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Bullet Echo, la recensione

Uno sparatutto tattico al buio? Bullet Echo, il nuovo titolo di ZeptoLab, prova a immaginare una formula nuova per gli shooter mobile: la nostra recensione

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   02/06/2020

La recensione di Bullet Echo rivela come sia effettivamente possibile prendere un genere di gran moda come quello degli sparatutto a base multiplayer, inclusi i battle royale, e reinterpretarlo secondo dinamiche strategiche, introducendo una visuale dall'alto, l'elemento inedito dell'oscurità e una formula molto vicina a quella dei twin stick shooter.

Gli spunti sono insomma molto interessanti, e non è un caso che arrivino da un team di sviluppo creativo come ZeptoLab, lo studio inglese autore della celebre serie Cut the Rope, che ha provato a caratterizzare questa nuova esperienza con il proprio stile cartoonesco pur dovendo scendere a qualche compromesso, in primo luogo le tante limitazioni visive della telecamera in stile top-down.

Bullet Echo 5

Familiarizzare con il gameplay di Bullet Echo è molto semplice: attingendo a una rosa di venti diversi personaggi, sbloccabili progressivamente, nelle tre modalità di gioco disponibili (di cui una a squadre per un massimo di quindici partecipanti), ci si trova a partecipare a battaglie che si svolgono all'interno di scenari generati in maniera casuale ma con un comune denominatore.

Gli ambienti sono infatti immersi nel buio e dovremo fenderlo con i nostri mirini laser alla ricerca degli avversari, individuandone la posizione sulla base dei rumori e provando a intercettarli spostandoci lentamente per non diminuire la precisione di tiro dell'arma equipaggiata.

Gameplay

Come detto, la formula di Bullet Echo corrisponde quasi interamente a quella dei tradizionali twin stick shooter, sebbene i controlli siano stati rimodulati per aggiungere uno spessore strategico all'esperienza. Laddove infatti lo stick analogico virtuale sinistro serve per muovere il nostro personaggio, quello di destra ne determina la rotazione e non il puntamento, che può dunque avvenire con una certa lentezza nel caso in cui ci si debba girare completamente per poter avere un bersaglio a portata di tiro.

Si tratta di una macchinosità voluta dagli sviluppatori, un po' come i comandi in stile carro armato dei primi episodi di Resident Evil che servivano per aumentare la tensione, perché contribuisce a creare quel semplice vantaggio tattico di un giocatore che riesce ad arrivare alle spalle dell'altro e ad aprire il fuoco, in questo caso grazie a un sistema che preme automaticamente il grilletto nel momento in cui c'è un nemico nel nostro mirino.

Bullet Echo 3

L'elemento del buio contribuisce inoltre a creare situazioni interessanti, in cui magari percepiamo i passi degli avversari nelle vicinanze, rappresentati visivamente, e possiamo muoverci di conseguenza per intercettarli, magari restando dietro a uno dei tantissimi ripari presenti all'interno degli scenari. Viene inoltre enfatizzata una meccanica tipica dei battle royale, ovverosia il looting sfrenato una volta proiettati sulla mappa: si parte con una cadenza di fuoco minima e senza armatura, dunque bisogna impiegare i primi istanti della partita per procurarsi munizioni, corazzature, kit medici e utili modifiche per le armi.

A rendere ancora più interessante il tutto ci pensa la grande varietà dei personaggi, che come detto vanno sbloccati progressivamente, raccogliendo punti esperienza, oro e monete, nonché aprendo le tradizionali casse nascoste dietro il solito trailer pubblicitario. Le dinamiche freemium appaiono permissive e non ci sono limitazioni di sorta, tuttavia la gestione dei potenziamenti e il fatto di poterli accelerare sostanzialmente spendendo denaro reale apre inevitabilmente a qualche risvolto pay-to-win.

Bullet Echo 6

Realizzazione tecnica

Non c'è dubbio che i ragazzi di ZeptoLab abbiano una certa dimestichezza con lo stile grafico cartoonesco, e hanno provato a sfruttarlo nel migliore dei modi per dar vita a una rosa di personaggi visivamente accattivanti, suddivisi in quattro squadre che condividono alcune scelte cromatiche e i dettagli delle uniformi.

Si va dunque da un team che sembra uscito da una zona radioattiva a una squadra urbana post-apocalittica, passando per un gruppo di soldati futuristici e un manipolo di combattenti con abiti pensati per la mimetizzazione.

Bullet Echo 2

Il problema è che la visuale dall'alto finisce per minare profondamente questi sforzi, dando una sensazione (sbagliata!) di scarsa cura realizzativa e di approssimazione, in particolare per quanto concerne gli scenari.

La generazione casuale, infatti, da un lato assicura grande varietà delle situazioni, dall'altro finisce spesso per creare architetture improbabili e piene di ostacoli. Il comparto sonoro, infine, appare soltanto funzionale all'azione, senza acuti.

Conclusioni

Versione testata iPad (3.0.1)
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.8
Lettori (7)
6.3
Il tuo voto

Bullet Echo è uno sparatutto tattico molto interessante, specie nella modalità battle royale a squadre per quindici partecipanti, che introduce diversi elementi inediti per il genere anche in ambito mobile: la visuale dall'alto, tipica delle produzioni strategiche, ma anche l'elemento del buio, che rende i match ancora più coinvolgenti, mantenendo alta la tensione. I controlli touch risultano perfetti per rendere questo tipo di approccio, il sistema di progressione è solido e convincente e i personaggi sono ben differenziati, ma purtroppo la telecamera top-down tende a sminuire la qualità degli asset, restituendo una sensazione di scarsa cura e approssimazione che non corrisponde alla realtà.

PRO

  • Discretamente originale
  • Bei personaggi, diverse modalità
  • Ottimi controlli touch

CONTRO

  • La visuale dall'alto impoverisce tutto
  • Inevitabili risvolti pay-to-win
  • Sonoro essenziale