Dopo averlo recensito prima in versione PC e poi in versione PlayStation 4, avevamo perso un po' di vista The Elder Scrolls Online. Nel frattempo lo sviluppatore ZeniMax Online - vi ricordiamo che Bethesda è solamente il publisher - ha impiegato alcuni stratagemmi per salvare il suo MMORPG ambientato nell'universo di The Elder Scrolls dalla fine che ultimamente fanno tutti i giochi dello stesso genere, a parte un certo tronista e un insospettabile concorrente nipponico. Il primo è stato quello di rimuovere la sottoscrizione mensile, più o meno in concomitanza al lancio su console che ha dato all'esperimento una maggiore visibilità. In seguito, The Elder Scrolls Online è stato aggiornato e migliorato a più riprese, conquistando una nicchia di appassionati che forse non hanno ritrovato le sensazioni provate nelle avventure originali, ma che magari hanno conosciuto nuovi amici e vissuto esperienze altrettanto indimenticabili. In fondo stiamo parlando di un titolo multigiocatore, ma è sempre stata lì la contraddizione di The Elder Scrolls Online, un'esperienza che fatica a trovare un punto d'incontro tra le atmosfere degli originali e la deriva giocoforza un po' estraniante dei MMORPG. Morrowind, la prima "espansione", punta tutto sulla nostalgia e sull'esperienza in single player, rivolgendosi fin dal titolo a quei fan che non hanno mai dimenticato Vvardenfell e i suoi abitanti.
Un Warden tra noi
Abbiamo premesso un dettaglio significativo quando abbiamo scritto che avevamo perso di vista The Elder Scrolls Online: ci siamo infatti approcciati all'espansione Morrowind proprio come avrebbero voluto i ragazzi di ZeniMax Online, che l'hanno sviluppata pensando alle pecorelle di ritorno all'ovile e ai nuovi giocatori attirati dal marchio o dal sottotitolo che richiama The Elder Scrolls III. Una volta installata l'espansione e lanciato il client, infatti, si può cominciare a giocare Morrowind fin da subito. Mentre molti MMORPG obbligano i giocatori a raggiungere un certo livello prima di addentrarsi nei territori delle espansioni - è il caso di World of Warcraft e Final Fantasy XIV, per esempio - The Elder Scrolls Online mantiene un'impostazione diametralmente opposta grazie al sistema One Tamriel implementato qualche tempo fa. Questa feature sostanzialmente scala la difficoltà del PvE intorno al livello del giocatore che lo affronta, perciò è possibile intraprendere qualunque missione in qualunque zona e in qualsiasi ordine si preferisca, consapevoli che le ricompense e le sfide saranno sempre alla nostra altezza. One Tamriel ha giovato incredibilmente allo spirito avventuroso di The Elder Scrolls che nella sua derivazione online era rimasto seppellito sotto la patina di un generico MMORPG di tipo "theme park".
Ecco quindi che, a digiuno di aggiornamenti e bilanciamenti vari, abbiamo cominciato la nostra avventura a Morrowind proprio da Seyda Neen, il porticciolo in cui tutto era cominciato nel 2002. Ovviamente abbiamo iniziato un nuovo personaggio, scegliendo la classe aggiunta dall'espansione, ovvero il Warden: si tratta di un personaggio ibrido che non eccelle particolarmente in nessun ruolo (tank, aggressore o guaritore) ma che può comunque interpretarli tutti grazie ai suoi tre rami di abilità distinti e separati. Animal Companion consente di attaccare i bersagli con gli animali che il Warden può evocare, anche se non tutti gli incantesimi ci sono sembrati particolarmente efficaci e quello finale, Feral Guardian, soffre l'annoso problema dei famigli di The Elder Scrolls Online: è inaffidabile. Green Balance è il ramo dedicato alle magie di cura che impiegano la natura come coreografia; infine, Winter's Embrace usa il gelo come arma e come protezione, rendendo il Warden ancora più pericoloso. Ci siamo divertiti a giocare la classe durante la campagna: ci è sembrata estremamente versatile per l'esperienza in solitaria e un un po' meno nelle poche occasioni in cui abbiamo giocato insieme agli altri, ma forse è giusto così dato che si tratta per l'appunto di una classe tuttofare. In termini di complessità e dinamicità, tuttavia, ci aspettavamo qualcosa di più, ma la colpa è anche del sistema di combattimento di The Elder Scrolls Online che è cambiato poco e nulla rispetto al passato. Se non vi era piaciuto prima, il Warden non vi farà certo cambiare idea.
Un'espansione poco espansa
La campagna progettata dai ragazzi di ZeniMax Online ci ha fatto fare su e giù per una Vvardenfell che, ricordiamo, non è propriamente quella esplorata in The Elder Scrolls III: l'espansione di The Elder Scrolls Online è ambientata settecento anni prima circa, perciò i fan più agguerriti della serie riscontreranno delle piccole ma gustose differenze. La città di Vivec, per esempio, è ancora in costruzione, e in effetti sarà proprio Vivec in persona ad affidarci un importante incarico: scoprire chi sta lentamente prosciugando i suoi poteri divini. È una missione che non risparmia colpi di scena e mette sotto i riflettori uno dei punti di forza del gioco, ovvero i dialoghi - seppur un po' troppo prolissi - e la sceneggiatura. Le missioni sono quasi sempre interessanti e condotte attraverso personaggi eccentrici completamente doppiati, ma la cosa più importante è che le principali questline, nonostante si svolgano in luoghi diversi, finiscono spesso per intrecciarsi e descrivere ancora meglio l'ambientazione e i delicati giochi di potere in cui è invischiata. Chi non mastica bene l'inglese faticherà a seguire le fila dei discorsi, ovviamente, e non è prevista alcuna traduzione italiana. Purtroppo, però, la campagna dura decisamente poco, e si completa in una ventina di ore, specialmente se si dedica poco tempo all'esplorazione (cosa sbagliatissima visto che la peculiare impostazione di The Elder Scrolls Online incoraggia effettivamente a perlustrare ogni angolo in cerca di missioni meno in vista o Skyshard nascoste). Il problema di questa espansione è che nel giro di poche ore ci si rende conto che di "espansione" ha ben poco, se non altro se si è abituati al concetto di espansione per come ce lo hanno presentato negli anni tanti altri MMORPG.
Una volta completata la campagna, infatti, si possono andare a esplorare le altre regioni di Tamriel in cerca di missioni, dungeon e altre attività, magari avviandosi verso un endgame fatto come sempre di incursioni, mega boss e altre sfide di gruppo. In alternativa, Morrowind implementa una nuova forma di PvP veloce che fa da contraltare a quello più complesso che si svolge a Cyrodiil. Nei nuovi Battleground si sfidano tre squadre da quattro giocatori ciascuna; l'idea tutto sommato è interessante e permette di giochicchiare partite rapide quando si ha poco tempo da dedicare al resto, ma ZeniMax Online deve assolutamente dare un'occhiata al bilanciamento perché i giocatori meglio equipaggiati fanno letteralmente a polpette tutti gli altri, rendendo l'esperienza molto frustrante. Il PvP nei Battleground in un certo senso esprime ancora una volta il problema che ha sempre avuto The Elder Scrolls Online, e cioè cercare un compromesso tra il modo in cui ormai idealizziamo il franchise e quella che è effettivamente la sua incarnazione online. Un vero dilemma che, sospettiamo, metterà in crisi soprattutto quei giocatori cui cerca di rivolgersi Morrowind usando questo sottotitolo: varcare la soglia di Vvardenfell dopo tanti anni, nella nuova veste grafica di The Elder Scrolls Online, potrebbe essere un momento magico, ma l'incantesimo si spezzerà inevitabilmente non appena si ritroveranno circondati da giocatori saltellanti, tutti convinti di essere gli unici eroi di cui Tamriel ha bisogno.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i7-2600k @ 3,4 GHz
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 780
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10 64 bit
Requisiti minimi
- Processore: Intel® Core i3 540 o AMD A6-3620
- Scheda video: NVIDIA GeForce 460, AMD Radeon 6850 o superiori
- Memoria: 3 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 7 32-bit
Requisiti consigliati
- Processore: Intel® Core i5 2300 o AMD FX4350
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 750, AMD Radeon HD 7850 o superiori
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 7 64-bit
Conclusioni
Morrowind assomiglia più a un grosso DLC che a un'espansione dato che non amplia poi così tanto The Elder Scrolls Online. I Battleground sono un passatempo divertente e nulla più mentre la campagna, per quanto ben raccontata, è davvero corta. Resta la nuova classe, che è molto interessante, e il piacere di scoprire o riscoprire Vvardenfell in una veste grafica più consona al MMORPG firmato ZeniMax Online. Chi proprio non riesce a tollerare la deriva multigiocatore del brand, faticherà a calarsi nella sua Tamriel anche se c'è Morrowind di mezzo, mentre per i suoi fan si tratta sicuramente di un acquisto consigliato.
PRO
- È stato bello tornare a Vvardenfell
- Il Warden è una classe versatile e divertente
- La sceneggiatura delle missioni è di un certo livello
CONTRO
- La campagna è davvero molto breve
- I Battleground hanno potenziale, ma il PvP non è bilanciato
- I fan più navigati potrebbero maledire la natura MMO