Se la fine di questo 2017 è così interessante per gli amanti della realtà virtuale, il ringraziamento da parte di questi ultimi deve andare in larghissima parte a Bethesda. Il publisher del Maryland ha infatti calato da poco la carta Skyrim VR, prima di un tris di uscite destinato a completarsi con l'arrivo di Fallout 4 VR tra pochi giorni. Nel mezzo, l'arrivo nei nostri caschetti di DOOM VFR, a differenza degli altri due titoli progettato con la realtà virtuale in mente sin dall'inizio. I demoni della storica saga targata id Software sono dunque pronti a darci la caccia in una dimensione tutta nuova, stavolta subito su più piattaforme, dato che a differenza di Skyrim VR, DOOM VFR è infatti disponibile per PC (HTC Vive) e PlayStation 4. È stata la console di Sony a ospitare il nostro ritorno su Marte, a distanza di un anno dal reboot della serie uscito nel 2016. Per sapere com'è andata, non dovete fare altro che continuare a leggere.
Ultimo superstite, ma per poco
A beneficio di chi non dovesse sapere da dove arriva la F di DOOM VFR, diciamo subito che essa serve a comporre l'acronimo di Virtual Fucking Reality, una sorta di omaggio all'arma BFG (Big Fucking Gun) ricorrente nei titoli della serie DOOM. Dall'ultimo di questi, il già citato capitolo uscito l'anno scorso, DOOM VFR eredita l'ambientazione su Marte, all'interno del centro di ricerca UAC invaso dai demoni. All'inizio del gioco siamo chiamati a controllare l'ultimo superstite umano, che in realtà viene subito ucciso da un demone. Grazie a qualche diavoleria la coscienza del malcapitato finisce all'interno di un organismo robotico artificiale, tramite il quale potrà quindi provare a capire che cosa sia successo, ripristinando allo stesso tempo la normalità all'interno della struttura. Le vecchie conoscenze demoniache brulicano, e come da tradizione della saga la trama è solo un piccolo pretesto per iniziare a ripulire l'infestazione attraverso scontri a fuoco adrenalinici in compagnia di un numero esoso di creature diaboliche. Nel caso di DOOM VFR è in realtà il protagonista a raccontare lo svolgimento della trama con le sue stesse parole, forse per permettere a chi ha il visore in testa di calarsi maggiormente nella parte. Se non avete giocato a DOOM nel 2016, comunque sia, non temete: il legame tra questo e DOOM VFR è davvero debole e non c'è nessuna necessità di essere a conoscenza di quanto raccontato un anno fa, se non per trovare punti comuni nei nemici e nelle ambientazioni. Per il resto, DOOM VFR alterna gli scontri brutali e adrenalinici tipici della serie a momenti di relativa calma, in cui il giocatore è chiamato a risolvere dei piccoli enigmi. In totale per portare tutto a compimento si impiegano tra le tre e le quattro ore, aumentabili nel caso in cui si vogliano raccogliere i collezionabili o riprovare la sfida a livelli di difficoltà superiori.
Trofei PlayStation 4
DOOM VFR conta un totale di quindici trofei, nessuno dei quali di tipo Platino. L'unico d'Oro può essere ottenuto completando il gioco a tutte le difficoltà disponibili, mentre l'unico d'Argento raccogliendo i collezionabili presenti nell'avventura. Gli altri tredici sono quindi tutti di Bronzo e riguardano vari aspetti di DOOM VFR come la raccolta di armi e munizioni, il teletrasporto e le uccisioni dei nemici con telefrag.
Come ti ammazzo il demone
Il sistema di controllo di DOOM VFR è compatibile con tutte le alternative che PlayStation VR ha da offrire. Le dinamiche messe in campo da id Software fanno del movimento tramite teletrasporto il loro perno centrale, aggiungendo ai combattimenti il cosiddetto telefrag: teletrasportandosi nel corpo di un demone che ha subito danni a sufficienza è possibile farlo esplodere in mille pezzi. Una dinamica che si presta perfettamente all'universo sanguinolento di DOOM, strizzando allo stesso tempo l'occhio alle limitazioni imposte all'uso dei due controller Move, coi quali il movimento libero non è previsto. Il sistema di strafe nelle quattro direzioni principali si candida come utile coadiuvante per i movimenti, ma nel caso in cui si voglia il movimento libero bisogna rivolgersi a un Aim Controller oppure al normale DualShock 4. Entrambe le soluzioni si difendono bene, ma non sono esenti da difetti: nel primo caso per quanto riguarda l'ottimizzazione dell'interfaccia e della visuale, mentre nel secondo si perde un po' in termini d'immedesimazione, rendendo DOOM VFR più simile a un gioco non in realtà virtuale. Come avviene altrove, se si usa il controller standard la mira viene affidata ai movimenti della testa, lasciando a stick e bottoni il controllo del corpo: al di là dell'alternativa tra teletrasporto e movimento libero, le opzioni per ridurre il malessere da movimento riguardano principalmente la rotazione della visuale, anch'essa libera o a scatti di un numero di gradi configurabile. Quest'ultima alternativa manca coi Move, tramite i quali ci si può girare solo di centottanta gradi, rendendola molto probabilmente la soluzione più scomoda per giocare a DOOM VFR. Anche nel caso dello shooter di id Software la scelta definitiva sta al giocatore, che a seconda delle periferiche di controllo a propria disposizione può scegliere la configurazione in grado di garantire il miglior comfort. Pur non potendo contare su alternative particolari come quelle offerte da Resident Evil 7, dobbiamo dire di non avere avuto problemi di motion sickness. Ciò che invece non cambia tra i sistemi di controllo è il livello di dettaglio grafico, misurato a dovere da id Software per garantire una resa che resta di buonissima fattura anche attraverso l'inevitabile degradazione dell'immagine di PlayStation VR. Il risultato può contare su un livello di dettaglio davvero ottimo, ai massimi livelli rispetto a quanto visto finora sul caschetto marchiato Sony.
Conclusioni
La pecca più grande di DOOM VFR sta nella sua durata. Se andare a caccia di demoni avesse richiesto più di una manciata di ore, ci saremmo davvero trovati davanti a un gioco da tenere come esempio per gli altri - del suo genere e non - nell'ambito della realtà virtuale. Così come stanno le cose, DOOM VFR si fa comunque apprezzare, ma per un tempo che ci permette solo di avere un piccolo antipasto di ciò che è possibile realizzare partendo da un'impostazione pensata per questo tipo di tecnologia. Gli amanti della realtà virtuale e di DOOM in generale, comunque, non vorranno farselo scappare.
PRO
- L'essenza di DOOM c'è e si vede
- Il telefrag è abbastanza divertente
- Ottima resa grafica
CONTRO
- Durata limitata a poche ore
- Controllo tramite Move castrato