La recensione della ASUS TUF Gaming RTX 3080 OC Edition ci ha messo di fronte alla prima scheda consumer di fascia estrema di un brand fino ad ora vincolato a GPU di fascia media. Ma si tratta di un ecosistema in crescita che comprende già memorie, case, dissipatori e altre componenti create da altri brand per sposarsi, anche esteticamente, con il brand TUF. Ed è in questo mondo in evoluzione che fa il suo ingresso una scheda video che pur rispettando look e scelte di design del brand ASUS fa l'occhiolino ai modelli di fascia alta. Si fanno infatti notare il rialzo dedicato al logo RGB e anche i voluminosi radiatori con tre ventole assiali incassate in un robusto chassis in metallo che fa il paio con lo spesso backplate.
Una ASUS TUF di alto livello
La ASUS TUF Gaming RTX 3080 OC Edition, dicevamo, fa un passo in più rispetto alle classiche soluzioni TUF a partire dai materiali utilizzati per arrivare all'alimentazione. Inoltre riprende in piccola parte il raffreddamento della Founders Edition, con una feritoia sulla parte finale del backplate che dovrebbe consentire all'ultima ventola della scheda di dare una mano alla ventilazione complessiva del sistema. Ma nel complesso la filosofia è quella classica della serie con tre ventole assiali e un'armatura ben staccata dal backplate in modo da lasciare la libera circolazione dell'aria in tutte le direzioni. Non stupisce quindi uno spessore generoso che con la 3080 arriva a 51,7 millimetri e rende la scheda, lunga 300 e alta 127 millimetri, piuttosto massiccia. L'uso di metallo aumenta infatti il peso rispetto ai modelli in plastica, con un totale di 1398 grammi, e alza anche il prezzo che per questa versione tocca quota 899,99 euro.
Va però detto che in sconto di lancio viene venduta, quando disponibile, a 800 euro e ci aspettiamo un prezzo simile quando la produzione delle nuove GPU NVIDIA andrà a regime e il mercato si sarà finalmente stabilizzato. In ogni caso la qualità c'è e comprende l'alimentazione, a quanto pare basata su condensatori MLCC di qualità che hanno dimostrato di avere qualche problema in meno durante il caos generato dai soventi crash legati ad alcuni modelli di RTX 3080. Le ASUS non sono pensate per clock estremi e la situazione è più confusa e al contempo meno drammatica di quanto sembrasse inizialmente, cosa evidenziata da un aggiornamento driver NVIDIA che ha risolto il problema riducendo le frequenze di un'inezia, ma parlando di una scheda di fascia particolare è chiaro che ogni dettaglio conta anche poco visibile. A colpire l'attenzione però, lo vedremo, sono altri pregi che vanno a toccare direttamente l'esperienza d'uso tra rumorosità contenuta e temperature glaciali.
Dell'architettura e delle migliorie hardware delle nuove GeForce RTX 3000 abbiamo già parlato nella recensione della NVIDIA GeForce RTX 3080 Founders Edition, evidenziando come nonostante l'utilizzo dello stesso numero di core di una RTX 2080 Ti le cose siano cambiate in modo piuttosto importante. Se prima infatti c'erano 4352 CUDA core e 4352 core dedicati ai calcoli INT 32, ora tutti gli 8074 core della scheda possono essere CUDA core e metà riconvertirsi per dare una mano nei titoli in cui i numeri nudi e crudi sono importanti come nel caso degli strategici. Inoltre la memoria, pur calando di 1GB rispetto alla 2080 Ti con 10GB totali, è GDDR6X e sale a ben 19Gbps con bus a 320-bit per 760 Gb/s di banda passante. Abbastanza per dare un'ulteriore spinta alle prestazioni che arrivano a 4K a 120Hz anche su porta HDMI grazie all'interfaccia 2.1. Tra l'altro grazie allo spessore della scheda c'è spazio per due di queste, accanto alle classiche 3 entrate DisplayPort. Si conferma invece la sparizione dell'ingresso VirtualLink, mentre il connettore SLI è riservato alla sola RTX 3090.
Le tecnologie della GeForce RTX 3080
Il processo produttivo, lo sappiamo è quello a 8 nanometri di Samsung ed è efficiente, anche se potrebbe essere alla base dei problemi di reperibilità della RTX 3080. L'interfaccia invece è PCIe 4.0, ma è più che sufficiente uno slot PCIe 3.0 16X per sfruttare a fondo la scheda. Potrebbe invece servire un dissipatore più grande per una scheda che come la Founders Edition arriva a 320 di TDP, ma si accontenta di due classici connettori ausiliari da 8-pin a differenza del modello NVIDIA. In ogni caso la PSU consigliata di 750W è destinata a risultare sovradimensionata per un classico sistema di fascia media, anche se abbondare garantisce un'efficienza migliore. Il boost clock, infine, è di 1785 MHz, ma come vedremo la scheda lasciata libera di gestirsi si spinge decisamente più in alto, pur restando al di sotto dei 2GHz, garantendo probabilmente qualcosa in più della FE che, come sappiamo, è una scheda pensata per il 4K, con tanto di supporto per l'8K, anche se è ovviamente utile per raggiungere framerate elevati in 1440p e 1080p, riuscendo a garantire una fluidità alta anche in combinazione con il ray tracing alla qualità massima.
In quanto a prestazioni la GeForce RTX 3080, prendendo come riferimento la Founders Edition, mette in campo un aumento prestazionale di un 25% circa rispetto alla GeForce RTX 2080 Ti, almeno nel caso dello shading nudo e crudo, con picchi superiori che probabilmente dipendono dal maggior uso dei CUDA core da parte di determinati motori grafici. Qualcuno si aspettava ancora di più, ma parliamo comunque di prestazioni nettamente superiori a una scheda venduta a oltre 1200 euro. Inoltre è bene tenere a mente che il cambio architetturale, benché l'architettura Ampere sia un'evoluzione di quella Turing, è rilevante e dovrebbe portare benefici nei titoli sviluppati appositamente per sfruttarne le nuove caratteristiche. Sono invece immediati i benefici nel caso dei titoli con supporto ray tracing e DLSS, con incrementi superiori a quelli legati al rendering tradizionale che dipendono dal miglioramento dei Tensor Core, più efficaci di 2.7 volte dei precedenti, e degli RT core, più efficaci di 1.9 volte, che vanno a spingere le prestazioni dei titoli con un'applicazione massiccia della tecnologia come Control e Minecraft.
Va ribadito inoltre che nei titoli più recenti parliamo di DLSS 2.0, ormai capace di garantire un 4K di qualità a partire dal rendering in 1080p, che oltre a beneficiare dei nuovi Tensor Core gode anche di nuove ottimizzazioni, presumibilmente destinate a portare ulteriori miglioramenti prestazionali nei titoli che ne terranno conto, come lo sparse deep learning che sembra funzionare in modo simile al Variable Rate Shading, lavorando prima sulle parti rilevanti dell'immagine e poi su quelle secondarie. Per quanto riguarda il ray tracing si fa invece notare un cambiamento legato al controllo degli oggetti che vengono toccati dai raggi di luce, ora affidato interamente all'hardware con ovvi benefici, mentre l'RTX IO, probabilmente destinato a un'implementazione non troppo lenta vista la presenza di una tecnologia simile sulle console di nuova generazione, promette caricamenti istantanei, esperienze open world senza interruzioni e vantaggi per il traffico dati dell'intero sistema con la decompressione dei dati affidata direttamente alla GPU. Il tutto di fronte a un aumento sensibile dell'efficienza dovuto sia all'architettura, che garantisce un rapporto performance per watt quasi raddoppiato nei titoli che sfruttano a fondo la scheda, sia ai transistor a 8 nanometri Samsung, ben superiori a quelli a 12 nanometri utilizzati in precedenza.
Benchmark
Per provare la ASUS TUF Gaming RTX 3080 OC Edition abbiamo cambiato sponda lasciando tutto lo spazio possibile a un Intel Core-7-10700F, in cerca di un po' di respiro in più in 1080p che pur non essendo l'obiettivo della GPU NVIDIA è ancora gettonata nel gaming competitivo laddove una scheda potente garantisce framerate estremi. La CPU Intel è bloccata ma per sfruttarla a fondo abbiamo sbloccato il power limit, l'abbiamo montata su una scheda madre di fascia alta come la ASUS ROG STRIX Z490 GAMING-E e l'abbiamo affiancata con 16 GB di memoria Corsair Vengance Pro RGB da 3200MHz e CL16, sufficientemente veloce e piuttosto abbordabile come il MUGEN 5 RGB usato per raffreddare la CPU, vistoso ma funzionale e silenzioso. Da notare che l'interfaccia del Core i7-10700F è PCIe Gen 3 a differenza di quella Gen 4 delle nuove GeForce, ma come vedremo non crea alcun problema prestazionale.
Tra il dissipatore MUGEN per la CPU e la modalità zero decibel della scheda, il nostro sistema ci ha accolto nel più completo silenzio. Certo, con il sistema in idle è facile, ma le cose non sono cambiate molto lanciando i benchmark sintetici, con un banco di prova completamente aperto. La scheda ASUS resta infatti molto silenziosa, arrivando a produrre un flebile ronzio che risulta difficile da udire anche in assenza di un case. Non male considerando i 17678 punti toccati in 3D Mark Time Spy, i 10809 raggiunti in Fire Strike Ultra e gli 11379 centrati in Port Royal che ci mettono di fronte a una scheda in grado di superare di un paio di punti percentuali la Founders Edition, pur risultando più fresca e silenziosa. Certo, parliamo di due schede dalla filosofia differente e la prova di quest'ultima arriva dopo il lancio di una nuova release dei driver, con ottimizzazioni per alcuni titoli, ma ciò non toglie che la ASUS TUF goda di un raffreddamento di altissimo livello, cosa evidente dai 61 gradi di temperatura sotto sforzo nonostante il consumo superi i 320W del TPW, seppur non di molto, e nonostante la dissipazione silenziosa che lo resta, ovviamente, nel gaming.
Passiamo quindi ai videogiochi, provati con le impostazioni grafiche al massimo anche nel caso del ray tracing, includendo la risoluzione 1080p dove parte del lavoro lo fa ancora la CPU e dove si vede il vantaggio dell'avere un processore come il 10700F. Rispetto alla FE abbiamo infatti visto aumentare il divario tra 1080p e 1440p, su alcune CPU quasi nullo, almeno in alcuni giochi. In altri come RAGE 2 non si notano comunque incrementi rispetto alla prova della Founder Edition, ma con titoli come Wolfenstein: Youngblood il guadagno in Full HD è netto. Ed è utile in un FPS com'è utile in un titolo come DOOM che con la ASUS TUF Gaming RTX 3080 OC Edition è arrivato a toccare anche picchi da 450 frame per secondo, con qualità Ultra Nightmare. Possiamo quindi affermare che la CPU Intel, pur non facendo miracoli, garantisce al sistema una versatilità maggiore di altri processori dal clock inferiore, comportandosi ovviamente bene anche in 4K con un sistema in grado di far girare Shadow of the Tomb Raider, senza tecnologie RTX, a 74fps, toccando comunque quota 70fps con DLSS e ray tracing attivi. RAGE 2 arriva invece a 79fps, The Witcher 3 a 91 e Death Stranding tocca quota 99fps senza DLSS 2.0 e spinge fino a 135fps con DLSS 2.0 in alta qualità.
Passando al ray tracing ci siamo necessariamente confrontati con Control, generalmente giocabile a più di 60fps anche se con cali in zona 50fps, oltre che con Metro Exodus, un peso massimo che comunque riesce a superare i 60fps, anche se con il DLSS priva versione che risulta decisamente inferiore, in termini di qualità, rispetto a quello di Control che tra l'altro permette di superare in alcuni frangenti i 100fps in 4K con un titolo pesante. Quel che conta in questa sede, comunque, sono le differenze prestazionali con la Founders Edition, rilevabili in alcuni casi in 1440p ma nel complesso contenute e in linea con una scheda che, lasciata libera di gestirsi, lavora a frequenze simili a quelle del modello NVIDIA, pur spingendosi fino a un picco, mantenuto per brevi momenti, di 1980MHz. Per il resto se ne sta a circa 1890Mhz, garantendo in un modo o nell'altro il 4K a 60fps e spingendo il 1440p a refresh molto alti con temperature sempre basse. Parliamo infatti di 63 gradi anche in overclock, con la scheda inchiodata a 2 GHz e la memoria spinta a 19,5 Gbps, con un inevitabile aumento della rumorosità che comunque non supera quella della Founders Edition. Purtroppo dal punto di vista prestazionale abbiamo riscontrato punteggi altalenanti in Time Spy e un aumento di appena 2 punti percentuali negli altri benchmark, ma si tratta pur sempre di una possibilità in più per una scheda che, quando reperibile e se trovata al prezzo di 800 euro, risulta decisamente appetibile.
Conclusioni
Multiplayer.it
9.3
La ASUS TUF Gaming RTX 3080 OC Edition ci ha sorpreso con un raffreddamento eccellente per qualità complessiva ed efficacia. Le prestazioni non sono molto superiori a quelle della Founders Edition e i margini di guadagno in overclock sono limitati, ma parliamo di una scheda da 60fps in 4K, con titoli che arrivano a oltre 100 grazie al DLSS 2.0, che supera di poco i 60fps, anche in overclock, mantenendo una rumorosità estremamente contenuta. Se a questo ci aggiungiamo armatura in metallo, logo RGB, ampi radiatori e un backplate spesso che riprende anche in piccola parte il raffreddamento della FE, il prezzo di questo modello, non basso considerando che fa parte di una serie pensata nell'ottica del rapporto tra prezzo e prestazioni, trova senza dubbio una spiegazione.
PRO
- Estremamente silenziosa e comunque molto fresca
- Armatura in metallo per una scheda ben progettata in ogni dettaglio
- Si spinge un gradino più alto rispetto ai classici modelli TUF
CONTRO
- Ma lo fa anche nel prezzo seppur al momento scontato
- Non molto più performante e meno elegante della Founders Edition
- Come le altre RTX 3080 difficile da trovare