80

Solo: A Star Wars Story, la recensione

Solo: A Star Wars Story, le avventure (e i dolori) del giovane Han Solo.

RECENSIONE di Valentina Ariete   —   24/05/2018

Gilet, sguardo disincantato, sorriso irresistibile, grande abilità nel pilotare le astronavi e una certa propensione a sparare per primo: Han Solo, l'unico e inimitabile, comprimario in Guerre Stellari, ideato e diretto da George Lucas nel 1977, ha rubato presto la scena al protagonista Luke Skywalker (Mark Hamill) così come il cuore dei fan. Il suo fare un po' ruvido non ha solo fatto sciogliere la determinata principessa Leia (Carrie Fisher), ma lo ha reso uno dei personaggi più iconici della storia del cinema. Gran parte del suo fascino non è dovuto solo alla faccia da schiaffi di Harrison Ford, ma al fatto che sia una figura avvolta dal mistero. Sappiamo molto poco del passato di Han, della sua famiglia e di come abbia incontrato l'inseparabile Chewbecca. È per questo che, quando è stata annunciata la realizzazione di un film dedicato agli anni giovanili di Solo, tutto il mondo è rimasto combattuto tra due sentimenti: il terrore di rovinare un personaggio amatissimo e la curiosità di scoprire cosa abbia reso Han Solo Han Solo. La lavorazione è stata particolarmente travagliata, con la scelta per la regia affidata alla coppia formata da Phil Lord e Christopher Miller, forte del grande successo di The Lego Movie, sostituita poi in corsa dalla Disney perché la "linea troppo comica" non sembrava convincente con Ron Howard; quest'ultimo ha finito per rigirare il 70% del film cambiando anche alcuni attori, come Michael Kenneth Williams nel ruolo del villain, parte poi affidata a Paul Bettany. Esce quindi nelle sale italiane il 23 maggio Solo: A Star Wars Story, presentato in anteprima al 71esimo Festival di Cannes.

Il film di Chewbacca e Lando

Nel ruolo del protagonista c'è Alden Ehrenreich, scoperto da Francis Ford Coppola, che lo ha lanciato, nel 2009, in Tetro: l'attore, ampiamente criticato perché accusato di non avere lo stesso carisma di Ford (ma chi potrebbe? Di Harrison Ford ce n'è soltanto uno), in realtà fa un buon lavoro, perché l'Han Solo di questo film non è quello che tutti conosciamo (nemmeno di nome!), ma è il ragazzo che, per una lunga serie di motivi, diventerà la canaglia che sa di essere amata. L'Han di Solo è un romantico, che si arrangia come può sullo squallido pianeta Corellia, sogna di diventare il miglior pilota della galassia, ed è innamorato di Qui'Ra (Emilia Clarke), con cui progetta di fuggire verso galassie più accoglienti. Dopo un rocambolesco inseguimento iniziale, Solo: A Star Wars Story non attesta mai la sua corsa: come in Mad Max: Fury Road, una volta che gli eventi sono in moto, i protagonisti sono trascinati in una fuga continua, che non teme salti temporali o nell'iperspazio, facendo fare un giro sulle montagne russe allo spettatore, che non ha un attimo di tregua.

Solo: A Star Wars Story, la recensione

Il ritmo sincopato di Solo lo fa sembrare più un film d'avventura vecchio stile, che richiama la trilogia originale, con molta cura per ambientazioni e creature che non per la battuta di pancia, calibrando con sapienza i momenti comici. Se in superficie il protagonista potrebbe sembrare non abbastanza carismatico rispetto ai suoi comprimari, in realtà il suo essere letteralmente una spugna che assorbe e impara dai comportamenti degli altri lo rende il giovane eroe perfetto, che apprende sul campo come muoversi in un modo in cui le regole cambiano di minuto in minuto.

Verso l’avventura e oltre

Accanto a un Han che deve ancora prendere forma ci sono un Chewbecca (Joonas Suotamo, perfetto) e un Lando Carlissian (Donald Glover, alias Childish Gambino, al momento sul tetto del mondo con il brano This is America, il cui video è già nella storia) assolutamente irresistibili e perfettamente caratterizzati. Lando ha lo stile e la sicurezza di un uomo d'affari consumato, mentre Chewbe è il vero cuore del film, colui che sceglie ogni giorno di stare, anzi, di permettere ad Han di stargli accanto, formando la strana coppia per eccellenza, tanto da trasformare il film quasi in un buddy movie. Altro tassello fondamentale di Solo è il criminale interpretato da un sempre straripante Woody Harrelson, ovvero Tobias Beckett, sorta di padre e mentore per Han, in cui si possono intravedere molti degli aspetti distintivi del personaggio interpretato da Ford.

Solo: A Star Wars Story, la recensione

Il passato che guarda al futuro

Occasione sprecata invece per i personaggi femminili: se Tandie Newton è purtroppo mortificata in un ruolo che non ha abbastanza spazio, Emilia Clarke non è invece all'altezza delle scene d'azione, risultando impacciata quando è impegnata in combattimenti o maneggia delle armi. Il suo personaggio è però uno dei più interessanti, che non ci stupiremmo se tornasse con un ruolo determinante in altri capitoli della saga. Nonostante il passaggio di testimone alla regia si senta nella parte centrale, lo spirito dei primi Star Wars torna con prepotenza, per la gioia dei fan duri e puri; questo soprattutto grazie alla scrittura di Lawrence Casdan, autore di molti dei film della saga, che ricopre tutto di sabbia, polvere e ruggine, rendendo il Millennium Falcon un personaggio a tutti gli effetti e riempendo la pellicola di camei e rimandi che hanno la capacità di aumentare il valore di tutto ciò che conosciamo e amiamo dell'universo creato da George Lucas 40 anni fa.

Solo: A Star Wars Story, la recensione

Conclusioni

Multiplayer.it

7.0

Nonostante i problemi in fase di lavorazione, dovuti soprattutto al cambio in corsa della regia, Solo: A Star Wars Story è un buon film di intrattenimento, che recupera l'atmosfera e lo spirito della saga originale di Star Wars, soprattutto grazie all'apporto di Lawrence Kasdan, autore di molti episodi di Star Wars, alla sceneggiatura. Alden Ehrenreich è un ingenuo giovane Han Solo, ma la scena la rubano Chewbecca, il Lando Calrissian estremamente cool di Donald Glover e soprattutto il Tobias Beckett di Woody Harrelson.

PRO

  • La sceneggiatura di Lawrence Kasdan riporta all'atmosfera originale della saga
  • Chewbecca e Lando sono strepitosi, rubando spesso la scena al protagonista
  • Il design di creature, oggetti e costumi è molto curato

CONTRO

  • Nella parte centrale il passaggio di mano tra Lord e Miller Ron Howard alla regia si sente
  • Il personaggio di Thandie Newton è sprecato
  • Emilia Clarke conferma di non essere a suo agio nelle scene d'azione