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Tutta la verità su Xenoblade Chronicles 2 nella nostra recensione

Scoprite con noi se Monolith Soft ha fatto centro anche su Switch

RECENSIONE di Christian Colli   —   30/11/2017

Xenoblade Chronicles è stato il titolo che ha rilanciato il genere dei giochi di ruolo nipponici quando, sette anni fa, stentava a dire la sua in un mercato che cercava l'innovazione a tutti i costi oppure che si arroccava in cima alla montagna della tradizione: il director di Xenogears e XenoSaga aveva scelto un approccio intermedio e, così facendo, era riuscito in un'impresa titanica, spremendo l'hardware di Wii fino all'ultima goccia. Due anni fa ci ha riprovato con Xenoblade Chronicles X su un'altra console Nintendo, Wii U, compiendo un altro piccolo miracolo tecnico mentre sperimentava nuove filosofie di gioco. Lo straordinariamente controverso Xenoblade Chronicles X ha dimostrato la versatilità dello sviluppatore nipponico Monolith Soft, rappresentando uno dei punti più alti raggiunti dall'indimenticabile console col GamePad. Considerando questo curriculum, l'entusiasmo che ha circondato l'annuncio e l'attesa per Xenoblade Chronicles 2 non poteva che essere stellare. Vogliamo andare dritti al punto: Xenoblade Chronicles 2 è un capolavoro di JRPG che chiude in bellezza il trionfale 2017 di Nintendo. E tanto per essere chiari, se non avete giocato i due precedenti Xenoblade Chronicles, potete cominciare tranquillamente da questo.

I cieli di Alrest

Di titoli open world in questi anni ne abbiamo visti tantissimi, ma a volte ci dimentichiamo che c'è sempre una "prima volta" per tutti e che questo Xenoblade Chronicles 2, che per molti giocatori sarà il terzo Xenoblade, per altri sarà invece il primo. I voti che diamo ai giochi sono freddi numeri che cercano disperatamente di tradurre le sensazioni che abbiamo provato giocando, cosa ancor più vera quando si affrontano titoli emotivamente impegnativi come possono essere alcuni giochi di ruolo e, in particolare, quelli scritti dal geniale Tetsuya Takahashi: il director degli Xeno è uno che ci va giù pesante, uno sceneggiatore che rapisce il giocatore e non lo molla più per ore. La prima volta che siamo saliti alle Pianure di Gaur nel primo Xenoblade Chronicles, in cerca di vendetta dopo uno dei più intensi prologhi che abbiamo mai giocato in un JRPG, siamo rimasti a bocca aperta: davanti ai nostri occhi si spalancava uno scenario maestoso, incredibile soprattutto perché in qualche modo girava su una console relativamente potente come Wii. È stato allora che abbiamo capito quanto fosse speciale Xenoblade Chronicles.

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Forse è per questo che, sei anni, due Xenoblade Chronicles e decine di open world dopo, i panorami di Xenoblade Chronicles 2 non hanno avuto lo stesso effetto scioccante. Intendiamoci, il nuovo JRPG di Monolith Soft è ambientato in un mondo ispirato e strutturalmente maestoso - provate a immaginare le Pianure di Gaur summenzionate... ma con la testa del Bionis che si muove all'orizzonte! - e in più di un'occasione lascia a bocca aperta per la sua complessità e ricchezza di dettagli, tra effetti atmosferici e cicli giorno/notte che alterano lo scenario, la colonna sonora incredibile di uno Yasunori Mitsuda in grande spolvero e una quantità di creature che scorrazza qua e là con intenzioni più o meno ostili. Semplicemente, questo è l'open world che ormai ci aspettiamo da Monolith Soft. Beati quelli che giocano il loro primo Xenoblade Chronicles, insomma! Per loro sarà più facile perdonare anche gli scivoloni tecnici: parecchie texture in basse risoluzione, qualche incertezza nel frame rate, un aliasing fastidioso. È lo scotto da pagare per un titolo gargantuesco che gira magnificamente anche in versione portatile, a scapito di una risoluzione inferiore che restituisce un'immagine sensibilmente più sporca. Ma se è vero che i nuovi giocatori saranno quelli a restare assolutamente incantati, bisogna sottolineare che il mondo di Alrest riserva parecchie sorprese per tutti. Dopo aver ambientato un gioco sopra e dentro i cadaveri di due giganti e un altro su un pianeta misterioso che sembrava la versione intergalattica dell'isola di Lost, Takahashi ha deciso di dividere l'open world di Xenoblade Chronicles 2 in una serie di giganteschi territori viventi, Titani che navigano in un mare di nuvole che, a sua volta, circonda un gigantesco albero chiamato Elysium.

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Tales of Aegis

Rex è un recuperatore, un giovanotto che vive sulla schiena di un titano vecchio e minuscolo e che si guadagna da vivere tuffandosi nel mare delle nuvole a caccia di rottami e manufatti preziosi. La sua abilità attira l'attenzione di un gruppetto misterioso che gli propone un grande affare, ma quando Rex sfiora la strana spada custodita in fondo a un antico relitto, diventa inavvertitamente il Ductor di Pyra, una leggendaria Gladius che tutti vogliono per ragioni oscure. Nel mondo di Xenoblade Chronicles 2, infatti, ci sono persone che possono entrare in risonanza coi cristalli nucleici e materializzare i Gladius dentro di essi, esseri viventi dai poteri straordinari. Cosa siano i Gladius, come facciano a esistere e quale sia il loro legame col mondo di Alrest sono solo alcuni dei tanti misteri che Rex dovrà svelare nel corso della sua missione: accompagnare Pyra a Elysium e scoprire se l'ancestrale dimora dell'umanità è ancora abitabile, ora che i Titani stanno lentamente estinguendosi. Xenoblade Chronicles 2 è un racconto di Takahashi, dunque aspettatevi colpi di scena a profusione, aspettative rovesciate, segreti millenari e una mitologia che sfiora l'iconografia religiosa per spiegarci ancora una volta il senso della vita e l'insensatezza del razzismo. Ai grandi significati Xenoblade Chronicles 2 ci arriva col fiato un pochino corto, passando per tutta una serie di disavventure che rendono l'intreccio sì imprevedibile, ma anche un pelino troppo diluito soprattutto nel troncone centrale della trama. Quando finalmente riprende il filo conduttore, Takahashi si dà alla pazza gioia e corre come un treno fino all'epica conclusione della storia.

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La caratterizzazione dei personaggi è generalmente sublime, pur scadendo in qualche cliché, come quello del villain mascherato o dell'eroe ingenuo e altruista, compensati però da un cast di comprimari straordinariamente vario e coinvolgente. Negli ultimi mesi si è polemizzato sul character design mediamente fanciullesco che fa un po' a pugni con i costumi succinti di alcuni personaggi, Pyra in primis. Vogliamo rassicurarvi sul fatto che le ragazze in questione, per quanto svestite, sono tutt'altro che banali forme sensuali: Takahashi si è sempre premurato, con l'aiuto della moglie Soraya Saga, di tratteggiare soprattutto le eroine dei suoi giochi, da Elhaim di Xenogears a Shion di XenoSaga, passando per Fiora, Melia e Elsa nei precedenti Xenoblade. Anche questa storia non fa eccezione. Pyra è un personaggio estremamente complesso, al quale è impossibile non affezionarsi, ma lo stesso si può dire anche per Nia o, sul fronte maschile, per il corpulento Vandham e il tenero Tora, un Nopon che non può diventare un Ductor e che pertanto si è costruito una Gladius artificiale tutta sua. Dispiace solo che il doppiaggio inglese fatichi a rendere giustizia al cast: la localizzazione occidentale ha prediletto anche questa volta l'accento britannico, ma la recitazione a volte stona col contesto e la sincronizzazione labiale lascia parecchio a desiderare. In questo senso, non possiamo fare a meno di consigliarvi di scaricare il pacchetto gratuito che implementa l'audio giapponese originale: l'espressività dei doppiatori nipponici è, come sempre, incredibilmente esaltante e impreziosisce le cinematiche più spettacolari in cui Xenoblade Chronicles 2 diventa praticamente un anime, tra colpi speciali gridati a squarciagola, gag esilaranti e combattimenti frenetici che tolgono il fiato.

L'ispettore Gladius

Siamo felici di poter affermare che Monolith Soft ha fatto tesoro delle critiche ricevute per la strutturazione delle missioni secondarie nei due precedenti Xenoblade Chronicles, poiché quelle che ora appaiono via via che si prosegue nella "campagna" principale, se così vogliamo chiamarla, ci sono sembrate molto più dinamiche e articolate che in passato. A scanso di equivoci, prima o poi bisogna sempre eliminare qualche nemico o raccogliere degli oggetti, ma a sorreggere questi incarichi c'è spesso una narrativa solida che talvolta prende pieghe imprevedibili, prolungando i semplici incarichi in modo sensato e interessante. Il sistema di viaggio rapido consente un'ampia libertà di manovra e il nuovo menù che elenca le missioni è chiaro e intuitivo, indicando persino gli orari del giorno in cui è possibile completare alcune di esse, oltre che l'ubicazione sull'intricata mappa di Alrest. Tra missioni in cui bisogna cucinare pietanze assortite per una Nopon che vuole imparare a cantare per ritrovare suo figlio e sorprendenti riunioni di famiglia, iscrizioni da tradurre per localizzare un tesoro e mercenari traditori, ce n'è per tutti i gusti. A volte le missioni secondarie si intrecciano con un'altra meccanica legata direttamente ai Gladius, e cioè quella delle abilità sul campo. I Gladius, infatti, possiedono delle capacità che ci permettono di interagire con l'ambiente. Alcune di esse si attivano automaticamente e ci permettono di estrarre un maggior numero di risorse negli appositi punti di raccolta, mentre altre vanno combinate allo scopo di aprire forzieri altrimenti irraggiungibili o sbloccare percorsi alternativi.

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Il sistema è interessante e funziona, ma purtroppo risulta a volte un po' macchinoso per via di una congiunzione infelice di meccaniche che costringe alla frequente apertura dei menù. Le abilità sul campo funzionano solo se abbiamo equipaggiato i Gladius corrispondenti e questi ultimi non le imparano in modo tradizionale, per esempio accumulando punti esperienza: bisogna infatti compiere azioni particolari e disparate, come usare un attacco più volte o consumare una certa pietanza, quindi diventa abbastanza complicato tenere traccia di tutti i Gladius e le corrispondenti abilità già sbloccate o che dobbiamo ancora sbloccare. La maggior parte dei Gladius, oltretutto, si ottiene in modo del tutto casuale "aprendo" i cristalli nucleici: migliore è la qualità del cristallo, maggiori sono le possibilità di ottenere un potente Gladius unico, ma più spesso si materializzano Gladius generici che combinano in modo completamente random armi, proprietà elementali e abilità sul campo. Può capitare, insomma, che si arrivi a un certo punto del gioco, dopo molte ore, senza aver ancora sbloccato una certa abilità sul campo che ci preclude l'apertura di alcuni forzieri. Fortunatamente, questo elemento del gameplay non incide minimamente sulla progressione naturale della trama principale, legata soprattutto ai Gladius obbligatori, come Dromarch o Pyra, che ricoprono un ruolo fondamentale nella narrativa. Il sistema "gacha" dei Gladius può apparire quindi controverso, ma si sposa benissimo con la struttura open world di Xenoblade Chronicles 2: a parte il fatto che alcune missioni secondarie ricompensano con Gladius unici, la ricerca di nuovi cristalli nucleici stimola il giocatore a esplorare ogni angolo di Alrest, mentre le missioni secondarie, per come sono strutturate, incentivano a percorrere strade alternative e a scoprire location che la trama principale magari non sfiorerebbe neppure.

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La vita è un tutorial

Quanto descritto fino a questo momento non avrebbe funzionato a dovere, se non ci fosse stato un sistema di combattimento eccellente a sostenere un'avventura che può superare tranquillamente il centinaio di ore di gioco se si punta a completarne ogni singolo aspetto. Anche in questo caso, non possiamo fare a meno di elogiare il lavoro svolto dal team di Monolith Soft e di tranquillizzare, ancora una volta, i lettori che, come noi, guardando i filmati promozionali pubblicati in questi mesi, temevano il ritmo più lento e cadenzato delle battaglie. La verità è che, sì, i primi combattimenti vi sembreranno molto più lenti rispetto a quanto giocato in Xenoblade Chronicles e Xenoblade Chronicles X, se non altro perché non dovrete spostare costantemente il cursore sui vari attacchi speciali, mappati direttamente sui tasti A, B, X e Y: tre per l'arma e uno per l'attacco del Gladius equipaggiato. Ogni arma dispone di quattro attacchi speciali in totale, ma è possibile impostarne un massimo di tre. Vi sembrano pochi? Aspettate qualche ora. Xenoblade Chronicles 2 scandisce lentamente la progressione e continua a sciorinare nuove meccaniche persino superate le trenta ore di gioco. Dobbiamo ammettere che inizialmente ci era sembrato un approccio discutibile ma poi, una volta appresa ogni dinamica del sistema di combattimento, ci siamo completamente ricreduti.

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Spiegare ogni meccanica in poche parole è pressoché impossibile, ma è proprio questo il punto: Xenoblade Chronicles 2 istruisce pian piano il giocatore e aspetta che abbia assimilato soddisfacentemente certi meccanismi prima di aggiungerne altri. Dunque all'inizio vi ritroverete con un Rex capace di sferrare dei lenti attacchi automatici che caricano le mosse speciali della sua spada e quella di Pyra. Lentamente, imparerete a collegare i poteri dei Gladius in gruppo, quindi a sigillare le abilità del nemico e a concatenare gli effetti di fiaccamento, lancio e atterramento. A quel punto, il gioco vi insegnerà a sferrare devastanti attacchi sequenziali e a cambiare arma/Gladius al volo, mentre spendete i punti guadagnati combattendo per sbloccare le abilità dei nostri eroi che possono semplicemente aumentare una statistica o conferire la capacità di collegare gli attacchi speciali senza dover aspettare un tempo di ricarica.

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Senza neppure accorgervene, vi ritroverete a combattere insieme a tre Gladius per personaggio - quattro, nel caso peculiare di Rex! - e a passare continuamente da uno all'altro per sfruttare ogni attacco, punto debole o combinazione elementale. Il personaggio che state controllando concatenerà tre colpi di ascia, cambierà Gladius e ne sferrerà tre di katana, quindi innescherà una combo elementale attivando il Gladius di un altro membro del party col tasto dorsale e cambierà nuovamente Gladius per fiaccare e atterrare l'avversario in modo che l'ultimo attacco che eseguirà il suo Gladius, nuovamente cambiato nel giro di pochi secondi, infligga più danni al completamento di un semplice quick time event a schermo. E questo è solo un esempio di quanto possa diventare frenetico un sistema di combattimento profondo e appagante che richiede un certo tempismo e una discreta dose di strategia, soprattutto se si vogliono sconfiggere i mostri unici e i super boss che infestano Alrest. Possiamo dire che Xenoblade Chronicles 2 è il perfetto punto d'incontro tra la complessità degli scontri in Xenoblade Chronicles X e la spettacolarità di quelli affrontati nel primo Xenoblade Chronicles: imparare a combattere e facile, ma sfruttare ogni meccanica alla perfezione è tutta un'altra storia.

Conclusioni

Multiplayer.it
9.4
Lettori (253)
8.9
Il tuo voto

Xenoblade Chronicles 2 è un gioco di ruolo mastodontico, spettacolare e longevo che dimostra ancora una volta il valore della nuova console Nintendo a scapito di qualche incertezza sul fronte grafico, comprensibile se si guarda il prodotto nell'insieme e si pensa che riesce a stare letteralmente nel palmo di una mano. Monolith Soft ha rimediato a molti errori strutturali commessi nei due già eccezionali Xenoblade per Wii e per Wii U, introducendo nuove dinamiche di gioco interessantissime. Chi ha già giocato le precedenti produzioni dello sviluppatore nipponico probabilmente resterà meno sbalordito dalla sua maestosità, ma non potrà fare a meno di rimanere incantato di fronte a una direzione artistica superlativa, a un cast indimenticabile e a una colonna sonora strepitosa. Xenoblade Chronicles 2 è, insomma, un altro ottimo motivo per mettere Switch sotto l'albero di Natale insieme a Mario e Zelda.

PRO

  • La storia e il cast
  • La colonna sonora e il mondo di Alrest
  • Il sistema di combattimento
  • La longevità e i segreti da scoprire

CONTRO

  • La serie comincia a diventare un po' derivativa
  • Il doppiaggio inglese poteva essere migliore
  • Qualche incertezza sul fronte della grafica