Con un "leggero" ritardo uno dei capisaldi dell'intrattenimento nipponico giunge "ufficialmente" anche su piattaforme Windows. Vedere comparire nella pagina iniziale di Steam il logo di Chrono Trigger è stato un vero e proprio tuffo al cuore per una numerosissima schiera di appassionati: del resto nessuno si aspettava di veder approdare su PC quello che è definito da più parti uno dei migliori giochi mai creati.
Davvero serve un riepilogo per un titolo che su Metascore tocca l'invidiabile quota di 92 punti nel suo porting per Nintendo DS? Per quel gioco di ruolo che ha segnato schiere di adolescenti degli anni Novanta? Per quell'opera d'arte che porta la firma del "dream team" costituito dai creatori di Final Fantasy, Dragon Quest e Dragon Ball? Beh, evidentemente può essere utile solo ai millennial meno scafati e ai talebani del Personal Computer, sistema che non aveva mai avuto l'onore di ospitarlo nei propri hard disk, se non tramite l'amata/odiata emulazione. Il gioco ha visto la luce nel 1995 all'interno di una cartuccia del Super Nintendo dove, al fianco dei 32 megabit di ROM, trovava posto anche una memoria tampone RAM, alimentata da una batteria ausiliaria, che serviva per i salvataggi. Non c'era bisogno, considerata la relativa semplicità del motore grafico, dei famosi coprocessori che rappresentavano una delle tante chicche della "console-gourmet" della casa giapponese.
Se vi state chiedendo come abbiano fatto 4 Megabyte a diventare 700 (tale è la dimensione del download da Steam), vi manca un passaggio fondamentale: il buon Chrono Trigger infatti è stato rispolverato nel 1999 per PlayStation, in un'edizione "potenziata" propedeutica all'uscita del seguito spirituale Chrono Cross. In quell'occasione sono stati aggiunti dei FMV in stile anime realizzati da Akira Toriyama (uno dei magnifici tre) e da Toei Animation, oltre ad altre gustose leccornie che la capienza di un medium come il CD-Rom poteva garantire. Se pensavate che fosse finita qui vi sbagliate di grosso perché una decina d'anni dopo il gioco di ruolo iniziava ad invadere anche il mondo mobile, a partire dal DS con una release riadattata per il dual/touch screen della console portatile di casa Nintendo a cui venivano aggiunti due livelli inediti: Vortice dimensionale e Santuario perduto. Nel 2011 è arrivata la versione per iPhone, con una grafica "migliorata", ma priva dei filmati, e la localizzazione in italiano; l'anno seguente è stata la volta della conversione per sistemi Android. Entrambe recentemente hanno visto la reintroduzione delle sequenze anime con un update uscito in concomitanza con la release Steam.
Ti piace vincere facile?
Una lunga cronistoria giusto per dire che quella che ci troviamo tra le mani dovrebbe essere la versione più completa del titolo di Square-Enix (Squaresoft all'epoca del rilascio iniziale), ma vogliamo proprio sperare che non sia così. Si tratta infatti di un catastrofico copia/incolla del codice per smartphone, nulla di più: tante sono state le lamentele della comunità che il team ha cercato di tranquillizzare i fan inferociti promettendo, a poche ore dal lancio del titolo, una serie di aggiustamenti. Vediamo di entrare un po' più nel dettaglio per capire cosa abbia scatenato questa vera e propria ondata di malcontento. Dal punto di vista tecnico le uniche vere novità risultano essere il supporto a mouse e tastiera, comunque molto imprecisi e con l'impossibilità di riassegnare i tasti, e il salvataggio automatico su cloud. La realizzazione, nel suo complesso, è approssimativa, appesantita da un'interfaccia confusionaria, studiata per display touchscreen, che finisce spesso con l'invadere lo schermo. La risoluzione, unica opzione modificabile dal menù iniziale, sale fino allo standard FullHD, ma per arrivare a questo limite i programmatori hanno semplicemente zoomato i fondali originari con un risultato che è francamente indigeribile a meno di possedere un tablet o un ultrabook. Solo sui monitor di questi dispositivi, dove il PPI è elevato, le lacune grafiche vengono attenuate; mentre ai possessori dei tradizionali 24 o 27" l'unica strada percorribile sembrerà quella di giocare in finestra.
Un interessantissimo tweet di Fred Wood, autore del platform Kuso, ci aiuta a capire cosa sia successo in fase di conversione partendo dagli sprite: la maggior parte è stata oggetto di un curioso remake che li ha certamente definiti nei contorni ma allo stesso tempo sembra che li abbia resi meno dettagliati; alcuni elementi sono stati ridisegnati ex-novo e stonano con la grafica pixellosa, altri invece sono rimasti tali e quali. La parte più drammatica riguarda però i fondali dove le texture sono affiancate in modo casuale: in parole povere la release per SNES è senza dubbio superiore. La scarsa cura nella trasposizione si nota poi anche in altri dettagli, come nelle schermate in cui si può modificare il nome dei protagonisti, che non sono altro che finestre di sistema in stile Windows 3.1, degne del peggior programmino amatoriale e non certo giustificabili per un colosso del calibro di Square-Enix. E che dire poi del puntatore del mouse che continua a rimanere in bella vista durante le sessioni? Ciliegina sulla torta la richiesta di non spegnere il "dispositivo mobile" durante le schermate di salvataggio. A questo bisogna aggiungere una lista di bug: la galleria e il bestiario, per esempio, sono scomparsi; i filmati partono a proprio piacimento (ci è capitato di passare il punto in cui si sarebbe dovuto attivare il primo e invece non è accaduto nulla). Altri eventi ci sono sembrati buggati, come ad esempio il gatto, nella fiera del millennio, che scompare dallo schermo, rendendo impossibile completare un mini gioco. Difficile accettare che un titolo con la bellezza di ventitré primavere sul groppone possa ancora presentare errori simili.
Nonostante tutto
Assorbito questo colpo basso resta comunque l'eccezionalità di un gioco praticamente perfetto, in grado di superare brillantemente, nel suo scheletro, il passare degli anni. Questo grazie alla creatività di un team per certi versi irripetibile: un nugolo di autentici artisti che hanno saputo cogliere nel segno a partire dalla trama, capolavoro in cui si intrecciano le storie di sei protagonisti indimenticabili, sballonzolati nel tempo nel tentativo di salvare il mondo. Il gioco inizia nell'anno 1000, con il muto Crono che si imbatte in Marle, una misteriosa ragazza che indossa un altrettanto misterioso pendaglio, mentre si reca alla fiera del Millennio dove l'amica Lucca vuole dimostrare il funzionamento della sua ultima invenzione, un aggeggio che permette di teletrasportare le persone da una piattaforma all'altra. Si scopre, grazie a Crono che fa da cavia, che il Telepod effettivamente funziona, ed anche Marle decide di provarlo; ma, una volta entrata, viene inghiottita da un vortice temporale e a terra riamane soltanto la sua collana. Parte da qui una ricerca che condurrà i nostri beniamini ad uno dei tredici finali del gioco, a cui si giunge in base a numerose scelte fatte durante la trentina d'ore richiesta per portare a termine l'avventura. A differenza dei jRPG tradizionali in Chrono Trigger gli scontri non sono casuali, ma i nemici sono sempre ben visibili sulla mappa, ed avvengono senza che si apra una schermata di battaglia come invece accade in Final Fantasy. L'utilizzo sia delle tecniche singole che delle combinazioni magiche che man mano si sbloccano salendo di livello con il party contribuisce ad aumentare il livello tattico degli scontri la cui difficoltà non dovrebbe comunque creare molti grattacapi. La quest principale si arricchisce con altre facoltative, numerosi minigiochi e ingegnosi puzzle da risolvere spesso sfruttando la possibilità di viaggiare nel tempo. L'accompagnamento musicale, affidato al maestro Yasunori Mitsuda (con la collaborazione dell'immancabile Nabuo Uematsu), è l'ennesimo fiore all'occhiello di questa produzione stellare: fortunatamente non ha risentito delle scarsa cura riservata alla parte grafica, sicché si potrà godere delle sinfonie orchestrali portate nei teatri di mezzo mondo e meritevoli di essere riversati anche su CD commemorativi.
Che fretta c'era?
Con tutti gli elogi sciorinati poco sopra, è comprensibile l'acredine dei devoti di Crono e Lucca, che si sono sentiti presi in giro ed hanno persino tirato in ballo teorie complottiste. Square-Enix non doveva permettersi di infilare nello spremiagrumi commerciale anche la sua creatura più iconica, venerata e riverita: un minimo sforzo economico aggiuntivo avrebbe sicuramente permesso un risultato migliore di questo porting di porting. A poco servono gli extra concessi dal publisher per placare gli animi (la versione limited, che comprende un medley di cinque dei brani più iconici, un libretto digitale realizzato da Yasunori Mitsuda e sei wallpaper, è garantita allo stesso prezzo di quella standard sia per chi ha già acquistato il gioco sia per chi lo farà entro la fine di marzo). Passato l'amaro dalla bocca, rimane una delle pietre miliari nella storia dei videogame (non solo giapponesi) e per tale motivo non possiamo che consigliarla a chi non ci ha mai giocato, facendo attenzione al prezzo e alla changelist delle (speriamo) prossime patch. O, in alternativa, ricorrendo all'emulazione.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema Operativo: Windows 10 64bit
- Processore: AMD Ryzen 7 1700
- Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1080
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7/8/8.1/10 (32bit/64bit)
- Processore: Intel Core i3 2.3GHz
- RAM: 4 GB
- Spazio sul disco: 2 GB
- Scheda video: INTEL HD Graphics 530
Conclusioni
Un gioco fantastico purtroppo sfregiato da una conversione non all'altezza. Se nel mondo mobile un porting del genere poteva passare semi-inosservato, sulla piattaforma della "Master Race" i tanti difetti tecnici vengono a galla troppo prepotentemente. Un classico da non perdere per chi non ci ha mai giocato, facendo attenzione al prezzo e soprattutto alle patch.
PRO
- Strutturalmente inattaccabile
- Trama unica
- Musiche sopraffine
CONTRO
- Realizzazione tecnica
- Nulla che possa attirare chi lo ha già giocato
- Bug