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Akimbot, la recensione di un Ratchet & Clank indie che costa poco

Ecco la nostra recensione di Akimbot, un gioco d'azione e avventura che è in poche parole un Ratchet & Clank indie. Costa poco e piacerà ai fan sfegatati delle opere di Insomniac Games.

RECENSIONE di Nicola Armondi   —   01/09/2024
Dataset e Exe di Akimbot che sparano
Akimbot
Akimbot
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Vi sono giochi che alle volte ci ricordano come gli sviluppatori siano prima di tutto appassionati di videogiochi. In maniera più o meno esplicita, alcuni titoli mostrano le proprie fonti di ispirazioni e rendono chiaro che chi li ha realizzati voleva proprio richiamare una certa saga storica. Akimbot è uno di questi.

Disponibile su PC, PS5 e Xbox Series X|S, Akimbot è fondamentalmente un Ratchet & Clank indie, con tutti i pregi e i difetti che questa definizione può portare con sé. Vediamo però tutti i dettagli dell'opera di Evil Raptor nella nostra recensione.

La storia di Akimbot

Il gioco racconta di Exe e Dataset, rispettivamente un mercenario e un drone volante. Il mondo di Akimbot è composto unicamente da robot ed è dominato dall'Algoritmo, un impero che ha come soldati dei cloni di Master Chief versione voxel. La storia ruota attorno al Manufatto, un potente... manufatto che è in grado di controllare il tempo. Il malvagio scienziato Malware lo vuole e noi dobbiamo fermarlo, passando da pianeta in pianeta.

La storia non è affatto originale e i suoi personaggi lo sono ancora meno. Peggio ancora, i dialoghi sono veramente poco divertenti, in un'opera che cerca di replicare la comicità tipica dei Ratchet & Clank. Lo fa in modo superficiale, con due protagonisti che proprio non possono raggiungere i livelli delle proprie fonti di ispirazione e in tutto il gioco non riescono a creare una vera chimica.

Evil Raptor cerca di distanziarsi rendendo i suoi personaggi dei non-eroi, ma anche in questo fallisce. Exe, per esempio, dovrebbe essere un mercenario che odia l'Algoritmo e che accetta la missione solo per ripulire la propria fedina penale, ma per tutto il tempo accetta gli ordini dall'alto e pensa sempre a fare la cosa giusta e salvare gli innocenti, come se il team proprio non se fosse sentita di renderlo un anti-eroe fino in fondo.

Dataset e Exe sparano ai Roboglioni
Dataset e Exe sparano ai Roboglioni

Dataset è perlomeno più coerente, visto che dall'inizio alla fine vuole solo soldi e gloria, ma il risultato è quello di un Claptrap di Borderlands antipatico, scortese, sempre pronto a insultare gli altri e a lamentarsi quando per la maggior parte del tempo non fa altro che correrci dietro senza aiutare in alcun modo. Anche i cattivi lasciano il tempo che trovano e i pochi personaggi secondari sono insipidi. In altre parole, tutta la componente narrativa viaggia tra il banale e il fastidioso.

Poche armi, poco interessanti

Dal fronte del gameplay la situazione migliora, perlomeno. Anche in questo caso ci troviamo di fronte alla struttura tipica di Ratchet & Clank, in un mix di piattaforme e scontri basati quasi totalmente sulle armi da fuoco (c'è il corpo a corpo ma dopo il tutorial è praticamente inutile). Le fasi platformer sono tutto sommato piacevoli, anche se abbastanza derivative, con un mix di salti e corse sui muri.

Il negozio dove cambiare l'arma speciale e potenziarla in Akimbot
Il negozio dove cambiare l'arma speciale e potenziarla in Akimbot

Gli scontri a fuoco sono dinamici, in alcuni casi un po' soverchianti ma comunque divertenti, tra spari, schivate e un continuo cambio tra le armi, che non hanno proiettili ma si surriscaldano e richiedono piccole pause che invogliano il passaggio a una delle altre bocche da fuoco.

A questo riguardo, ci sono quattro armi base. Un fucile automatico debole ma con caricatore capiente, un mitragliatore che è in pratica l'evoluzione della prima arma, un fucile da cecchino che ha la stessa gittata delle altre armi ma i cui proiettili viaggiano più rapidamente e infliggono più danni e infine un lanciarazzi. Quest'ultimo è fondamentale per distruggere i saltuari scudi energetici che proteggono i nemici. Avremmo gradito che anche le altre armi avessero un'utilità specifica come il lanciarazzi, perché così com'è l'arsenale di Akimbot è veramente banale e pare poco rilevante usare l'uno o l'altro. Queste bocche da fuoco non hanno lo stile estremo di quelle di Ratchet & Clank e non creano varietà ludica.

Dataset se ne sta fermo a fianco di Exe la maggior parte del tempo
Dataset se ne sta fermo a fianco di Exe la maggior parte del tempo

In teoria, a cambiare le carte in tavola dovrebbe essere l'arma speciale, che possiamo scegliere tra quattro in vendita in un negozio. Prima di tutto, ci pare uno spreco creare quattro armi e poi permetterci di usarne solo una alla volta. Inoltre, questa è l'unica arma che può essere potenziata per darle effetti aggiuntivi interessanti, ma in tutta la partita abbia potenziato un'arma e mezza, pur avendo cercato con discreta attenzione le classiche casse piene di valuta che svolazza verso di noi, nuovamente in stile Ratchet & Clank.

Akimbot si limita da solo senza motivo, in breve. Certo, le armi potenti sono pensate come asso nella manica e per eliminare i nemici rapidamente (hanno infatti una propria barra di munizioni dedicata che si carica eliminando gli avversari, non si ricaricano da sole come le armi base), ma si poteva certamente trovare un modo per permetterci di usarle tutte.

Varietà ludica e grafica

Vi è poi un discorso da fare in termini di varietà. Il mix di piattaforme e sparatutto, pur con i propri limiti, funziona ma non sono le uniche componenti del gioco. Va dato atto a Evil Raptor di aver cercato di spezzare il ritmo di gioco il più possibile con varie sequenze speciali, che vanno dalla guida di un mezzo a terra, scontri con carri armati, sezioni di volo nello spazio ma anche fasi alternative tra brawler 2D, Crash Bandicoot-like e persino una sfida in stile Flappy Bird. Aggiungiamoci poi una serie di minigiochi di hacking (molto banali, ad esempio QTE, una sfida in stile Snake e il gioco delle tre carte) da ripetere molte volte nel corso dell'avventura

Ci sono tante sequenze alternative in Akimbot, come la guida di un buggy nel deserto
Ci sono tante sequenze alternative in Akimbot, come la guida di un buggy nel deserto

Innegabilmente l'impregno vero la ricerca della varietà c'è, anche se in più occasioni queste sequenze si trascinavano un po' troppo (persino Dataset commenta più volte il fatto che pare che non finiscano più). In generale, Akimbot è sempre sul punto di durare un po' più del necessario, forse alla ricerca di una longevità maggiore per un gioco indie che ovviamente deve stare attento ai propri limiti produttivi.

Questi ultimi che si notano soprattutto nella varietà delle ambientazioni, che è molto semplicemente assente, con troppe aree sempre molto simili (tra grotte ed edifici generici) e soprattutto fin troppo spesso limitate a livello cromatico. Si poteva fare molto di più in termini stilistici e anche i personaggi robotici del gioco non ci hanno convinto visivamente.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori (8)
9.1
Il tuo voto

Akimbot è un Ratchet & Clank indie che costa poco e vale il suo prezzo, ma solo se siete veramente grandi fan del genere e non vedete l'ora di tornare a sparare e saltellare in attesa che arrivi un nuovo capitolo da parte di Insomniac Games. Certo, non sperate di avere di fronte la qualità della fonte di ispirazione e soprattutto non abbiate grandi speranze per la storia e i personaggi. Ci sono vari difetti e per quanto cuore Evil Raptor abbia messo nel progetto fatichiamo a suggerire Akimbot a tutti.

PRO

  • Sezioni sparatutto divertenti
  • Fasi platformer piacevoli
  • Costa poco
  • Buona ricerca di varietà con sequenze alternative

CONTRO

  • Stilisticamente banale
  • Personaggi, trama, dialoghi dal banale al fastidioso
  • Troppe sequenze durano più del dovuto
  • L'arsenale delle armi poteva essere gestito meglio