Bloodstained: Ritual of the Night è finalmente uscito sul mercato, e nonostante le problematiche nello sviluppo, un impatto visivo non certamente straordinario e qualche piccolissimo scivolone di design, ci ha comunque regalato uno straordinario ritorno di Igarashi. La sensazione di giocare nuovamente ad un Castlevania di altissimo livello, come fosse un vero erede del mai dimenticato Symphony of the Night, restituisce quel senso di nostalgia e appagamento che è proprio ciò che il team ha tentato fin dall'annuncio. A qualche giorno dalla prima uscita, arriva anche la versione per Nintendo Switch, che, purtroppo, risulta anche la peggiore, con picchi negativi assolutamente ingiustificati. Dopo la recensione della versione PC a cura del nostro Simone Tagliaferri, arriva anche il giudizio sul porting in questione.
Un breve riassunto
Facciamo un breve riassunto per quanto riguarda il gioco, prima di dedicarci alle problematiche della versione in questione. Bloodstained vive di vita propria, inserito in un universo e un contesto che nulla ha a che vedere con la lore di Castlevania, se non per alcuni richiami molto marcati riguardo ad ambientazioni e nemici. La protagonista è tale Miriam, una donna non totalmente umana, facente parte dei cosidetti Shardbinder: ovvero individui in grado di assorbire alcuni elementi demoniaci, così come di utilizzarli a proprio piacimento. Risvegliatasi dopo un lungo sonno, si trova dinnanzi una scia di morte e distruzione, che scopre ben presto essere messa in atto dal suo vecchio compagno Gebel. Giura solennemente di salvare il genere umano dalla distruzione, ed è così che prendono avvio gli avvenimenti principali della campagna. Il gioco è chiaramente l'erede spirituale di quei Castlevania che hanno fatto la fortuna del genere e dello stesso autore, tentando di ammodernare il sistema con una componente RPG estremamente marcata. Il gioco è infatti stracolmo di armi, armature, accessori e non manca la possibilità di creare e mangiare piatti assortiti di ogni tipo. Ad aggiungere carne al fuoco ci pensano cinque diverse tipologie di frammenti demoniaci acquisibili, che consentono di attivare skill attive e passive che vanno da classici incantesimi fino all'evocazione di una moltitudine di famigli.
Ognuno di questi elementi, siano essi anelli, elmi, spade (o l'immancabile frusta) o anche frammenti, possono essere potenziati e fusi tra loro, trasformandoli in abilità veramente distruttive. La scelta è vastissima, nonostante questo non sempre rispecchi un adeguato livello di utilità: molti degli elementi che troverete (che cambiano anche esteticamente la protagonista), sono in realtà meri riempitivi. Ciò non toglie che si debba riconoscere al team uno sforzo di creazione non indifferente, che si affianca ad un lavoro su ambienti e nemici di altissimo livello. Qui purtroppo entra in gioco la problematica del motore grafico, che restituisce un buon senso tridimensionale all'interno dello scorrimento 2D, ma che soffre di fronte a produzioni dello stesso genere e maledettamente più riuscite, perché spesso dedicate ad un lavoro di disegno a mano che ormai permette rese a schermo straordinarie. A concludere la carrellata sui contenuti ci pensa una longevità intorno alle dieci ore per quanto riguarda un normale iter della campagna, che si tramutano in almeno una quindicina (se si è svelti e fortunati) per scoprire il 100% della mappa. È possibile giocare solo a livello di difficoltà normale con il primo passaggio, ma ne sono presenti ulteriori due. Arriveranno poi nei mesi una serie di contenuti aggiuntivi che potrebbero portare l'offerta ludica ad essere davvero consistente, a fronte di un prezzo attuale non particolarmente amichevole.
Il disastro Switch
Con qualche giorno di ingiustificato ma sopportabile ritardo, arriva sul mercato la versione per Nintendo Switch di Bloodstained. Ultima iterazione realizzata, sulla quale i lavori sono iniziati addirittura dopo la (poi cancellata) versione PlayStation Vita, si tratta anche di quella che tanti backer del progetto hanno scelto in fase di sviluppo, proprio per la sua connaturata vicinanza ad una console come l'ibrida di Nintendo. Tenuta nascosta fino all'ultimo, è stato chiaro da subito come questa versione vivesse di alcune problematiche più importanti del previsto. Era lecito attendersi una qualità estetica minore e una maggiore sporcizia visiva del codice, ma ciò che ci siamo trovati di fronte risponde categoricamente a qualcosa di molto vicino ad un disastro. Già un anno fa recensimmo un altro porting (in quel caso ancor peggiore) per Switch, RiME. Bloodstained riesce a rientrare nel computo dei titoli giocabili, ma dimostra come la scelta del motore dal parte del team sia stata assolutamente infelice. Il downgrade grafico è impressionante, portando ad un livello di aliasing e di abbassamento della risoluzione e dei dettagli che risulta totalmente ingiustificato, considerata comunque la scelta di abbassare il frame rate a trenta fotogrammi al secondo. Come se non bastasse, questi ultimi sono tutt'altro che stabili, anzi crollano costantemente fino a dimezzarsi in alcune sezioni. Ad aggiungere ulteriori problemi ci pensa un fastidioso input lag non presente sull'altra versione da noi testata, quella PC, che risulta invece essere un gioiello tecnico dal punto di vista della fluidità e della risposta ai comandi. Purtroppo dobbiamo riportare anche un paio di fastidiosi crash, che ci hanno colpiti anche dopo aver effettuato l'upgrade all'ultima versione: patch che, a onor del vero, ha cominciato a risolvere una serie di limitazioni importanti. Proprio nelle ultime ore il team ha riconosciuto i problemi di questa versione e ha rassicurato tutti sul fatto che lavorerà per aggiustare quanto più possibile gli errori compiuti, tramite ulteriori patch che arriveranno ad intervalli più o meno regolari. Ciò che dispiace è che, a questo punto (e lo pensiamo sempre) sarebbe stato meglio rimandare la versione Switch di qualche settimana, piuttosto che solo qualche giorno, tentando di uscire sul mercato in maniera quanto più vicina possibile alle prestazioni delle altre versioni.
Conclusioni
Bloodstained: Ritual of the Night è quanto di più visceralmente intenso un amante dei Castlevania possa desiderare. Chi lo comprerà si troverà davanti tutta l'eredità di una serie indimenticata, tranne che dalla stessa casa che ne detiene i diritti. Purtroppo la versione Switch risente di una serie di problematiche ancora importanti, seppure in via di risoluzione ed è per questo che, se non volete attendere, vi consigliamo caldamente di virare sulle altre versioni (PC su tutte) per godere appieno di un titolo straordinario.
PRO
- Bloodstained = Castlevania
- La personalizzazione e la componente RPG
- Il level design
CONTRO
- Frame rate su Switch problematico
- Tecnicamente troppo arretrato rispetto alle altre versioni
- Localizzazione italiana non sempre esaltante