Da quando servizi come il Game Pass e il PlayStation Plus si sono fatti strada tra i salotti e le camerette dei possessori di una console casalinga, una larghissima fascia di esperienze indipendenti ha avuto modo d'infiltrarsi nella libreria digitale degli abbonati, offrendosi in modo virtualmente gratuito alla curiosità di chi aveva il pad in mano. Senza una barriera d'ingresso economica a frenarne la diffusione, giochi come Outer Wilds, Unpacking, Undertale e What Remains of Edith Finch sono riusciti a far innamorare anche quei videogiocatori che non avevano mai sfiorato un'indie in vita loro, a causa magari di abitudini videoludiche distantissime dal mercato indipendente.
Dal nostro punto di vista, questo ha spesso ribaltato il lavoro del critico e lo scopo della sua analisi, quando al centro di essa è presente un videogioco in arrivo su un servizio in abbonamento. L'esame non si concentra solamente sul consiglio all'acquisto, ma anche sul consiglio al download, che può essere suggerito senza mezzi termini anche quando il prodotto è vittima di qualche imperfezione.
Tra i giochi del PlayStation Plus di luglio, ad esempio, ad accompagnare i ben più rinomati Crash Bandicoot 4 e Man of Medan troviamo Arcadegeddon, un interessante sparatutto co-op in terza persona con elementi roguelike che probabilmente non avreste degnato di uno sguardo se non fosse stato incluso nel vostro abbonamento, e che ora invece ha le potenzialità di svoltarvi il mese di luglio con la sua straordinaria personalità.
Ecco quindi nella nostra recensione di Arcadegeddon perché dovreste assolutamente tenere d'occhio questa grezza gemma indipendente.
L’ultima sala giochi in una distopia cyberpunk
Arcadegeddon è sviluppato e auto-pubblicato da Illfonic e, come spesso accade ad altri titoli che alle spalle non possono avere un grande publisher a sostenerne i costi, anche lo sparatutto dello studio statunitense ha vissuto una fase di accesso anticipato prima di affrontare un vero e proprio lancio proprio in questi giorni, arrivando oltre che su PS4 e PS5 nel tier Essential del PS Plus, anche su PC e sistemi della famiglia Xbox. Il gioco nasce da un concept di trama non proprio originale, ma fa quadrato attorno a una formula di gameplay solida e accattivante che rappresenta indubbiamente il punto di forza dell'intera produzione.
Arcadegeddon racconta infatti di un futuro distopico, identico a molti altri, governato col pugno di ferro da spietate megacorporazioni che col tempo hanno inglobato ogni forma d'intrattenimento indipendente per assoggettarle al loro volere. Solamente la sala giochi di Gilly, lo zio del protagonista, resiste con ogni mezzo alle minacce della Fun Fun Co., un'azienda che ha tutta l'intenzione di sopprimere gli ultimi arcade rimasti in città. Gilly ha sviluppato un gioco che potrebbe salvare il suo locale, ma la corporazione lo infetta con un virus e saremo proprio noi a dover entrare nel codice per fare piazza pulita del malware, cercando nel frattempo di stupire gli altri avventori della sala giochi con un highscore da antologia.
Da queste premesse narrative si sviluppa uno sparatutto in terza persona, roguelike e cooperativo, i cui tentativi all'interno del gioco sviluppato da Gilly saranno sempre diversi tra loro grazie alla proceduralità dei livelli tanto cara al genere di riferimento. Qui però la componente narrativa è molto meno ingombrante di altri roguelike e l'unico nostro obiettivo sarà quello di completare le missioni messe a disposizione dalle varie fazioni di giocatori presenti nella sala giochi per vincerne l'aiuto, cercando nel frattempo di sconfiggere tutti e quattro i boss inclusi attualmente nel gioco. Non ci ha fatto impazzire il fatto che la trama sia davvero ridotta all'osso (essa si sviluppa infatti solo in brevissimi frangenti legati a dei semplici dialoghi a schermo), ma dopo qualche ora è stato facile capire il perché della scelta degli sviluppatori: Arcadegeddon dà il meglio di sé quando cominciano a volare i proiettili e, una volta assaggiato il suo gunplay, avrete davvero pochissima voglia di perdervi in qualche chiacchiera di troppo.
Una bomba di gunplay
La dinamica di gameplay di Arcadegeddon è piuttosto basilare e non vi farà purtroppo urlare al miracolo quando ve ne parleremo. Una volta dentro il gioco di Gilly, basta eliminare tutti i nemici di un'area per passare alla successiva, oppure completare una serie di obiettivi come la cattura o la distruzione di alcuni punti d'interesse per sbloccare l'uscita del livello. Ogni progresso contribuisce ad alimentare un contatore che al suo completamento rende accessibile una delle quattro boss fight del gioco, tutte abbastanza coinvolgenti anche se non particolarmente ispirate.
È chiaro come il titolo di Illfonic punti tutto sulla qualità del suo modulo sparatutto, reso davvero avvincente dalla grandissima varietà di armi a disposizione del giocatore. Il primo impatto con Arcadegeddon è di quelli tiepidi, quasi insipidi, ma una volta sostituita la noiosissima pistola iniziale con una delle 35 armi incluse nel gioco, è facile accorgersi di tutte le potenzialità del progetto. Ognuna di queste è originale e ben caratterizzata e, se alcune somigliano a classici archetipi come i fucili d'assalto, a pompa e da cecchino, altre hanno permesso al team di scatenare la propria creatività. Dal Pixel Popper che carica di dati i nemici per farli esibire in spettacolari esplosioni, passando per l'Aperture 3 che lancia degli affilatissimi dischi in grado di smembrare i nemici, ogni arma è diversa dalle altre e scoprire qual è la più adatta al proprio stile è uno dei piaceri offerti dal titolo d'Illfonic.
Le armi, come i potenziamenti, si trovano solo durante la partita, aprendo delle casse nascoste ricolme di bottino che segue lo stesso tema cromatico reso famoso dai più celebri looter shooter sulla piazza. Solo accumulando i più letali strumenti di morte ed equipaggiando diversi buff passivi si può sperare di arrivare alla fine di una partita, la cui difficoltà aumenta ogni volta che si supera uno stage. A dire il vero, essa può essere anche aumentata manualmente nei negozi che appaiono di tanto in tanto dopo un livello, in modo da ricevere più punti esperienza e un highscore notevolmente più alto.
Si può affrontare tutto questo da soli anche in modalità offline, ma come ci ha dimostrato una sessione di gioco che ci ha visti combattere fianco a fianco di Chuck Brungardt, il CEO di Illfonic, in Arcadegeddon una squadra affiatata è la vera chiave per la vittoria. Dopo una run, infatti, non si può accedere a dei potenziamenti che modificano sensibilmente le chance di sopravvivenza del nostro protagonista: esso può spendere dei punti per sbloccare dei bonus passivi poco incisivi e nuove tipologie di abilità uniche che danno una mano in combattimento, oltre ad accumulare esperienza con ciascuna arma per potersela portare nel gioco di Gilly fin dall'inizio del tentativo. Fatta eccezione per questi tre elementi, non ci sono sistemi dedicati a diventare via via più performante, quindi va da sé che solo l'esperienza - e il gioco di squadra - riusciranno a condurvi alla vittoria finale.
La co-op online a quattro giocatori è centrale nella visione degli sviluppatori, anche se con un retrogusto particolare. Ciascun partecipante è in costante lotta con gli altri per il punteggio più alto, al punto che durante la partita, nei negozi, è possibile intraprendere delle veloci partite PvP che premiano il vincitore con dei premi aggiuntivi. Il multiplayer PvP può essere raggiunto anche nell'hub di gioco, e vuole naturalmente rappresentare un fresco diversivo alle sessioni più impegnative. Obiettivo raggiunto in pieno, anche se non sappiamo quanto la community si farà trascinare da questa modalità alternativa.
Jet Set Radio incontra i Gorillaz
Un titolo incentrato sulla co-op e sull'interazione con gli altri giocatori non poteva non offrire un vasto arsenale di personalizzazioni con cui rendere unico il proprio protagonista. Gli elementi estetici sono davvero tantissimi, si sbloccano portando a casa degli obiettivi secondari delle fazioni, e permettono di adornare il personaggio con un gran numero di accessori, anche se dopo una decina di ore di gioco è possibile aver già ottenuto gran parte dei set presenti nel negozio. Illfonic è già al lavoro su nuove personalizzazioni, e la speranza è che al netto di un endgame un po' ripetitivo, il team sia efficiente nel proporre presto delle novità alla sua platea di videogiocatori.
Nelle parole degli sviluppatori, il design dei personaggi e più in generale lo stile artistico scelto per Arcadegeddon si rifanno allo stile di Jet Set Radio e alle influenze del punk dei Gorillaz, in una miscela di colori e fantasie che abbiamo trovato azzeccata, anche se non totalmente innovativa. È complicato parlare di comparto tecnico per un gioco che non è alla ricerca di alcuna fedeltà grafica, tuttavia è utile ricordare come il titolo sia il primo a utilizzare su PS5 il FidelityFX Super Resolution di AMD, il corrispettivo del DLSS di NVIDIA che promette di migliorare significativamente le prestazioni su console dei videogiochi che lo supportano. Durante la nostra prova non abbiamo mai sperimentato dei cali di prestazione e, sebbene non ci potessimo aspettare nulla di meno da un gioco appena uscito dall'accesso anticipato, anche bug e glitch sono stati incredibilmente rari durante l'avventura nella sala giochi di Gilly. Ultima, ma non per importanza, la citazione alla splendida colonna sonora composta da Illfonic, colma di tracce dubstep ed elettroniche che calzano a puntino con l'ambientazione del gioco.
Conclusioni
Arcadegeddon è un TPS roguelike supportato da un gunplay magnetico e inebriante, che però si dimentica di offrire all'interno del pacchetto una trama degna di questo nome, preferendo asservire gran parte delle meccaniche di gioco a quella ossessiva ricerca dell'highscore che ha caratterizzato l'epoca d'oro delle sale giochi. Alcune scelte di design sono particolarmente azzeccate ed abbiamo apprezzato la proceduralità dei livelli che smorza la ripetitività tipica dei roguelike, ma per chi non si ritiene un nostalgico degli arcade tutto ciò potrebbe essere davvero troppo poco. La buona notizia è che gli abbonati al PlayStation Plus possono dargli una chance con la pressione di un tasto, cosa che noi non possiamo far altro che consigliarvi caldamente.
PRO
- Gunplay solido e divertente
- Tantissime armi con cui sbizzarrirsi
- Buona varietà di livelli e biomi
CONTRO
- Trama non pervenuta
- I potenziamenti nell'hub sono poco incisivi
- Completate le missioni, non c'è nulla per cui continuare a giocare