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Cursed, recensione

La recensione di Cursed, serie Netflix con protagonista Katherine Langford che rielabora il ciclo arturiano dal punto di vista della giovane Dama del Lago, unendo fantasy e teen drama

RECENSIONE di Valentina Ariete   —   19/07/2020

Nello scrivere la recensione di Cursed, serie Netflix con protagonista Katherine Langford, sulla piattaforma di streaming dal 17 luglio, non possiamo non riflettere su quanto una buona storia non smetta di affascinare generazioni di autori nel corso dei secoli. È così per l'Odissea di Omero, Robin Hood e, se vogliamo fare un esempio più recente, Pinocchio (pensiamo a quanti adattamenti cinematografici dell'opera di Carlo Collodi sono stati fatti e arriveranno, come il film di Matteo Garrone e quello in stop-motion di Guillermo Del Toro).

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Il ciclo arturiano è una di queste: i cavalieri della Tavola Rotonda e Re Artù continuano ad appassionarci, al punto che non si contano gli adattamenti cinematografici e televisivi dedicati a loro. A partire dal film del 1953 I cavalieri della Tavola Rotonda di Richard Thorpe, con protagonisti Mel Ferrer e Ava Gardner, passando per il bellissimo classico d'animazione Disney La spada nella roccia (1963), Il primo cavaliere (1995), con Richard Gere, Sean Connery e Julia Ormond, fino a rielaborazioni sui generis, come Superfantozzi (1986, "Escalaba, Escansala, Eschizzibu...Excalibur!"), Transformers - L'Ultimo Cavaliere (2017), in cui Michael Bay racconta la leggenda utilizzando i giocattoli della Hasbro, e King Arthur (2017) di Guy Ritchie, muscolare e con un cattivissimo Jude Law.

La televisione non è da meno: abbiamo avuto Merlin (1998), miniserie dal ricco cast, con Lena Headey nel ruolo di Ginevra e Sam Neill in quello di Merlino; Avalon High (2010), di Disney Channel, ambientata in un liceo; Merlin (2008 - 2012), serie BBC che, in 5 stagioni, racconta la gioventù di Merlino e Artù e Camelot (2011), serie Starz con Eva Green nel ruolo di Morgana. Mancava soltanto Netflix a rimaneggiare queste leggende ed ecco che arriva quindi Cursed.

Katherine Langford è Nimue, la futura Dama del Lago

Ispirata all'omonimo romanzo illustrato nato dalla collaborazione tra lo scrittore Tom Wheeler e Frank Miller, Cursed racconta la storia di Excalibur da un punto di vista poco esplorato, quello di Nimue, futura Dama del Lago, colei che consegna a Re Artù proprio la leggendaria spada. Non solo: lo porta, morente, ad Avalon, dopo la Battaglia di Camlann, alleva il piccolo Lancillotto, rimasto orfano, e imprigiona mago Merlino.

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Ciò che vediamo nei dieci episodi di Cursed è però precedente a tutto questo: Nimue, interpretata da Katherine Langford, Hannah Baker in Tredici, qui è ancora soltanto una ragazza che ha degli strani poteri grazie ai quali riesce a dominare la natura. Vista con sospetto e paura dal suo villaggio, dopo la morte della madre, che le ha chiesto di consegnare un'antica spada a un uomo che si chiama Merlino (Gustaf Skarsgård), è costretta a fuggire e incontra il mercenario Arthur (Devon Terrell). I due devono affrontare più pericoli: i terribili Paladini Rossi, guidati da Padre Carden (Peter Mullan), alleati di Re Uther Pendragon (Sebastian Armesto), e soprattutto il guerriero senza pietà Weeping Monk (Daniel Sharman), che indossa un mantello grigio e non ha eguali nell'arte della spada.

Un fantasy che si tinge di teen drama

Come già successo per Le terrificanti avventura di Sabrina, l'ultima arrivata in casa Netflix utilizza il genere (qui è il fantasy, nella serie con le streghe l'horror) per realizzare un teen drama che non rimanga confinato nelle aule scolastiche. Non è forse quindi un caso che la scelta della protagonista sia ricaduta proprio su Katherine Langford, diventata famosa grazie a un ruolo da liceale. Se l'idea può essere interessante, non tutto però funziona, a partire proprio dall'attrice: la sua perenne espressione smarrita ("f4 basita" direbbero gli sceneggiatori di Boris) può andar bene all'inizio, quando tutto è ancora nebuloso e Nimue non è pienamente consapevole dei propri poteri, ma dal sesto episodio in poi, quando diventa una guerriera e dovrebbe guidare il popolo dei Fey, non è affatto credibile come leader carismatica, in grado di incoraggiare folle ed eserciti. Stessa cosa per quanto riguarda le scene d'azione: Langford sembra non trovarsi a suo agio nei combattimenti e nel maneggiare la spada.

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Questo spaesamento iniziale, forse dovuto alla commistione di troppi generi, con tanto di relazioni romantiche quasi da soap (accompagnate da musica pop moderna, che fa sorgere il dubbio su dove ci si trovi, se nella Britannia di inizio Medioevo o a Riverdale), contagia purtroppo anche altri membri del cast, come Gustaf Skarsgård, che ha il ruolo di un giovane Mago Merlino. Nei primi episodi l'attore si limita infatti a riproporre le facce un folli e stralunate di Floki, l'ingegnere navale e mistico che ha interpretato in Vikings. A spiccare su tutti invece è il sempre ottimo Peter Mullan, mentre tra le nuove leve il più interessate è Daniel Sherman, che, sotto al cappuccio del Weeping Monk, custodisce un segreto.

Se amate il fantasy meglio (ri)vedere The Witcher

Tra tutti questi incantesimi, lotte, baci rubati, come sta quindi il fantasy? Non benissimo: gli effetti speciali purtroppo non sono all'altezza, ma non è il fattore determinante. Anche in The Witcher creature e computer grafica non eccellono per via di un budget limitato, ma l'atmosfera c'è: tutto è più crudo, più magico, c'è senso dell'avventura. E soprattutto gli attori credono fortemente nei propri personaggi, facendoci appassionare alle loro storie. Qui invece l'epica manca del tutto, gli interpreti sono i primi a sembrare poco convinti di ciò che stanno facendo e soprattutto l'ago della bilancia è molto più spostato verso il teen drama. Quindi se siete amanti del fantasy duro e puro, e siete su Netflix, è meglio (ri)vedersi la prima stagione di The Witcher, in attesa che termini la lavorazione del secondo ciclo di episodi.

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Conclusioni

Multiplayer.it

6.0

Come detto nella recensione di Cursed, la serie Netflix ispirata all'omonimo romanzo illustrato di Tom Wheeler e Frank Miller racconta la storia di Re Artù e della spada Excalibur da un punto di vista poco esplorato, quello della Dama del Lago. Interpretata da Katherine Langford, qui è ancora una ragazza di nome Nimue, che ha promesso alla madre di consegnare un'antica spada a un uomo di nome Merlino. Fantasy che si fonde con il teen drama, se siete amanti dell'epica probabilmente la serie non vi convincerà, facendovi sospettare di essere a Riverdale invece che nella Britannia di inizio Medioevo.

PRO

  • Il fuoriclasse Peter Mullan è un piacere da guardare e ascoltare (in lingua originale)
  • Daniel Sherman, nel ruolo del Weeping Monk, qui è il migliore tra le giovani leve

CONTRO

  • La protagonista Katherine Langford non è convincente: manca di carisma e sembra non a suo agio nelle scene d'azione
  • Gli effetti speciali soffrono di un budget limitato
  • È un prodotto più adatto a chi ama il teen drama piuttosto che il fantasy