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Nidhogg 2, recensione

Una formula impossibile da rivoluzionare, per un gioco che conferma un'ottima idea

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   14/08/2017
Nidhogg 2
Nidhogg 2
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Nidhogg fu una hit a sorpresa. Dotato di meccaniche leggere, ma allo stesso tempo con diversi strati di profondità, offriva un gameplay immediato e accattivante, pensato in particolare per il multiplayer locale, ma ben funzionante anche online. Era un titolo semplice, fulminante nella sua geniale basilarità. Nidhogg 2 riparte esattamente da Nidhogg: se lo rigira tra le mani, lo esamina fin nei più minimi dettagli e capisce infine che ogni tentativo di distacco significherebbe perdersi per strada il fascino che ha portato il gioco al successo, quindi si limita ad ampliarlo, mantenendo sostanzialmente intatta la sua formula.

Affiliamo le spade

Nidhogg 2 non racconta alcuna storia. In realtà un vago canovaccio c'è e la presenza dei vermoni determina una certa mitologia, ma sostanzialmente il gioco si limita a essere un confronto tra due giocatori che segue delle regole semplicissime. Partendo dal punto centrale di ogni livello, bisogna raggiungere il lato opposto rispetto a quello di partenza, uccidendo nel mentre l'avversario che vuole fare lo stesso dirigendosi nell'altra direzione.

Alcuni livelli sono molto belli
Alcuni livelli sono molto belli

Uccidere e non essere uccisi è fondamentale, perché determina la direzione in cui scorre il livello, indicata da una freccia ben visibile nella parte alta dello schermo. Il gameplay non si riduce quindi a essere una corsa dissennata, ma è formato soprattutto da una serie di confronti tra i giocatori, con il perdente che riappare dopo pochi secondi davanti all'altro, dopo avergli comunque dato modo di percorrere un pezzo di livello e magari di cambiare schermata. Come si combatte in Nidhogg 2? Ogni personaggio impugna un'arma. Nel primo capitolo c'era solo lo stocco, ma nel seguito ne sono state aggiunte tre: un pesante spadone a due mani, un corto ma fulmineo coltello e un arco con frecce. Ogni arma ha caratteristiche differenti e varia leggermente le strategie di attacco e di difesa. Ad esempio l'arco consente di colpire dalla distanza sparando frecce a due diverse altezze, ma bisogna fare attenzione al tempo di ricarica dei colpi e, soprattutto, alla possibilità per l'avversario di rispedirci indietro le frecce parate. Lo spadone invece è un'arma pesante che non segue le regole dello stocco e del coltello, ossia non può essere utilizzata per portare attacchi a diverse altezze, ma prevede un unico potente colpo che disarma o disintegra letteralmente gli avversari. Ovviamente è anche l'arma più lenta tra quelle corpo a corpo, quindi prona ai contrattacchi di quelle più rapide.

Lo stocco e il coltello invece, funzionano in modo simile: entrambe permettono di portare attacchi a tre altezze differenti e a grande velocità. Le uniche differenze sono la lunghezza dell'arma e la rapidità di recupero dei colpi. Detto questo, come in Nidhogg tutte le armi possono essere lanciate contro l'avversario e, quando si rimane disarmati, si può combattere a mani nude con calci, pugni, scivolate e calci volanti, tutte tecniche che servono principalmente a disarmare o ad atterrare l'avversario.

Rifarsi il trucco

Se le meccaniche di combattimento di Nidhogg 2 sono rimaste quasi identiche a quelle di Nidhogg, lo stesso non si può dire del lato visivo, arricchito da una pixel-art molto più dettagliata e colorata. Niente più cromatismi e sprite da Atari 2600, insomma, ma personaggi ben definiti (personalizzabili all'inizio del gioco), fondali particolareggiati e tante animazioni in più. Da questo punto di vista il progresso è evidente e innegabile anche da chi fosse affezionato allo stile originale. Vedere i personaggi che quando muoiono diventano delle sanguinolente pozze colorate che colano dalle piattaforme è quanto mai soddisfacente, così come ammirare alcuni dei paesaggi, molto più vari rispetto a quelli del primo capitolo: tra un livello ambientato sulla neve, un altro su delle navi volanti, un altro ancora in una discoteca e così via.

Tutti i livelli sono collegati a quest'isola
Tutti i livelli sono collegati a quest'isola

Tutti sono legati idealmente a una grossa isola, visibile nelle transizioni tra i match, su cui regnano i vermoni volanti già visti nel primo episodio, sempre pronti a divorare i vincitori. Fortunatamente oltre alle novità estetiche, i livelli, in totale dieci, presentano anche un design più accorto. Gli sviluppatori hanno eliminato la presenza di aree formate da schermate fisse, optando per arene più estese, in modo da poter inserire delle novità strutturali, come piattaforme, porte e quant'altro, che servono a rendere gli scontri più vari nelle tattiche da adottare. Niente di rivoluzionario, anche perché, come già sottolineato, rivoluzionare Nidhogg significherebbe rovinarlo, ma si tratta comunque di una serie di revisioni interessanti, che emergono soprattutto quando si gioca con qualcun altro.

La fiamma sopita

Come Nidhogg, Nidhogg 2 rimane un titolo pensato essenzialmente per essere giocato in multiplayer. Ha una modalità single player, che consiste nel superare dieci scontri contro la CPU nel minor tempo possibile, ma è davvero secondaria e, se non ci si lascia prendere dalla gara di velocità, la si accantona dopo una cinquantina di minuti visto che manca di varianti. Giocare in multiplayer, invece, è un altro paio di maniche, visto che Nidhogg 2 può davvero rapire per ore. Anche in questo caso di variazioni possibili ce ne sono poche, nonostante i match siano configurabili scegliendo quali armi utilizzare, settando dei limiti di tempo o attivando alcuni bonus.

Il vermone che mangia i vincitori c'è ancora
Il vermone che mangia i vincitori c'è ancora

Rimane il fatto che funziona davvero bene nella sua essenzialità. Certo, va anche detto che se ci si era stancati di Nidhogg, pur avendolo magari apprezzato, Nidhogg 2 fa davvero poco per riattizzare e mantenere viva la fiamma, perché il gioco è sostanzialmente lo stesso. Ci sono più mappe, è più bello da vedere, offre alcune piccole novità, ma non va oltre. È un grosso lavoro di rifinitura, questo sì, ma va detto che gli manca un po' dell'energia anarchica dell'originale. È eccezionale se giocato con qualche amico, ottimo per molti aspetti, ma non riesce più a folgorare e, complessivamente, pur offrendo più contenuti, perde d'interesse più velocemente. La sostanza è che se vi era piaciuto Nidhogg, sicuramente non potete ignorare Nidhogg 2, ma, allo stesso tempo, se pensate di aver giocato a sufficienza con quello e l'idea di riprenderlo in mano non vi solletica, questo non vi darà grosse motivazioni per cambiare idea.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore Intel Core i7-4770
  • 16 GB di RAM
  • Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
  • Sistema operativo Windows 10

Requisiti minimi

  • Sistema operativo Microsoft Windows Vista / 7 / 8 / 10
  • Processore 2.4 GHz Intel Core 2 Duo o superiore
  • 1 GB di RAM
  • Scheda video GPU compatibile con OpenGL 3.2 con almeno 256MB di VRAM
  • 500 MB di spazio su Hard Disk
  • DirectX 9.0c

Requisiti consigliati

  • Processore 2.8 GHz Intel Core 2 Duo o superiore
  • 2 GB di RAM
  • Scheda video GPU compatibile con OpenGL 3.2 con almeno 512MB di VRAM

Conclusioni

Versione testata PC Windows, PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 14,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (3)
5.5
Il tuo voto

Nidhogg 2 è il degno seguito di Nidhogg, di cui riprende e amplia le meccaniche fondamentali, senza tentare di stravolgerle in alcun modo. In un certo senso è la conferma implicita dell'unicità dell'idea originale, che però è anche un suo limite visto che emanciparsene è davvero difficile. Insomma, se vi è piaciuto il primo capitolo, tenete in considerazione anche questo, ma solo se avete voglia di ripetere più o meno la stessa esperienza, vestita in modo più accattivante. Ovviamente vi consigliamo di giocarci online, perché in single player è davvero insulso.

PRO

  • Meccaniche semplici e accattivanti
  • Graficamente evoluto rispetto al primo episodio
  • Il multiplayer

CONTRO

  • Il single player è insulso
  • Se vi aveva stancato Nidhogg, qui troverete poco che vi possa attrarre