A tre anni dal nostro primo provato, Orcs Must Die! Unchained è disponibile su Steam nella versione definitiva, se questa definizione può aver senso per un gioco multiplayer in continua evoluzione. Non è un caso che il titolo di Robot Entertainment, inizialmente incentrato intorno alla modalità Siege, abbia affrontato un grosso cambiamento con l'abbandono della componente competitiva diretta che lo distingueva nettamente, esaltando la componente MOBA, dai due capitoli precedenti. Parte della community non ha preso bene l'abbandono della modalità cinque contro cinque, vista come una resa degli sviluppatori di fronte alle difficoltà di bilanciamento, ma sono molti quelli che hanno apprezzato la decisione di concentrare gli sforzi sulla formula dei due capitoli originali, entrambi basati, come Unchained, sulla combinazione tra orde di orchi, tonnellate di trappole degne del più complesso tower defense e un'importante componente action. Non mancano, comunque peculiarità piuttosto importanti che comprendono la struttura free-to-play e la nuova modalità sabotaggio che si affianca a quella infinita, alle sfide settimanali e alla modalità Battlegrounds, come le altre pensata per essere giocate in solitaria o con un massimo di due compagni.
È infine arrivato il momento di fare i conti con la versione completa di Orcs Must Die! Unchained
Ritorno alle origini
Tutte le meccaniche di gioco possono essere sbloccate giocando, anche se le cose possono essere velocizzate mettendo mano al denaro reale che permette di acquistare sia le casse premio, sia la valuta del gioco che permette di sbloccare gli eroi e di effettuare gli upgrade delle trappole. Ma il portafogli è strettamente necessario solo per l'acquisto delle cassette Vanity che contengono oggetti la cui funzione è unicamente estetica. Questo significa che Orcs Must Die! Unchained è un free-to-play basato sul piazzamento di trappole e di guardiani, fondamentali per arginare orde di mostri che sciamano da uno o più portali verso una breccia dimensionale che dobbiamo assolutamente difendere.
Eliminando creature e piazzando particolari dispositivi si ottengono monete che, ondata dopo ondata, ci consentono di costruire vere e proprie opere di ingegneria, labirinti letali che diventano sempre più efficaci sbloccando e attivando upgrade che aiutano a sbalzare, smembrare, bloccare e martoriare i mostri in ogni modo immaginabile. Ma la vittoria passa anche per il nostro intervento diretto, al comando di un eroe che può cooperare al fianco di altri due e può essere scelto da un roster di sedici campioni, cinque dei quali subito disponibili, che possono contare su statistiche differenziate, attacco base, attacco secondario, abilità speciali e una dozzina di possibilità di upgrade legate alla progressione dell'eroe durante una partita. Tra questi ci sono quelli classici che aumentano resistenza e velocità, ma i potenziamenti arrivano fino all'abilità Unchained che aumenta il danno di un eroe e ne riduce i tempi di recupero, rendendo il nostro ruolo sul campo decisivo anche nei momenti di maggiore caos. Sul fronte delle abilità manca, purtroppo, l'headshot, con il tutorial che ce lo ricorda con una battuta dal retrogusto amaro, ma ci sono le combo che premiano la capacità di far si che un nemico riceva danni da quante più fonti diverse possibile. In ogni caso, sebbene la rinuncia alla modalità assedio tolga un pizzico di mordente e vivacità all'azione, muoversi con tempismo, senza dimenticarsi dei compagni, è molto importante, soprattutto nella nuova modalità sabotaggio che recupera parte della competitività consentendo a due formazioni di sfidare la stessa mappa in parallelo. Impegnate a proteggere le relative basi, le due squadre hanno a disposizione carte casuali che possono garantire bonus, indebolire gli eroi nemici o fare in modo che questi debbano affrontare un numero maggiore di mostri. Lo scopo è quello di utilizzarle nel momento giusto e per farlo, data l'impossibilità di osservare direttamente la partita degli antagonisti, è necessario tenere sott'occhio una mini-mappa che mostra la posizione di eroi e mostri avversari. Il risultato è una modalità piuttosto rapida e avvincente, sebbene resa sbilanciata dalla casualità delle carte, dalla mancanza della chat vocale e dalla possibilità di mettere in ginocchio la squadra nemica con una singola mossa azzeccata. Il resto dell'esperienza è composto dai campi di battaglia che ci chiedono di superare un certo numero di ondate, dalle sfide settimanali che impongono un setup predefinito a partire dagli eroi e dalla modalità infinita che funziona come ogni survival chiedendoci di resistere a quante più ondate possibile.
Un arsenale di possibilità
Privato della modalità Siege, Orcs Must Die! Unchained demanda l'end game alla modalità infinita, alle sfide settimanali e al sabotaggio che non è certo paragonabile allo scontro diretto in quanto a spessore e intensità. Ma la strada per arrivare a fine corsa è piuttosto interessante grazie all'ottimo bilanciamento delle mappe, almeno in cooperativa, che da una parte ci costringe a prestare molta attenzione al piazzamento delle trappole e, al contempo, ci permette di dare sfogo alla fantasia. Inoltre ci vuole parecchio per superare il livello quaranta e poter così affrontare i campi di battaglia in difficoltà Rift Lord ed è difficile annoiarsi troppo presto grazie all'incredibile varietà del gameplay che parte dagli eroi per arrivare ai guardiani, anche questi sedici, che possono essere trovati nelle casse premio come ogni altro oggetto legato al gameplay.
Oltre a combattere, questi inestimabili aiutanti dispongono di abilità speciali alcune delle quali si estendono agli eroi che si trovano nei paraggi. Eroi che possono essere potenziati anche con diversi oggetti, come l'anello dei fulmini, reperibili nei bottini al pari delle componenti da montare sulle trappole che cambiano il funzionamento del dispositivo alterandone le caratteristiche o aggiungendo uno specifico effetto. Combinando tutto questo con i talenti, ancora una volta legati a carte reperibili nelle casse premio, e con ben 53 trappole, ci troviamo per le mani un qualcosa che in quanto a personalizzazione ha pochi concorrenti sulla piazza. Un limite, però, c'è ed è quello dell'equipaggiamento che ci costringe a scegliere un numero limitato di dispositivi, guardiani, oggetti e talenti che, tra l'altro, devono essere abbinati al simbolo giusto per ottenere un effetto extra. Ma le combinazioni, che comprendono i classici spuntoni retrattili e innumerevoli altri strumenti di morte, sono innumerevoli e per aiutarci a sfruttarle c'è l'editor dei loadout che ci permette di impostare e scegliere rapidamente un gran numero di setup. Infine ci sono gli oggetti consumabili, alcuni da equipaggiare e altri legati a specifiche modalità o elargiti dai mostri, che vanno a influenzare tutti gli aspetti dell'esperienza, incrementando ulteriormente una varietà che scricchiola solo quando si arriva alla caratterizzazione delle mappe. Le situazioni, però, sono numerose e quando i nemici iniziano a uscire da svariati portali, costringendoci a rimpiazzare decine di trappole in pochi secondi, la componente strategica si magnifica e le cose si fanno decisamente complesse, tanto da rendere il gioco in solitaria fin troppo ostico e faticoso. Ma d'altronde parliamo di un titolo che basa la propria sopravvivenza su dinamiche online e proprio per questo non può essere fedele al cento per cento ai due capitoli precedenti. Non delude, invece, il contorno, ad esclusione della mancanza della lingua italiana, che comprende una veste grafica tanto semplice quanto accattivante. Animazioni pregevoli, tratti cartoon azzeccati, eroi ben differenziati, frattaglie stilizzate in quantità ed effetti luce incorniciano un comparto artistico semplice ma riuscito, forse un po' debole dal punto di vista dei modelli dei mostri, ma curato in ogni altro dettaglio, effetti sonori e interfaccia inclusi.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 (64-bit)
- Processore: AMD Ryzen 5 1600X
- Memoria: 16GB
- Scheda video: NVIDIA GTX 1080 OC
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows XP SP3
- Processore: Intel Core2Duo 2.66GHz
- Memoria: 4 GB di RAM
- Scheda video: Intel HD Graphics 4000
Conclusioni
Figlio di una lunga genesi che ci ha privato della modalità assedio, Orcs Must Die! Unchained si è trasformato da incerto ibrido tra MOBA e tower defense d'azione nell'evoluzione free-to-play dei predecessori. Ciononostante non ha rinunciato alle dinamiche competitive preferendo la modalità sabotaggio che, pur non essendo perfettamente bilanciata, è coerente con lo spirito del titolo e può regalare diverse emozioni. Il resto dell'end game è tutto nelle mani della modalità infinita e delle sfide settimanali che potrebbero non rientrare nelle corde di tutti, ma prima di arrivare al grind ed essere costretti ad abbandonare la modalità Battleground, c'è da passare attraverso tutta la sostanza del frutto di un evidente e lungo impegno, un gioco imperfetto ma dalla forma accattivante, caratterizzato da una personalizzazione estrema del gameplay, forte di una cooperativa riuscita e pieno di oggetti da sbloccare.
PRO
- Gameplay vario, estremamente personalizzabile e profondo
- Tutte le meccaniche e gli eroi sono accessibili senza mettere mano al portafogli
- Comparto tecnico curato e piacevole
CONTRO
- Il grinding non è estremo ma è necessario per sbloccare tutto senza mettere mano al portafogli
- La modalità sabotaggio è meno bilanciata delle altre e non è il massimo sul piano competitivo
- I modelli degli orchi non brillano per qualità