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Collection of SaGa Final Fantasy Legend, recensione

Square porta su Switch tre antichissimi JRPG per Game Boy che vedono così la luce in Europa per la prima volta

RECENSIONE di Christian Colli   —   14/01/2021

Destino curioso, quello di SaGa: il primo titolo, risalente al 1989, fu ideato per Game Boy da Akitoshi Kawazu perché diventasse un'alternativa a Final Fantasy. La serie avrebbe dovuto lanciare i JRPG di Square sulla console portatile Nintendo con una ramificazione più impegnativa e caratteristica che doveva attirare un pubblico più smaliziato ed esigente. Nintendo, però, cambiò il titolo in The Final Fantasy Legend della release americana per cavalcare il successo dell'altro brand, alienando di fatto tutti quegli appassionati che pensavano di comprare un nuovo Final Fantasy e si ritrovavano tra le mani qualcosa di molto diverso.

Oh, be', non che a noi abbia fatto molta differenza: i primi tre SaGa in Europa non sono mai arrivati e la serie ha fatto i capolino sui nostri scaffali tipo undici anni e sei titoli dopo. La recensione di Collection of SaGa Final Fantasy Legend parla di un progetto che va a colmare questo baratro, garantendo ai fanatici del genere l'opportunità di conoscere questi JRPG perduti. Sarà valso la pena aspettare tutto questo tempo?

Le origini della SaGa

Possiamo immaginare lo stupore di quei giocatori che, tanti anni fa, comprarono Makai Toshi SaGa pensando che somigliasse a Final Fantasy solo perché sulla confezione troneggiava il logo di Square e il titolo era cambiato in The Final Fantasy Legend. In realtà, il primo titolo di Kawazu condivide coi veri Final Fantasy solo il compositore, Nobuo Uematsu, mentre il gameplay somiglia più a Dragon Quest o Shin Megami Tensei, coi nemici che appaiono sullo schermo come se il giocatore li stesse guardando in prima persona. Anche la struttura ha poco in comune coi primi due Final Fantasy usciti in quegli anni: è molto meno lineare e la storia va ricostruita parlando coi PNG, non essendoci una regia vera e propria. Unendo i puntini, scopriamo che i quattro personaggi che formano il party - il primo scelto all'inizio tra una varietà di opzioni razziali e gli altri reclutati nelle gilde - stanno cercando di risalire una torre che si dice porti in paradiso, imbattendosi in vari mondi durante la scalata, ognuno coi suoi problemi, presieduto da un potentissimo boss.

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Il grind è importante e il sistema di combattimento a turni si incentra sugli scontri casuali che si susseguono in gran frequenza. Ogni razza rappresenta una specie di classe che le conferisce capacità uniche: gli umani imparano gradualmente diverse abilità e possono equipaggiare un maggior numero di oggetti, i mutanti apprendono gli incantesimi quasi completamente a caso, i mostri possono divorare la carne dei nemici sconfitti ed evolversi o involversi di conseguenza. Purtroppo il gioco non spiega quasi nulla del gameplay, come spesso accadeva coi titoli degli anni '80, e senza una guida a portata di mano si rischia di rimanere bloccati anche troppo spesso. Fortunatamente l'avventura non è particolarmente lunga, e molto dipende da quanto si grinda e si è bravi in combattimento visto che le meccaniche includono una sorta di morte permanente per i personaggi che vengono sconfitti un certo numero di volte in battaglia e che quindi devono essere sostituiti da nuove reclute.

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Final Fantasy Legend II è molto simile al suo predecessore: Kawazu dirige anche questo episodio, marciando sulle caratteristiche dell'originale seppur limando alcune spigolosità del gameplay, come la durevolezza delle armi. Un po' più lungo ma sicuramente più impegnativo del primo, SaGa 2 ci vede ancora una volta impegnati a esplorare diversi mondi in cerca dei MAGI, manufatti che si dice conferiscano poteri straordinari. La narrativa calca la mano maggiormente sul protagonista e alcuni comprimari, leggermente più caratterizzati rispetto a quelli del titolo precedente, ma oscilla tra il fantasy e lo sci-fi per tutto il tempo, facendo una svolta netta sul finale che già orienta il franchise nella direzione molto specifica che seguiranno poi quasi tutti i capitoli successivi. Tra i tre titoli della compilation, Final Fantasy Legend II è forse quello più iconico proprio per questo motivo, rappresentando un vero e proprio miglioramento della formula tentata l'anno prima.

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Kawazu - impegnato su Romancing SaGa per SNES/Famicom - non dirige il terzo episodio, consegnato invece nelle mani di Kouzi Ide, e forse è per questo motivo che ci troviamo di fronte a un titolo molto più derivativo e somigliante a Final Fantasy. La storia ci vede ancora una volta a controllare un party di quattro personaggi, impegnato a combattere una potentissima entità che sta mettendo in pericolo ere e mondi diversi: Final Fantasy Legend III introduce il concetto di viaggio nel tempo, affrontato a bordo della Talon, una sorta di astronave che dovremo potenziare durante l'avventura per raggiungere nuove destinazioni. Sul fronte del gameplay, il titolo datato 1991 ripropone le meccaniche dei precedenti in modo più chiaro e accessibile: si ha soprattutto un maggior controllo sulla crescita dei personaggi, che inizialmente possono essere soltanto umani o mutanti e cambiare in bestie, mostri, cyborg e robot consumando specifici oggetti.

La versione Switch

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I tre SaGa che costituiscono questa Collection of SaGa Final Fantasy Legend sono JRPG estremamente vetusti, i prototipi di una serie che non è mai stata particolarmente popolare e che, anche dopo essere sbarcata saltuariamente dalle nostre parti, si è ritagliata una minuscola fetta di appassionati. Nel tentativo di prendere le distanze da Final Fantasy, ben prima che si scegliesse proprio quel nome per la release americana, il creatore di SaGa ha optato per soluzioni divisive che avrebbero anticipato le sperimentazioni degli anni a seguire, soprattutto quelle odierne. Ciò però non rende i tre SaGa dei titoli all'avanguardia, ma giochi di ruolo abbastanza acerbi che dimostrano tutte le limitazioni dell'hardware e dei tempi in cui uscirono. Se le musiche di Uematsu - ma anche quelle di Ryuji Sasai nel terzo episodio - restano ancora oggi tra le migliori dell'epoca, i tre titoli Square mancano dei dettagli e della cura riposta dallo stesso sviluppatore e molti altri nei migliori software per Game Boy.

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Al di là del valore che si può dare a un comparto tecnico di oltre trent'anni fa, che poi è personalissimo e tira in ballo l'effetto nostalgia come poche altre cose al mondo, c'è da dire che Square non si è sprecata più di tanto nella realizzazione di questa Collection. Sarebbe stato bello ritrovare i remake per sistemi mobile e Nintendo DS, insieme ai tre titoli originali, e magari qualche extra sotto forma di trailer o illustrazioni importanti. No, la compilation si limita a garantire soprattutto la possibilità di accelerare il gameplay - ma non la riproduzione musicale, fortunatamente - per velocizzare i momenti più tediosi dell'esperienza, come l'esplorazione o il grind. Sotto questo aspetto, dobbiamo dire che ci ha positivamente colpito la simpatica soluzione che permette di restringere la schermata di gioco per rispettare la risoluzione originale, personalizzando l'interfaccia touch di Switch per trasformare il tablet in un vero e proprio Game Boy virtuale: una trovate ingegnosa che speriamo di rivedere nelle prossime compilation.

Conclusioni

Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori (2)
5.4
Il tuo voto

Se comprate un titolo degli anni '80 per Game Boy sapete a cosa state andando incontro, perlomeno sul fronte tecnico, ma bisogna ammettere che i tre SaGa in questa compilation non sono esattamente tra i migliori JRPG che Square abbia sviluppato all'epoca. Nonostante alcune meccaniche decisamente stravaganti abbiano preceduto di decadi le sperimentazioni odierne, i SaGa restano produzioni assolutamente di nicchia che ci sentiamo di consigliare, visto anche il prezzo non proprio economico della Collection, solo a chi vuole davvero imparare a conoscere questo genere in ogni sua forma o release per cultura videoludica personale.

PRO

  • I primi tre SaGa non erano mai usciti in Europa prima d'ora
  • Simpatica l'opzione per trasformare lo schermo touch in un Game Boy virtuale

CONTRO

  • Sono JRPG davvero antiquati e tortuosi
  • Il prezzo della Collection è abbastanza alto
  • Square avrebbe potuto aggiungere anche i remake