La recensione di Badlanders segna l'arrivo sui dispositivi iOS e Android di un'interessante variazione sul tema dei battle royale. Il nuovo titolo di NetEase Games, infatti, non pone l'accento sulla pura e semplice competizione fra i giocatori al fine di restare in vita al termine del match, quanto piuttosto sulla loro capacità di raccogliere loot prezioso all'interno della mappa e avere la scaltrezza di portarselo a casa a partita terminata.
Similmente a quanto accade in titoli come Escape from Tarkov da una parte e HUNT: Showdown dall'altra, Badlanders ci lancia all'interno di un'ambientazione sostanzialmente meno estesa rispetto ai vari Fortnite e PUBG Mobile, con un conto alla rovescia di dieci minuti che porterà all'attivazione di diversi punti di fuga. Dovremo raggiungerli per tornare nella lobby sani e salvi, è chiaro, ma non senza aver ottenuto il massimo possibile in termini di armi ed equipaggiamento.
Controlli
Dal punto di vista del gameplay, Badlanders si pone in maniera davvero molto simile al già citato PUBG Mobile, con un'interfaccia touch discretamente affollata in cui trovano posto due stick virtuali per gestire il movimento e la visuale del personaggio, con tanto di corsa automatica attivabile, e una serie di pulsanti che servono per sparare, utilizzare il mirino per tiri di precisione, accovacciarsi, ricaricare l'arma equipaggiata, sporgersi a destra o a sinistra e infine accedere all'inventario.
I comandi possono essere personalizzati dalle opzioni, così da spostare ogni singola icona o nascondere quelle che non utilizziamo e sfoltire in questo modo il layout, ma in ogni caso non è purtroppo presente un'impostazione per il fuoco automatico: una scelta discutibile, in netta controtendenza rispetto ad alcuni dei migliori e più popolari sparatutto mobile attualmente disponibili, che finisce inevitabilmente per rendere macchinoso il gunplay.
Gameplay
All'inizio di ogni partita di Badlanders ci si trova proiettati nella mappa fin da subito, senza espedienti come il lancio con il paracadute, ed è possibile scegliere se esordire privi di qualsiasi oggetto oppure portarsi dietro già delle armi per poter rispondere al fuoco nel caso in cui si venga attaccati ancora prima di trovare qualcosa nello scenario. Anche le meccaniche per la raccolta degli oggetti ricordano parecchio quelle di PUBG Mobile: fortunatamente qui gli automatismi ci sono e aiutano a sveltire la procedura.
In attesa che uno dei punti di fuga venga attivato, il nostro compito sarà fondamentalmente quello di girare in lungo e in largo all'interno dell'ambientazione per trovare oggetti dal maggior valore possibile ed eventualmente affrontare gli altri giocatori per rubare l'equipaggiamento in loro possesso. Venticinque partecipanti è un buon numero se consideriamo le dimensioni contenute della mappa, ma durante i nostri test è capitato spesso di giocare con molte meno persone, dando vita a sessioni francamente noiose: un grave campanello d'allarme per un'esperienza di questo tipo.
Struttura
Come accennato in apertura, il focus di Badlanders è più sulla raccolta del loot che non sull'eliminazione degli avversari, il che significa che potremo in teoria completare il match anche senza uccidere nessuno. Alla fine della partita il sistema calcola il valore degli oggetti che abbiamo ottenuto e che potremo poi vendere, scambiare o modificare, con anche la possibilità di mettere all'asta le armi e le corazzature migliori dopo un po'.
La struttura adottata dal gioco implica per forza di cose una chiara incidenza delle microtransazioni sulla competitività dei personaggi. Ciò significa che gli utenti che spendono per accelerare la propria progressione si ritroveranno avvantaggiati rispetto agli altri, specie se decideranno di portarsi nel match le armi modificate di cui dispongono. Certo, scaltrezza e precisione possono fare comunque la differenza ed eliminare avversari "ricchi", facendo sì che perdano il proprio equipaggiamento premium, può dare grandi soddisfazioni.
Realizzazione tecnica
La realizzazione tecnica di Badlanders purtroppo rappresenta uno dei limiti del gioco. La grafica è infatti troppo derivativa e priva di una personalità propria, la mappa non vanta scorci interessanti e anch'essa non fa che riprendere quanto già visto in altri titoli del genere, ma soffre di numerosi effetti pop-up che non aiutano a esaltare l'impatto visivo dell'esperienza.
Quantomeno la fluidità non si discute, e anche grazie alle opzioni è possibile scalare la grafica perché sia più o meno dettagliata, con un frame rate variabile, sfruttando le capacità del proprio dispositivo. Quanto al comparto sonoro, anch'esso non fornisce spunti memorabili, rivelandosi piatto e anonimo.
Conclusioni
Badlanders prova a rinnovare la tradizionale formula dei battle royale proponendo un'esperienza basata principalmente sulla raccolta del loot piuttosto che sulle eliminazioni, mettendo venticinque giocatori all'interno di una mappa non particolarmente vasta e chiedendogli di arraffare tutto ciò che trovano prima di recarsi presso uno dei punti di fuga, teoricamente anche senza mai combattere. Il concept funziona, ma tecnicamente i limiti sono tanti, è tutto parecchio derivativo e capita spesso di trovarsi in partita con pochi avversari, con la noia che prende il sopravvento.
PRO
- Struttura diversa dal solito
- Entrare nel loop del loot può dare delle soddisfazioni
- Parecchio fluido, buoni i controlli touch...
CONTRO
- ...ma senza autofire si rinuncia alla dinamicità
- Graficamente modesto, troppo derivativo
- Con pochi avversari è parecchio noioso