stesso modo, per quanto concerne i nemici, sono in grado di agire seguendo una certa logica, accerchiando la squadra avversaria, sfruttando le coperture per bersagliarli e la verticalità degli scenari per sorprenderli anche dall'alto. Ma questo discorso vale principalmente per quelli più dotati dal punto di vista dell'armamentario o del "livello" e della razza, non per creature più "semplici" o di "categoria" inferiore. Per il resto, nel gioco l'utente deve preoccuparsi come da tradizione di curare i rapporti umani con gli altri personaggi. Un ruolo importante lo esercitano in tal senso come da tradizione i dialoghi, indispensabili per scoprire maggiori dettagli sulla storia alle spalle di ciascuno dei propri alleati, ma anche per sviluppare ulteriormente i rapporti con l'equipaggio e le razze con cui si entra in contatto, e delle scelte morali, che qui vengono riproposte con un approccio leggermente differente rispetto al passato. In tal senso un ruolo cruciale lo riveste la nuova "ruota delle scelte", grazie alla quale gli scambi di battute e i discorsi sono più dinamici e dai toni più sfumati, vista la presenza di tantissime linee di dialogo e alle diverse possibilità offerte da nuove opzioni. In realtà la flessibilità del sistema appare più di facciata, nel senso che si possono fare domande e dare risposte più vaghe o ambigue rispetto al passato, ma talvolta alcune di queste appaiono poi portare ugualmente a uno stesso risultato, come se un approccio diretto o più vago su un determinato argomento producessero gli stessi effetti nella discussione con la creatura con la quale si interagisce al momento. Comunque nell'insieme ci è piaciuto.
Obiettivi Xbox One
Mass Effect: Andromeda propone 55 Obiettivi per un totale di 1000 punti. Per ottenerli bisogna soddisfare i requisiti richiesti dal gioco, come raggiungere il livello 40 in singolo o il livello 20 in multigiocatore, sviluppare un potere tecnologico, uno combattimento e uno biotico fino al grado 6 (in singolo) o completare 25 fra missioni di squadra d'assalto e recuperi APEX in multigiocatore, giusto per fare degli esempi.
Lealtà e legami affettivi
Situazione quasi analoga per le Missioni fedeltà, simili a quelle degli altri Mass Effect, ma questa volta non obbligatorie o strettamente legate alla missione principale: il sistema prevede come sempre che per incrementare la lealtà di ciascuno dei membri del team il videogiocatore può affrontare una serie di missioni legate a ognuno di loro. Aiutare un elemento della squadra può servire a renderlo quindi più leale nei confronti del protagonista e dei compagni, e così via. Immancabili le relazioni sentimentali: in tal senso, c'è da sottolineare come esse siano più ricche di sfumature e possibilità, ma al contempo però abbastanza deludenti e alla lunga noiosette, perché troppo stereotipate nell'evolversi e poco interessanti nel loro complesso. Non possiamo concludere questa nostra recensione senza prima parlare dell'aspetto tecnologico del gioco. Anche nella versione Xbox One, dove presenta una risoluzione a 900p e una buona qualità dell'immagine, il titolo non raggiunge picchi di eccellenza così elevati da lasciare il giocatore a bocca aperta, ma si fa lo stesso apprezzare esteticamente nel suo insieme.
Il level design infatti è ottimo e conduce il giocatore all'interno di scenari differenti gli uni dagli altri, anche per varietà di flora e fauna, con degli ottimi effetti luminosi e scorci davvero suggestivi. Peccato che alcune aree appaiano un po' spoglie in proporzione alle loro dimensioni, e che talvolta in alcuni punti sembrino prive di un adeguato numero di poligoni, ma a essere sinceri bisogna essere proprio pignoli per notare questi particolari. Buona invece la modellazione dei personaggi con un apprezzabile sforzo nella recitazione facciale, almeno quando questa non viene martoriata da vistosi bug relativi alle labbra e alle espressioni. Cosa che avviene in particolare durante le conversazioni dove in un paio di circostanze ci è capitato anche di vedere bloccarsi di colpo un personaggio mentre "magicamente" la sua voce continuava la discussione, gente apparire e sparire sullo sfondo, in secondo piano, e di essere impossibilitati per diversi secondi a poter scegliere una domanda o una risposta nell'apposito menu di dialogo, a causa di un improvviso stop degli input inviati tramite il joypad. Quest'ultimo problema, a onor del vero, è capitato solo due volte, ma lo segnaliamo per dovere di cronaca. Più frequenti, invece, quelli relativi alle animazioni, che in molti casi lasciano a bocca aperta, ma in senso negativo: stupisce che ancora oggi un titolo di questo spessore e con dietro un team di sviluppo come BioWare non riesca ad offrire stabilità e qualità nelle rifiniture, e possa essere afflitto da glitch come questi. Difetti che non pregiudicano la fruibilità del prodotto né lo rovinano al 100%, ma che di certo risultano fastidiosi. Per quanto riguarda la componente audio, infine, Mass Effect: Andromeda propone invece un ottimo doppiaggio in lingua inglese (in italiano abbiamo solo i sottotitoli) con tantissime linee di dialogo, una serie di effetti sonori piuttosto azzeccati e consoni alle varie ambientazioni, ma di contro una colonna sonora senza infamia e senza lode.
Conclusioni
Mass Effect: Andromeda è un titolo destinato a far discutere gli appassionati della saga di BioWare per parecchio tempo, e non solo per i glitch che ci auguriamo possano quanto prima essere risolti con una patch. Da un lato il gioco mantiene infatti dei legami con la Trilogia classica, almeno per quanto concerne stili e modo di raccontare l'avventura. Dall'altro cerca di distaccarsene quasi a voler evidenziare il suo voler essere un qualcosa a sé stante, un nuovo inizio. Il risultato è un buon gioco d'azione con qualche elemento GDR, qualitativamente però distante dalle avventure di Shepard che probabilmente finirà per deludere (in parte o totalmente) i vecchi fan della serie, i quali speravano invece di poter mettere le mani su un prodotto dal piglio epico e dalle caratteristiche non troppo dissimili rispetto a quelle a cui erano stati abituati in passato. Di contro potrebbe piacere a una nuova generazione di videogiocatori che per la prima volta si affaccia nell'universo di Mass Effect.
PRO
- Nuovi mondi esplorabili e razze aliene da scoprire
- Un'avventura dalle dimensioni notevoli e con tante cose da fare
- Il nuovo sistema di dialogo offre più opzioni ed è piacevole ,anche se può ancora essere perfezionato
- Il sistema di combattimento è dinamico e ben rifinito...
CONTRO
- ...ma forse troppo orientato sull'azione
- Gli elementi GDR hanno un ruolo un po' marginale nell'economia del gioco
- Mancano la profondità narrativa e l'epicità dei capitoli della trilogia
- Diversi bug affliggono dialoghi e animazioni