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Animali Fantastici - I Segreti di Silente, la recensione del nuovo film nel mondo di Harry Potter

Abbiamo visto Animali Fantastici - I Segreti di Silente, il terzo film della saga prequel di Harry Potter: ecco la nostra recensione.

RECENSIONE di Alessandro Bacchetta   —   15/04/2022

State leggendo la nostra recensione di Animali Fantastici - I Segreti di Silente, uscito il 13 aprile nelle sale italiane. Si tratta del terzo capitolo della serie prequel di Harry Potter, iniziata nel 2016 e proseguita nel 2018 con I Crimini di Grindelwald: proprio la discussa qualità di quest'ultimo film, oltre alla pandemia, ha fatto sì che la successiva iterazione arrivasse più di tre anni dopo. Come avviene dal 2007, ovvero dall'Ordine della Fenice, il lungometraggio è stato diretto da David Yates.

La lavorazione del film non è stata affatto facile; a parte i già citati problemi legati a lockdown più o meno stringenti, comuni a tutta l'industria, ci sono stati altri fattori che hanno complicato lo sviluppo de I Segreti di Silente. Innanzitutto la trama eccessivamente intricata del secondo lungometraggio, unita a un ritmo alquanto discutibile, ha incentivato Warner Bros a reintrodurre lo sceneggiatore Steve Kloves, responsabile degli adattamenti filmici della maggior parte degli Harry Potter. La stessa dicitura nei crediti finali, decisamente atipica, palesa il percorso tortuoso del copione: "sceneggiatura di Steve Kloves e J.K. Rowling", "basata su una sceneggiatura originale di J.K. Rowling". Insomma, la prima stesura della scrittrice scozzese deve essere stata ritenuta di qualità discutibile, al punto da doverla rimaneggiare a quattro mani, probabilmente - ma questa è soltanto una supposizione - per infiocchettarla al meglio come prodotto cinematografico. Non è un caso che la parte migliore de I Crimini di Grindelwald fosse il monologo finale del machiavellico stregone, una sezione puramente letteraria.

A complicare ulteriormente lo sviluppo dell'opera hanno contribuito altri due fattori esterni. Il primo, lo saprete tutti, riguarda Johnny Depp: l'attore aveva interpretato Grindelwald nel primo (nel finale) e nel secondo film. Le vicende legali che lo hanno coinvolto, assieme ad Amber Heard (sulle quali non ci soffermiamo), hanno indotto Warner Bros ad allontanarlo dalla pellicola, nonostante nel 2017 fosse stato tutelato dalla stessa J.K. Rowling (Depp è stato sostituito dal danese Mads Mikkelsen). Proprio J.K. Rowling, tra il secondo e il terzo film, si è esposta a più riprese su una tematica delicata come quella della teoria gender: posizioni che hanno generato accuse di transfobia e l'hanno eletta a regina delle TERF (femminista radicale trans-escludente), con conseguente boicottaggio - più o meno forte - del suo materiale creativo. Il suo nome, a esempio, è stato completamente rimosso da Hogwarts Legacy.

I Segreti di Silente, in questo contesto, aveva il difficile compito di risanare l'intera serie, sia come qualità che come prestigio: c'è riuscito solamente in parte. È chiaro come sia stato costruito in modo tale che, non dovesse ottenere un successo adeguato, possa rappresentare sia un terzo episodio sia, allo stesso tempo, una sghemba conclusione della serie.

Trama e tematiche

Animali Fantastici - I Segreti di Silente: la stramba squadra che combatte Grindelwald
Animali Fantastici - I Segreti di Silente: la stramba squadra che combatte Grindelwald

Al contrario di come si legge in alcune sinossi, I Segreti di Silente è ambientato poco tempo dopo il predecessore: siamo ancora negli anni '20. L'azione si svolge tra Hogwarts e Hogsmade, Berlino (si vede il Ministero Magico tedesco, molto elegante e tenebroso) e il Buthan, che ospita una sorta di "serbatoio magico", ed è un luogo importante per gli incantatori di tutto il pianeta. Si tratta di un film dalla forte impronta politica, che mostra come mai prima lo scenario magico internazionale, di cui deve essere eletto il capo: il ballottaggio è tra Liu e Santos (candidato cinese e brasiliano), ma sullo sfondo, tra golpe e ambigue seduzioni demagogiche, avanza l'ombra di Grindelwald. Che ha un piano per sabotare le elezioni e "ottenere lo scettro", un piano riguardante una bestia magica - introdotta nel Wizarding World con questo film - chiamata Qilin, capace di scrutare l'anima delle persone. Silente non può combattere direttamente il rivale (per via del patto di sangue stretto anni addietro), e Grindelwald ha la capacità di vedere stralci di futuro: per questo motivo il brillante mago britannico mette assieme una strana squadra per impedire a Grindelwald di raggiungere i suoi intenti, composta da Newt Scamander, dal fratello Theseus, dal babbano Jakob, da Yusuf Kama, da Bunty (assistente di Newt) e dalla piacevolissima professoressa Hicks.

Se la maggior parte degli Harry Potter possono essere considerati dei gialli ad ambientazione fantastica, è più difficile inquadrare i vari Animali Fantastici, e I Segreti di Silente non fa eccezione: immaginiamo che l'etichetta più adatta sia quella di spy story, ma gli spettatori conoscono fin dall'inizio qual è "l'idea" di Grindelwald, idea che viene combattuta da Silente con una teoria strana, definita di controvisione, che è incentrata su "il piano è non avere un piano". In sostanza lo spettatore, esattamente come i protagonisti, non attende altro che gli eventi si susseguano, con un atteggiamento fideistico nei confronti delle direttive di Silente. Non c'è un colpo di scena, non c'è quel momento - tanto diffuso in Harry Potter - in cui lo spettatore viene sorpreso, e trova una chiave di lettura a tutto ciò che era avvenuto prima. Esempio: una volta che scopriamo l'esistenza degli Horcrux, è un piacere ripercorrere ogni libro/film precedente tentando di capire quali possano essere, comprendendo meglio delle scene che, in passato, avevano un significato diverso o limitato (il diario di Tom Riddle, per citarne uno). Ecco, qui questo aspetto manca totalmente: rivedere I Segreti di Silente non aggiungerà niente alla comprensione dell'opera. Di cosa parla il film? Be', potremmo dire che le tematiche principali sono tre. La prima risiede, come già detto, nell'esplorazione del contesto politico del mondo magico. Una parte sicuramente riuscita, che tuttavia risulta debole nello snodo più importante: in sostanza, a un certo punto il Ministro tedesco decide di utilizzare il giudizio del Qilin - prassi ortodossa in antichità - piuttosto che le elezioni, per determinare il futuro capo della comunità magica. Non è un cambiamento da poco e il fatto che venga accettato passivamente, in una specie di "mondovisione", ci ha lasciato più di un dubbio. La seconda tematica riguarda l'identità di Credence, etichettato come Aurelius Silente (fratello di Albus) alla fine del secondo episodio: la risoluzione non contrasta col canon di Harry Potter, ma non è affatto brillante, anzi, tutt'altro. Non capiamo nemmeno l'utilità, a puro scopo narrativo, di rendere Credence un Silente: magari sarà chiaro nei prossimi capitoli. La terza tematica, e anche la più importante, è il rapporto tra Silente e Grindelwald: una relazione mai approfondita come in questo film, che risulta anche la componente più riuscita della pellicola (patto di sangue compreso, la cui risoluzione è stramba ma convincente). Jude Law (Silente) e Mikkelsen sono molto credibili assieme su schermo, e la solitudine del mago britannico, qui ancora "giovane" (tra i quaranta e i cinquant'anni), viene irrimediabilmente sancita in questo film.

Senza entrare nei dettagli della trama, il principale "segreto di Silente" è proprio la sua omosessualità: un fatto che gli appassionati di Harry Potter conoscevano da tempo, ma che non era mai stato palesato nei testi "ufficiali" dell'opera. C'era qualche vago indizio nei romanzi, con un Silente fin troppo incline a seguire le idee di Grindelwald, e c'era una forte allusione ne I Crimini di Grindelwald. Qui, finalmente, Silente si dichiara: per i fan appunto è una rivelazione scontata, ma non sarà così per tutti gli altri spettatori. Resta il fatto che è chiaramente un film scritto e pensato per chi conosce la saga, sostanzialmente incomprensibile per tutti gli altri, per cui si tratta di una rilevazione pesante, ma debole perché già nota al pubblico devoto.

Regia, tecnica e recitazione

Gli effetti speciali sono i migliori tra quelli visti finora, sia in Harry Potter che in Animali Fantastici. Veramente belli, spettacolari, sia quelli inerenti agli incantesimi che quelli dedicati alle bestie magiche. Le scenografie sono eccellenti come al solito, in ogni momento della pellicola: che si tratti della "solita" Hogwarts, del Ministero berlinese o del Buthan. Da questo punto di vista, c'è davvero poco che si possa criticare. La colonna sonora, di James Howard, è la meno ispirata e inventiva dei tre Animali Fantastici: non è brutta o scadente, ma non introduce - almeno così ci è sembrato - alcun tema brillante, limitandosi a rimaneggiare, e gestire, le melodie già note al pubblico.

Per quanto riguarda la regia, David Yates si riconferma un professionista poco creativo: troppi primissimi piani - a volte insensati - troppe inquadrature variate senza motivo. Riprese dall'alto o panoramiche, come sempre avviene dall'Ordine della Fenice, senza chiare finalità narrative. Yates è stato ancorato a questa saga perché ha ottenuto un grande successo commerciale, ma si tratta del peggior regista tra quelli coinvolti in Harry Potter: il fatto che sia lì, inamovibile, non ha certamente giovato all'identità della serie. Pensare alle soluzioni visive de Il Prigioniero di Azkban, diretto da Cuaron, ci mette sempre una profonda tristezza. Yates è al solito un bravo geometra, ancora più bravo a dirigere il cast, ma per una produzione di questa portata non è abbastanza.

Animali Fantastici - I Segreti di Silente: il Silente di Jude Law è il migliore della saga cinematografica
Animali Fantastici - I Segreti di Silente: il Silente di Jude Law è il migliore della saga cinematografica

Gli attori sono tutti all'altezza della parte, esattamente come i costumi che indossano. Questi ultimi rispetto alla saga letteraria sono fin troppo "babbani", come accade da anni, ma sono comunque caratteristici e riconoscibili. Non c'è davvero da rimproverare nessuno, in questo senso: i limiti del film non riguardano certamente il piano recitativo. Eddie Redmayne, pur relegato a un ruolo da co-protagonista, è sempre eccezionale nel ricreare Netw, le sue strane espressioni facciali, le sue assurde posture per ammansire le bestie magiche. Jude Law è un Silente magnifico, decisamente il migliore visto su schermo, Richard Harris e Michael Gambon compresi.

Grindelwald

Animali Fantastici - I Segreti di Silente: il Grindelwald di Mikkelsen è più piatto di quello di Depp
Animali Fantastici - I Segreti di Silente: il Grindelwald di Mikkelsen è più piatto di quello di Depp

Un paragrafo a parte merita Grindelwald. In molti hanno apprezzato l'interpretazione di Mikkelsen, indubbiamente un attore eccellente: il suo mago è decisamente più sobrio e determinato di quello di Depp. Semplicemente, però, non è fedele al personaggio rappresentato. Si tratta di un essere umano evidentemente spietato, determinato, dispotico: tutte caratteristiche tipiche di Grindelwald, è vero, ma che rappresentano soltanto una parte del personaggio. Che negli stessi romanzi veniva definito, visto da Harry, come una specie di "Fred Weasley". Grindelwald nei primi due film è proprio quello, ma più potente, intelligente, e con finalità pericolose: tuttavia è anche un grande oratore, una persona che convince, non obbliga. Un mago machivellico, appunto.

Nelle parti in cui voleva sembrare dolce ed empatico, sia quando era interpretato da Farrell, sia quando era recitato da Depp, risultava estremamente credibile: con Mikkelsen, no. Quando accarezza i suoi alleati, quando li "corteggia", è palesemente minaccioso. Questa componente, fortissima con Depp, è stata, se non eliminata, comunque fortemente ridotta. Assieme a un'altra, altrettanto importante: la teatralità di Grindelwald, la sua esuberanza. È un personaggio che predica la superiorità dei maghi sui babbani, è fiero dei costumi più pirotecnici della "sua specie", nonché del loro vestiario: nel secondo film, questo era manifesto. Attraverso la capigliatura, attraverso i vestiti, con le movenze eleganti, durante il finale con le posture da direttore d'orchestra: un mago spettacolare da vedere, narcisista e carismatico oltre ogni dire. Di tutte queste sfaccettature, Mikkelsen è forse il più credibile a rappresentare quella dittatoriale e severa, ma ha sostanzialmente eliminato le altre. È perfino vestito come un babbano, sembra un impiegato in uscita domenicale: perché?

Conclusioni

Multiplayer.it

6.0

I Segreti di Silente è un film più compatto e coeso del precedente, pur rivolgendosi sempre a una platea di appassionati (non lo foste, non capireste sostanzialmente niente di ciò che succede). Tuttavia i suoi colpi di scena sono deboli e la trama poco incalzante. I Crimini di Grindelwald era una pellicola più traballante, ma aveva anche dei momenti di eccellenza - come il monologo finale - che qui non sono presenti. A reggere il film, e a salvarlo, è il magnifico Silente di Jude Law, la sua intelligenza, i suoi modi pacati e brillanti, il suo rapporto con Grindelwald. I Segreti di Silente rappresenta anche una sorta di conclusione della saga, immaginiamo in caso di scarsi incassi: se è comprensibile in ottica commerciale, è altrettanto complicato immaginare il suo posto nell'arco narrativo della serie, che dovrebbe comprendere cinque film. Il primo a questo punto è considerabile una specie di spin-off, mentre il terzo risolve quasi tutti i misteri sollevati dal secondo. La visione d'insieme è stata uno dei principali punti di forza di Harry Potter: lieti di ricrederci, ma in Animali Fantastici sembra mancare completamente.

PRO

  • Un grande Jude Law come Silente
  • Belle ambientazioni
  • Ottimi effetti speciali

CONTRO

  • Regia piuttosto anonima
  • Trama poco incalzante
  • Mikkelsen mostra solo un lato di Grindelwald
  • Tante trame concluse, poche aperte