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Clash: Artifacts of Chaos, la recensione del ritorno nel mondo degli Zeno Clash

La recensione di Clash: Artifacts of Chaos, il gioco che ci fa tornare nel mondo degli Zeno Clash, ma con lo sguardo rivolto a God of War.

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   29/03/2023
Clash: Artifacts of Chaos, la recensione del ritorno nel mondo degli Zeno Clash
Clash: Artifacts of Chaos
Clash: Artifacts of Chaos
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Pseudo, un guerriero eremita che si è allontanato dal mondo civile per chissà quale motivo, incontra fortuitamente una strana creatura, chiamata "The boy", che viveva insieme a suo nonno, rimasto ucciso in combattimento. Deciso ad aiutare il ragazzo, una palla nera pelosetta che sembra un nerino del buio mescolato a un uccello, Pseudo intraprende un lungo viaggio che lo porterà ad affrontare molti nemici dalle fattezze che solo la creatività dello studio cileno ACE Team poteva concepire, lo stesso degli eccentrici Zeno Clash, Rock of Ages e The Eternal Cylinder, tanto per citare alcuni dei loro giochi. Comunque sia, se leggendo queste poche righe avete sentito echi di God of War, non vi siete sbagliati perché, come vedremo nel corso della recensione, Clash: Artifacts of Chaos sembra essere quasi una caricatura del titolo di Sony Santa Monica. Ossia, più che altro una critica diretta a certe scelte di design.

Esplorazione

I nemici sono originali e molto belli da vedere
I nemici sono originali e molto belli da vedere

C'è della profonda bellezza nell'intrico di sentieri e strade che compongono la porzione di Zenozoik, lo stesso mondo degli Zeno Clash, che Pseudo dovrà percorrere per raggiungere la sua destinazione. Architettonicamente e morfologicamente le terre di Clash: Artifacts of Chaos sembrano avere poco senso, ma a ben guardarle appaiono come il correlativo oggettivo della coscienza del protagonista, nonché la manifestazione della volontà degli autori di far smarrire il giocatore, in tutti i sensi. Ci affacciamo da un burrone e veniamo rapiti dalla quantità di dettagli che compongono l'informe e surreale paesaggio che ci troviamo di fronte agli occhi, con cui Pseudo si fonde alla perfezione nella sua splendida alterità. È frastagliato e non ha niente di umano, ma è armonico nel suo definirsi quasi in modo pittorico, caratteristica sottolineata anche dallo stile grafico scelto basato su colori e contorni pastello. Tecnicamente non c'è niente di mostruoso, ma è difficile non venire rapiti dalla visione generale che il gioco trasmette, proprio per la sua unicità.

Tornati in noi, la prima cosa che notiamo è che non ci viene detto cosa fare e dove andare. Per orientarci abbiamo a disposizione una piccolissima mappa, dove Pseudo è rappresentato da un'icona circolare. Inoltre, in giro non troviamo grossi punti di riferimento da seguire. Di tanto in tanto vediamo qualche edificio spuntare all'orizzonte, oppure è la strada stessa che ci guida, ma perdersi è davvero facile, tra svolte improvvise, pareti da scalare, anfratti con dentro dei tesori, crocevia senza indicazioni, strade che finiscono contro delle pareti e una mancanza quasi endemica di suggerimenti che finisce per pesare soprattutto in quei casi in cui occorre ritornare sui propri passi. Facile capire come il lasciare il giocatore in balia della labirintica geografia di Zenozoik, composta da grosse aree collegate tra di loro che vengono caricate di volta in volta, sia una precisa scelta di design, fatta in antitesi a quei giochi che tengono il giocatore per mano dall'inizio alla fine, non permettendogli mai di perdersi davvero.

Il mondo di Clash: Artifacts of Chaos è bellissimo
Il mondo di Clash: Artifacts of Chaos è bellissimo

Chiaro che sia un'impostazione che può rivelarsi problematica se non si ha un certo gusto per l'esplorazione e una buona tolleranza verso il rischio di fare avanti e indietro alla ricerca della strada giusta. Qualcuno la troverà fin troppo indigesta, considerando gli standard attuali del generà. In realtà, accettato il sistema, si finisce per vederlo quasi come una conseguenza dello stile generale scelto per Clash: Artifacts of Chaos, quasi un invito a partecipare al realismo magico deforme che caratterizza l'intera Zenozoik, Pseudo compreso: un'esplosione di muscoli su di una figura longilinea dal corpo irregolare.

Sistema di combattimento

Il sistema di combattimento di Clash: Artifacts of Chaos è articolato, ma tende a diventare ripetitivo
Il sistema di combattimento di Clash: Artifacts of Chaos è articolato, ma tende a diventare ripetitivo

Cosa si fa in giro per Zenozoik, oltre a perdersi? Si combatte, per la maggior parte del tempo. All'inizio del gioco Pseudo può scegliere una tra tre posizioni di combattimento, che modificano enormemente le sue tecniche di attacco. Nel corso del gioco potrà trovare nuove posizioni, selezionare quelle scartate, nonché acquisire alcune mosse speciali che gli consentiranno di aumentare il suo potenziale offensivo, in comunione con le statistiche migliorabili salendo di livello. Gli scontri di loro sono molto fisici e richiamano idealmente quelli degli Zeno Clash, nonostante Pseudo venga visualizzato in terza persona e non in prima e gli scontri siano meno tecnici, pur con la presenza di più mosse. La pesantezza dei colpi rimane, ma la terza persona ha evidentemente consigliato una maggiore dinamicità, per dare senso alle schivate e al maggiore spazio a disposizione.

I nemici seguono lo stile dello scenario e sono uno spettacolo di loro, tra barbari grossi, tozzi e pelosi con la testa al posto del torso, tra creature volanti che sembrano dei pterodattili disegnati da Bosch e tra altri essere antropomorfi dalle corazze decorate con gusto fortemente tribale e dalla fisicità simile a quella di Pseudo, oltre alle molte creature inquietanti come il boss Gemini, che sembra uscito da un incubo di Go Nagai.

Facile perdersi in Clash: Artifacts of Chaos
Facile perdersi in Clash: Artifacts of Chaos

Insomma, il parterre dei nemici risulta essere davvero ricco e variegato, tanto da poter essere considerato uno dei punti forti dell'intera esperienza. Come già accennato, i combattimenti non sono molto tecnici. L'importante è capire qual è il momento giusto per colpire, tra una parata o una schivata, studiando gli schemi d'attacco dei nemici. Considerate che gli avversari sono generalmente più forti di Pseudo, ma molto meno agili. Quindi per atterrarli sono richiesti parecchi colpi, mentre a loro bastano spesso un paio o poco più di attacchi ben portati per finire il lavoro. In alcuni casi i nostri colpi possono rompere quelli degli avversari, ma in altri no, quindi i combattimenti si riducono spesso a una tattica mordi e fuggi, in cui è meglio tenersi a debita distanza e aggredire al momento giusto, invece di tentare un approccio più diretto contando sulle parate e le schivate ravvicinate. Soprattutto quando bisogna affrontare più nemici contemporaneamente, quest'ultimo approccio può rivelarsi decisamente controproducente.

Rituali della notte e del giorno

I nemici della notte sono diversi da quelli del giorno
I nemici della notte sono diversi da quelli del giorno

Va detto che, in caso di sconfitta durante il giorno, Pseudo non muore definitivamente, ma si attiva una sua versione notturna che può raggiungere il corpo e svegliarlo, combattendo a sua volta contro dei nemici unici. Lo Pseudo notturno non ha solo una funzione curativa, per così dire, ma serve anche per superare alcuni passaggi impraticabili per lo Pseudo diurno, grazie alla sua pelle più spessa e dura, che forma una corazza impenetrabile, che non viene danneggiata da rovi e arbusti. In alcune occasioni bisogna quindi usarlo per sgombrare la strada allo pseudo diurno verso delle nuove aree. Il problema è che, in caso di morte, lo Pseudo notturno non può essere risvegliato e bisogna ricaricare dall'ultimo checkpoint raggiunto (dei piccoli accampamenti in cui è possibile dormire per cambiare Pseudo, creare pozioni curative e assegnare i punti abilità guadagnati salendo di livello).

Ma torniamo al combattimento. Oltre ai pugni Pseudo sbloccherà diverse armi da corpo a corpo nel corso dell'avventura, siano esse trovate o acquistate dai mercanti in cambio delle materie prime che si trovano esplorando Zenozoik, che lo aiuteranno non poco contro i nemici più forti, nonostante rischino spesso di rompersi proprio sul più bello (ogni arma ha una sua durevolezza).

Prima di ogni combattimento con creature intelligenti si può partecipare a un rituale
Prima di ogni combattimento con creature intelligenti si può partecipare a un rituale

All'inizio di ogni scontro con creature intelligenti è possibile partecipare a un rituale basato sul lancio dei dadi (completamente facoltativo). Ogni partecipante mette sul piatto un emblema che dà dei malus all'avversario durante il combattimento in caso di vittoria, quindi lancia i dadi sperando in un buon risultato, usando degli strani oggetti per alterarlo e avere il punteggio più alto possibile o far abbassare quello dell'altro. Prevale chi alla fine del rituale ha più punti. Quindi si passa alla scazzottata. C'è da dire che, nonostante la varietà degli avversari, alla fine i combattimenti diventano abbastanza ripetitivi, minando un po' il coinvolgimento, perché si tende a usare tattiche spesso molto simili. I boss rompono un po' gli schemi, ma in linea di massima si procede lungo binari ben noti. Ci sono degli elementi da considerare che rendono l'esperienza più interessante, come la barra della resistenza che determina la potenza dei nostri colpi e i danni prodotti da quelli che subiamo, ma un certo affaticamento è inevitabile verso le ultime fasi delle circa venti ore che ci vogliono per portare a termine Clash: Artifacts of Chaos.

Un mondo fuori dagli schemi

Ci sono tante cose da scoprire in giro per Zenozoik
Ci sono tante cose da scoprire in giro per Zenozoik

Clash: Artifacts of Chaos è un oggetto strano. Come accennato, il suo design sembra voler polemizzare continuamente con quello degli action moderni, presentando delle soluzioni meno ovvie, ma allo stesso tempo più dure da digerire. La storia stessa che racconta, seppur più rarefatta rispetto a quella di altri titoli, appare più profonda e meglio costruita all'interno del mondo di gioco, grazie a una serie di descrizioni secondarie e di piccoli accorgimenti che rendono più presente di quanto sembri il lato narrativo, tra incontri inaspettati, nemici che mostrano un loro carattere e personaggi che agiscono in modo inatteso e interessante. La storia principale in sé non è poi così articolata, ma è tutto il contesto ad arricchirla, compreso il rapporto che si instaura tra Pseudo e il Ragazzo, costruito in modo meno banale del solito rapporto padre e figlio da recuperare di alcuni videogiochi moderni.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, Epic Games Store, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (4)
8.2
Il tuo voto

Clash: Artifacts of Chaos è il classico gioco di ACE Team: stilisticamente splendido, chiede al giocatore di accettare le sue dinamiche peculiari per poterlo apprezzare davvero. Nonostante sulla carta sia un action 3D con elementi GDR abbastanza classico, conviene valutare attentamente la sua filosofia prima di decidere se affrontare o meno l'avventura in compagnia di Pseudo e il Ragazzo. A noi è piaciuto, anche molto, ma siamo coscienti che qualcuno potrebbe trovare indigeste alcune scelte mirate a dare al giocatore una maggiore responsabilità e autonomia, decisamente amene di questi tempi.

PRO

  • Stilisticamente splendido
  • Ha una filosofia tutta sua che vale la pena di conoscere
  • Ci si perde volentieri nel suo mondo

CONTRO

  • I combattimenti tendono a diventare un po' ripetitivi
  • Alcune scelte di design non saranno gradite da molti