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Dordogne, la recensione di un’avventura narrativa francese dipinta ad acquerello

Mimi ricostruisce la sua infanzia viaggiando tra passato e presente, ma le sue avventure sulle rive della Dordogna sono meno sorprendenti di quanto speravamo.

Dordogne, la recensione di un’avventura narrativa francese dipinta ad acquerello
RECENSIONE di Giulia Martino   —   13/06/2023

Dordogne è una di quelle produzioni capaci di rimanere immediatamente impresse nella mente dello spettatore grazie al suo stile artistico distintivo e particolare: gli acquerelli di Cédric Babouche tratteggiano con maestria la campagna francese, i suoi colori e le sue peculiarità al mutare del tempo atmosferico, il tutto accompagnato dal suono calmo del fiume Dordogna, che percorre l'ambientazione del videogioco di Umanimation e Un Je Ne Sais Quoi. Mimi, trentenne alle prese con la morte della nonna e un passato offuscato da una misteriosa amnesia, è chiamata a muoversi in questi luoghi e a riscoprire la propria storia, oltre a quella della sua famiglia.

È un peccato che a un'ottima direzione artistica non si affianchi un gameplay altrettanto efficace, e alla fine anche la storia di Dordogne, dopo ottime premesse, si rivela impalpabile, poco consistente, come un foglio sottile in balia di un'acquazzone. Restano alcune intuizioni interessanti, certo, ma Dordogne non riesce a portare avanti con convinzione le sue pur ottime premesse.

Ve ne parliamo nel dettaglio nella nostra recensione di Dordogne.

Tornare indietro per andare avanti

La direzione artistica di Dordogne, tutto tratteggiato ad acquerello, è di quelle che restano impresse
La direzione artistica di Dordogne, tutto tratteggiato ad acquerello, è di quelle che restano impresse

Dicevamo che Mimi non rammenta nulla del suo passato, e precisamente non ha ricordi di quanto le è successo prima di aver compiuto tredici anni d'età. Alla morte della nonna, lei si sente chiamata verso la casa di campagna della defunta, che abitava nella splendida e soleggiata Dordogna. Nonostante la reazione ostile del padre - che, per ragioni che non verranno mai chiarite del tutto, covava un forte risentimento verso sua madre - Mimi si allontana dalla città per gettarsi a capofitto in questo ambiente del tutto diverso, dotati di ritmi propri, capace di riportarla nel suo passato e farle riscoprire, piano piano, alcuni eventi significativi della sua infanzia.

Il tutto avviene tramite l'interazione tramite particolari oggetti; in ognuno dei capitoli dell'avventura, della durata di circa quattro-cinque ore, anche banali utensili domestici riescono a sconvolgere la mente della protagonista e proiettarla nel passato, in cui saremo chiamati a muoverci nelle varie ambientazioni della campagna e conoscere il cast dell'avventura. Peccato che i vari spazi - pur meravigliosamente tratteggiati ad acquerello, con uno stile davvero inconfondibile e azzeccato - finiscano presto per ripetersi più e più volte, limitando fortemente il senso di meraviglia e di scoperta del giocatore. Anche alcune rappresentazioni stereotipate dei comprimari avrebbero meritato una revisione, o quantomeno una meditazione più attenta: la figura del ladro, in particolare, risulta del tutto infelice da questo punto di vista.

Nel complesso, la trama di Dordogne scade ben presto nella più completa prevedibilità, e nemmeno nel finale si prova una partecipazione autentica per le avventure di Mimi e per le lezioni che la giovane trae da questo tuffo nel suo passato. Dordogne risulta inaspettatamente freddo, poco a fuoco nelle sue scelte narrative, e pieno di punti oscuri su aspetti della trama che, se fossero stati approfonditi, forse avrebbero portato a un esito diverso e un maggiore attaccamento verso Mimi e i co-protagonisti dell'avventura.

Disegni, foto, registrazioni, poesie

Le sessioni in kayak diventano presto monotone, ma permettono di apprezzare una volta in più il meraviglioso stile di Cédric Babouche
Le sessioni in kayak diventano presto monotone, ma permettono di apprezzare una volta in più il meraviglioso stile di Cédric Babouche

Già nel nostro provato di Dordogne avevamo tracciato un parallelo tra la produzione francese in esame e quella canadese di SEASON: A Letter to the Future, uscito appena pochi mesi fa. Esattamente come in Season, la protagonista Mimi si trova, da bambina, a comporre le pagine di un raccoglitore, formate con poesie, fotografie, adesivi e registrazioni audio. L'idea è ottima, almeno in linea di principio, ma la realizzazione risulta molto meno libera e "aperta" rispetto a quanto visto in SEASON: non risulta possibile inserire più di un elemento per pagina per ciascuna delle categorie sopra elencate, e alla fine del processo ci si sente più costretti che altro dal raccoglitore e dalle meccaniche che lo coinvolgono, purtroppo non capaci di far sentire i giocatori veri autori dei loro ricordi in questa Dordogna videoludica. Le scarse opzioni per personalizzare le pagine del raccoglitore fanno perdere senso ai collezionabili che Mimi può scovare nel corso dell'esplorazione: che senso ha raccogliere una pletora di adesivi nelle varie ambientazioni se, alla fine della fiera, se ne potrà utilizzare soltanto uno per ciascun capitolo?

Oltre a raccogliere ricordi da tramandare per il futuro, Mimi si troverà a svolgere una serie di minigiochi che andranno a inframmezzare le fasi più spiccatamente narrative: girovagare in kayak sulla Dordogna, pescare le forchette perdute nel fiume nel corso di un picnic, fare la spesa al mercato, piantare aromatiche e molto altro. Tutto è molto semplice, e non sempre le interazioni risultano precise e significative nell'economia dell'avventura nel suo complesso; anche sotto questo punto di vista, abbiamo trovato Dordogne piuttosto elementare e tutt'altro che indimenticabile.

La trama di Dordogne non riesce a sorprendere e a lasciare una forte impressione nel cuore dei giocatori
La trama di Dordogne non riesce a sorprendere e a lasciare una forte impressione nel cuore dei giocatori

Non aiutano un doppiaggio inglese di qualità altalenante (decisamente meglio quello in francese) e una traduzione dei testi e dei dialoghi in lingua italiana condita, purtroppo, da alcune antipatiche sviste. Dordogne risulta, tutto sommato, poco rifinito anche dal punto di vista delle musiche e del design sonoro nel suo complesso.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 19.99 €
Multiplayer.it
6.5
Lettori (5)
6.6
Il tuo voto

Dordogne ci aveva ammaliato con i suoi splendidi acquerelli, capaci di rappresentare appieno lo spirito aperto, soleggiato e spensierato della campagna francese del sud-ovest, cullata dalle acque calme e tranquille del fiume Dordogna. Purtroppo, però, le avventure di Mimi si sono rivelate ben poco entusiasmanti, sia dal punto di vista della trama (tutto sommato dimenticabile) che del gameplay, confinato a minigiochi dalla qualità media tutt'altro che elevata. Il messaggio di Dordogne non riesce ad arrivare forte e chiaro al cuore del giocatore, anche a causa della scelta di far leva su alcuni stereotipi ormai antiquati nella scrittura di alcuni personaggi. Non possiamo definire insufficiente Dordogne, certo, ma ci saremmo aspettati ben altro da un videogioco che sembrava avere davvero tanto da dire, almeno sulla carta, dimostrandosi alla fine una produzione insospettabilmente arida d'ispirazione e ripetitiva nell'esecuzione.

PRO

  • Eccellenti i fondali disegnati ad acquerello
  • Impeccabile dal punto di vista tecnico su Nintendo Switch

CONTRO

  • Trama prevedibile e con antipatici stereotipi
  • Gameplay dimenticabile
  • Le ambientazioni iniziano presto a ripetersi