La recensione di Trunks: The Warrior of Hope segna un'interessante inversione di tendenza per Dragon Ball Z: Kakarot, che con i primi due DLC si era spinto decisamente in avanti dal punto di vista degli eventi della saga, andando a pescare dalla serie Dragon Ball Super, e torna ora sui suoi passi per portare sullo schermo una storyline decisamente più vecchia, che però è rimasta nel cuore degli appassionati.
La Storia di Trunks nel manga di Akira Toriyama viene raccontata nel giro di poche pagine, ma gli autori dell'anime intuirono che le origini della versione futuristica del figlio di Vegeta e Bulma avevano un grande potenziale, decidendo di dedicare loro un intero lungometraggio nel 1993, che appunto ha avuto un grande successo e si è guadagnato l'apprezzamento dei fan.
La Storia di Trunks
La trama di Dragon Ball Z: Kakarot - Trunks: The Warrior of Hope riprende come detto quella del film d'animazione La Storia di Trunks, sebbene con un paio di importanti aggiunte: viene mostrato in un flashback una sequenza di allenamento fra Trunks e Vegeta nella Stanza dello Spirito e del Tempo, ma soprattutto viene dato un finale propriamente detto alla storia mostrando il ritorno del personaggio nel futuro e la resa dei conti con i cyborg e con Cell.
Andiamo con ordine, però: il Trunks che compare in Dragon Ball Z proviene da un mondo in cui Goku è morto a causa di un letale virus cardiaco e i potentissimi cyborg C17 e C18 hanno ucciso tutti i guerrieri Z, mettendo le città a ferro e fuoco e massacrando tantissime persone per il semplice gusto di farlo.
Il giovane Trunks non ha la forza di combatterli e chiede al suo maestro Gohan, l'ultimo sopravvissuto dell'originale gruppo di eroi, di insegnargli a diventare un Super Saiyan. Gli allenamenti procedono, ma la minaccia dei cyborg si fa sempre più pressante e ben presto gli esiti della battaglia diventano drammatici, lasciando il figlio di Vegeta e Bulma da soli ad affrontare la situazione.
Il viaggio nel passato consente però a Trunks di conoscere suo padre, Goku e i loro amici, imparando nuove tecniche di combattimento e trasformazioni che gli consentiranno, una volta tornato nella sua epoca, di liberare finalmente il mondo dalla terribile minaccia creata nei laboratori del Red Ribbon, inclusa la misteriosa creatura verde che si nasconde in attesa dell'occasione giusta.
Struttura
Caratterizzato da una durata di circa tre ore laddove si proceda senza perdere troppo tempo, un valore francamente inferiore alle aspettative per un DLC che viene venduto al prezzo di 19,99 euro, Trunks: The Warrior of Hope riprende la struttura vista in Dragon Ball Z: Kakarot, caratterizzata da una sorta di open world parziale che da un lato prova a dare vita al mondo creato da Akira Toriyama ma mai descritto nei dettagli, dall'altro ci consegna paesaggi e città viziati da una concezione e da una realizzazione decisamente old-gen.
Questo aspetto insomma non cambia, e anzi viene enfatizzato dalla necessità del pacchetto di intrattenerci con banali fetch quest fra una missione principale e l'altra, visto l'esiguo numero di scontri disponibili e la loro netta mancanza di varietà. Esplorando lo scenario avremo a che fare con anonimi androidi del Red Ribbon, che potremo sconfiggere per provare a salire di livello prima di affrontare diverse volte C17 e C18, rigorosamente in coppia.
Ci sono le stesse attività del gioco base, vedi la pesca e la possibilità di rivolgersi a rivenditori per l'acquisto di materie prime utili alla realizzazione di ricette per il potenziamento permanente del personaggio, o il fatto stesso di poter volare in giro e utilizzare la world map per raggiungere location come West City, Ginger Town, Orange City, la casa di Goku o la Kame House, ma il mondo di gioco si conferma vuoto e bruttarello.
Gameplay
Un discorso del tutto simile può essere fatto per quanto concerne il gameplay, nel senso che i chiarissimi limiti di Dragon Ball Z: Kakarot vengono in qualche modo ribaditi ed enfatizzati nell'ambito di un DLC da tre ore, in cui peraltro si possono controllare soltanto due personaggi (Trunks e Gohan) e spesso ci si ritrova a combattere da soli, senza poter sfruttare le assistenze.
Come accennato, ci sono alcune fetch quest e combattimenti semi-casuali che è possibile portare a termine durante la mini campagna di Trunks: The Warrior of Hope, ma si tratta alla fine di semplici riempitivi privi di fascino, inseriti al solo e unico scopo di allungare il brodo e consentirci di effettuare un po' di grinding così da non fare troppa fatica durante i boss fight.
Basta tuttavia riempirsi le tasche di pozioni per la salute per poter procedere a testa bassa, ripetendo sempre le stesse combinazioni di attacchi per svuotare lentamente la barra della salute degli avversari e facendo attenzione alle loro contromisure. I combattimenti da questo punto di vista risultano senza dubbio spettacolari, ma anche molto caotici e frustranti visto che saremo sempre in inferiorità numerica, attaccati alle spalle dal secondo nemico nel momento in cui stiamo colpendo il primo.
Vengono dunque ribaditi i problemi con la telecamera, che spesso e volentieri tende a impazzire negli spostamenti verticali quando si è agganciato un avversario, e la mancanza di un bilanciamento propriamente detto, che possa trasformare le meccaniche da brawler senza pretese di Dragon Ball Z: Kakarot in qualcosa di un pochino più sofisticato.
Realizzazione tecnica
È un peccato che La Storia di Trunks non sia stata sfruttata meglio, ma è anche vero che i difetti del titolo sviluppato da CyberConnect2 erano già noti e non si poteva certo pretendere che un semplice DLC rivoluzionasse l'esperienza. Anche sul fronte grafico, che come al solito dà il meglio nelle cutscene e in generale con i personaggi in cel shading, ma come detto ci mette davanti un'ambientazione davvero modesta.
Abbiamo giocato Trunks: The Warrior of Hope su PC, approfittando del fatto che il pacchetto risulta accessibile fin da subito, in maniera indipendente dai progressi nella campagna principale, e non abbiamo riscontrato problemi di performance: al netto delle pochissime opzioni grafiche disponibili (fra cui spicca però un utile scaler), il DLC gira a 4K e 60 fps con le impostazioni al massimo utilizzando una RTX 3070.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core i5 10400
- Scheda video: NVIDIA RTX 3070
- Memoria: 16 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10 64 bit
Requisiti minimi
- Processore: Intel Core i5 2400, AMD Phenom II X6 1100T
- Scheda video: NVIDIA GTX 750 Ti, AMD HD 7950
- Memoria: 4 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 7 SP1 64 bit
Requisiti consigliati
- Processore: Intel Core i5 3470, AMD Ryzen 3 1200
- Scheda video: NVIDIA GTX 960, AMD R9 280X
- Memoria: 8 GB di RAM
- Sistema operativo: Windows 10 64 bit
Conclusioni
Trunks: The Warrior of Hope parte da una storyline vecchia, ma molto apprezzata, quella narrata nel film La Storia di Trunks, per raccontarci dell'inquietante futuro da cui proviene il figlio di Vegeta e Bulma, e di come i cyborg in quella realtà siano più forti e spietati di quanto non accada nel mondo di Dragon Ball Z che conosciamo. Sul piano narrativo e su quello della spettacolarità delle cutscene gli sviluppatori hanno fatto un ottimo lavoro, ma i difetti del gioco base in termini di ambientazione vuota, fetch quest e combattimenti caotici e ripetitivi vengono fortemente ribaditi nell'arco delle tre ore che servono per completare la mini campagna.
PRO
- La Storia di Trunks valeva la pena di essere portata nel gioco
- Alcune sequenze davvero spettacolari e ben realizzate
CONTRO
- I difetti di Dragon Ball Z: Kakarot vengono finanche amplificati nel DLC
- Personaggi a parte, la realizzazione tecnica è modesta
- Pochi contenuti rispetto al prezzo di vendita