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Devil May Cry 3 Special Edition - Recensione

I fatti hanno dimostrato che il diavolo può senz’altro piangere, e non solo su console.

RECENSIONE di David Falzarano   —   24/07/2006

Grafica e sonoro

Tutti gli amanti dei più recenti effetti e delle grafiche spaccamascella rimarranno inevitabilmente delusi da Devil May Cry 3, che non sfrutta nessuna caratteristica delle ultime schede video né può vantare una mole poligonale particolarmente impressionante, bensì presenta la stessa identica grafica vista su PlayStation 2 con una risoluzione maggiore e, eventualmente, l’applicazione di anti-aliasing e filtro anisotropico. La resa finale su schermo non è comunque da condannare completamente, e viene salvato il salvabile grazie ad un character design più che buono, un'atmosfera innegabile e delle buone animazioni. Il più grande punto debole è lo stesso della PS2: le texture, che sono davvero poco definite.
La componente musicale è affidata a brani adrenalinici in stile metal, che ben si sposano con la natura spaccona del protagonista, mentre il doppiaggio, rigorosamente in lingua inglese, si attesta su livelli discreti. Il manuale, i menu e i sottotitoli del gioco sono completamente in italiano.

Devil May Cry 3 Special Edition - Recensione
Devil May Cry 3 Special Edition - Recensione
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L’annoso problema della conversione

Ogni volta che ci troviamo di fronte ad una conversione da console, andiamo inevitabilmente a sbattere contro un muro di sciocche limitazioni dovute alla scarsissima quantità di tempo impiegata dai programmatori per l’adattamento. Devil May Cry 3 non fa eccezione, e ci ritroviamo quindi, ad esempio, il file delle impostazioni (DMC3SE.ini) in modalità sola lettura (se è così, modificatelo, o le opzioni non verranno salvate), l’impossibilità di usare il mouse nei menu, la possibilità di uscire dal gioco solo tramite la pressione di ALT+F4 (non esiste una voce da menu), full motion video in bassa risoluzione ed altre piccole magagne poco simpatiche. Ciò non sminuisce il valore intrinseco del gioco ma, diciamolo pure, nell’anno 2006 queste stupidaggini cominciano a dare fastidio, soprattutto considerando il fatto che per risolvere molte di esse basterebbero pochi minuti e qualche riga di codice.
Il problema più consistente riscontrato in DMC3, però, purtroppo va ben oltre lo status di “stupidaggine”: molti utenti hanno avuto gravi problemi nella mappatura e nell’utilizzo di joypad nativi per PC, essenziali per godersi al meglio un gioco come questo. Alcuni hanno risolto usando il software di emulazione ControlMK (scaricabile a questo indirizzo) . Assolutamente perfetto, invece, il funzionamento del joypad originale PlayStation 2 collegato al PC tramite l’adattatore della EMS.
Altro piccolo problema è quello della risoluzione: alcuni giocatori non hanno la possibilità di utilizzare la massima risoluzione supportata dal proprio monitor, e fra questi ci sono io, che sono costretto a giocare a 1280x960 quando il mio monitor supporta fino a 1280x1024.

Dante e Virgilio

Questo terzo episodio si colloca cronologicamente prima di Devil May Cry, e ci presenta un Dante, ragazzo nato dall’unione del leggendario demone Sparda con una mortale, più giovane, sbarbato e ribelle, con un atteggiamento talmente tamarro da risultare quasi fastidioso. L’avventura inizia quando il nostro eroe decide di aprire un’agenzia di investigazioni paranormali, e prima ancora di iniziare l’attività vede una torre gigantesca spuntare dal sottosuolo proprio vicino al suo negozio. Dietro a questo evento c’è Virgil, suo fratello gemello, che con una nutrita schiera di demoni punta a ripristinare il regno infernale sulla terra. Inutile dire che Dante non è d’accordo.
DMC3, come i suoi predecessori, è un action interamente in 3D con inquadrature gestite dalla CPU, non controllabili dal giocatore. In questa “Special Edition", fra i miglioramenti apportati alla versione normale, c’è da segnalare la possibilità di controllare Virgil. Il sistema di combattimento è basato sul binomio arma bianca-arma da fuoco, che Dante può utilizzare alternatamene in spettacolari combo. Uccidendo mostri (nella fattispecie demoni di vari tipi) o raggiungendo particolari locazioni si ottengono oggetti chiamati orbs, tramite i quali è possibile acquisire nuove abilità e potenziare le armi.

Devil May Cry 3 Special Edition - Recensione
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in questa Special edition è possibile sbloccare Virgil ed usarlo per giocare

Devil May Cry 3 Special Edition - Recensione
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Dante e Virgilio

Gli orbs sono semplicemente dei concentrati di sostanze demoniache, ed in base al colore hanno un diverso effetto. Dopo aver soddisfatto particolari condizioni, Dante (o Virgil) avrà la possibilità di andare in Devil Trigger, ovverosia di scatenare le forze infernali che albergano in lui, trasformandosi in demone per un periodo limitato di tempo, con l’effetto di aumentare sia le doti offensive che quelle difensive.
Il sistema di combattimento, divertente e frenetico al punto giusto, è piuttosto tecnico, e se padroneggiato a dovere può rivelarsi profondo e appagante. Potenziando Dante e acquisendo nuove armi il ventaglio di mosse a disposizione si amplia sempre più, arrivando ad un livello di profondità senza dubbio ottimo, superiore a quello di giochi più acclamati come God of War. La possibilità di selezionare diversi stili, ognuno dei quali garantisce particolari attacchi extra, aggiunge una buona dose di varietà.
La longevità si attesta su livelli più che discreti, garantendo circa 15 ore di gioco in first-play ai giocatori esperti del genere.

Uno sguardo al passato

Nel lontano 2001 il primo Devil May Cry è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno.
Shinji Mikami, il leggendario game-designer Capcom, aveva inizialmente affidato ad Hideki Kamiya lo sviluppo di Resident Evil 4, ma dopo qualche settimana di lavorazione si era accorto che il progetto si stava allontanando troppo dall’idea di survival horror. Mikami decise così di lasciar continuare Kamiya per la sua strada, per creare qualcosa di nuovo e concettualmente differente, che si è poi concretizzato nell’action ad ambientazione gotico/horror che qualsiasi appassionato del genere conosce. Devil May Cry è stato il primo titolo a mostrare le vere capacità grafiche di PlayStation 2, ed ha riscosso un successo enorme tra i giocatori anche grazie ad un’ottima giocabilità, una colonna sonora adrenalinica e l’innegabile carisma di Dante, il protagonista mezzo uomo e mezzo demone sempre dipinto come personaggio “cool”, oltremodo sicuro di sè e, all’occasione, piuttosto strafottente e volgare.
Il secondo episodio, invece, si rivela un vero e proprio disastro. Il fatto che il suo sviluppo venga affidato ad un team satellite il quale non ospita nessun programmatore che abbia lavorato nel prequel, unitamente a cose poco piacevoli come un’ostentata pubblicità dei vestiti Diesel (sbloccabili come costumi segreti) e soprattutto una pesante inconsistenza di longevità, sceneggiatura, caratterizzazione dei personaggi ed innovazione, fa pensare ad uno squallido tentativo di “cavalcare l’onda” e racimolare più grana possibile sfruttando (e infangando) il già altisonante nome del franchise.
Nel terzo capitolo, come vedremo fra poco, per fortuna il tiro è stato corretto. Eccome se è stato corretto.

Devil May Cry 3 Special Edition - Recensione
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Nel corso del 2006 Ubisoft ha pubblicato su PC tre titoli, ognuno dei quali a rappresentanza di una delle tre serie più famose sviluppate su console dalla giapponese Capcom. Dopo “Onimusha 3: Demon Siege”, in attesa di sua maestà Resident Evil 4, ecco arrivare il secondo titolo di questo filone di conversioni: Devil May Cry 3 Special Editon.

Devil May Cry 3 Special Edition - Recensione
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Commento finale

Devil May Cry 3 rappresenta uno degli esponenti più validi del genere action, il migliore in assoluto se consideriamo i soli titoli disponibili per personal computer. Frenetico, longevo, e con un sistema di combo profondo e divertente, il gioco targato Capcom ha senza dubbio i numeri per fare bella figura. Il rovescio della medaglia è rappresentato da una veste grafica che potrebbe non soddisfare i giocatori ben abituati con le produzioni più recenti (come Oblivion, F.E.A.R., Prey e compagnia cantante) e da una conversione come al solito poco curata, che lascia parecchio amaro in bocca.
Nota Bene: il voto finale tiene anche conto del fatto che il gioco viene proposto ad un prezzo molto appetibile: circa 30€ nei negozi.

Pro

  • Ottima giocabilità e buona longevità
  • Sistema di combattimento tecnico e profondo
  • Prezzo concorrenziale
Contro
  • Scarsa cura nella conversione
  • Grafica un po' datata per gli attuali standard PC
  • Problemi con alcuni joypad