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Europa Universalis 3 - Recensione

Paradox Interactive rilascia finalmente la terza incarnazione del suo celebre strategico: realismo e fedeltà storica sono stati spinti ai loro estremi per creare l'Europa Universalis definitivo!

RECENSIONE di Andrea Moi e Umberto Moioli   —   20/02/2007
Europa Universalis 3 - Recensione
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“Europa Universalis III for Dummies”

Entrare per la prima volta nel mondo di Europa Universalis non è semplice ed è per questo che a corredo del gioco viene offerta una ricca documentazione ed esaustivi tutorial. Il manuale di quasi 150 pagine propone una completa panoramica ma è poco fruibile come lettura one shot, da compiere prima di mettere mano al mouse, ed è per questo che sono stati inserite alcune sessioni di allenamento e spiegazione, da svolgere preliminarmente e che in un paio d'ore permettono di possedere gli strumenti necessari per muovere i primi passi nella modalità Campagna.
L'interfaccia di gioco, primo aspetto con il quale “scontrarsi”, è stata semplificata e riorganizzata, raggruppando in modo più intuitivo ogni funzione disponibile. Il menù principale offre una serie di strumenti strettamente legati alla gestione socio-economica della propria nazione. Le funzioni delle singole province e delle truppe che ci stanziano possono essere consultate cliccando sulle stesse ed in modo simile si può agire sulle icone degli Stati stranieri per gestirne le relazioni. Comoda anche la barra laterale che propone tutti i grafici statistici, diverse modalità di visualizzazione della mappa – da quella geopolitica a quella religiosa – e l'interazione con la Chiesa.
Di fondamentale importanza, infine, è l'indicatore della data, che permette di alterare il flusso del tempo. Paradox Interactive ha definito Europa Universalis come un “Pause-able real time strategy game”, proprio per la possibilità, in qualunque momento, di interrompere lo svolgersi degli eventi e poter riflettere sul da fare, prendere decisioni critiche e sperimentare diversi scenari, per poi riprendere come se nulla fosse successo e ad una velocità a piacere.

Europa Universalis 3 - Recensione
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Il buon amministratore

Gestire un impero non è compito facile, specialmente quando le decisioni da prendere e le possibilità offerte sono migliaia. In generale, EU3 divide questa incombenza in due aree di interesse separate: l'amministrazione degli aspetti social-organizzativi e la gestione delle province.
La prima incombenza comprende una vasta serie di compiti e occuperà gran parte delle prime sessioni di gioco. Le scelte di cultura e religione di Stato devono essere valutate su basi oggettive e possono essere variate in qualsiasi momento, ad esempio per porre rimedio a scontenti o sommosse popolari, al prezzo però di una maggiore instabilità. Importante poi, è la creazione di alcune figure di supporto che agevolino l'interazione legale con gli altri Stati, come i diplomatici, o illegale, come le spie. Vassalli ed esploratori sono necessari rispettivamente per rendere meno oneroso il carico di lavoro nei singoli territori di proprio dominio e per vagliare l'opportunità di stanziare nuove colonie. Lo sviluppo scientifico e tecnologico, infine, viene affidato a figure come il tecnologo o il naturalista e ponderate da filosofi che con il loro pensiero possono far crescere il prestigio nazionale.
Le province sono lo specchio delle capacità di un giocatore del titolo Paradox. Ciascuna di esse, in totale sono oltre 1700, dispone di una propria interfaccia, che permette a chi ne è in possesso di deciderne le principali caratteristiche. Demografia, contrasto ambientale alle idee dello Stato a cui sono sottoposte, crescita e produttività, sono indicatori importanti di una provincia e variano in base al modo in cui esse vengono gestite: mandare un missionario per convertire popoli di altre credenze, aumentare le tasse e accrescere gli scambi mercantili nei porti, non sono azioni giuste o sbagliate a prescindere, vanno valutate e ponderate in base a come ci si è mossi precedentemente. La capitale di ogni provincia può inoltre essere arricchita con una quindicina di strutture adibite ai compiti più disparati e permette lo stanziamento di nuove unità militari, sia di terra che di mare.
Tutta la fase di amministrazione della nazione, che vede in questo capitolo la descrizione dei soli punti fondamentali, è stata pensata in maniera eccezionale, riuscendo a bilanciare il ritmo piuttosto lento offerto, con un'enorme quantità di scelte e vie percorribili, elevando divertimento e rigiocabilità a vette finora inesplorate per il genere degli strategici.

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Creare un esercito, stringere alleanze e conquistare il Mondo

Se un'oculata amministrazione dei territori di cui si dispone è fondamentale, altrettanto lo è la capacità di combattere le guerre indispensabili ad accrescere il proprio impero. Per farlo, sono disponibili una vasta serie di strumenti che, ovviamente, trovano il loro principale sbocco nell'agevolare la creazione di unità, disponibili in grande varietà e stanziabili in ciascuna delle province controllate. Gruppi eterogenei di truppe possono inoltre essere unificate in un'unica unità, così da semplificarne i movimenti e al cui comando porre un generale, un ammiraglio, un conquistatore o un esploratore, in base alla necessità. I combattimenti veri e propri avvengono in modo automatico, non ci sono quindi campi di battaglia in cui muovere i soldati, lasciando al giocatore la sola possibilità di pianificarne i momenti salienti, come la resa, la richiesta di pace ed il ritmo con cui svolgere gli assedi. In quest'ottica, quindi, Europa Universalis si contrappone nettamente ad altri RTS celebri, su tutti Command & Conquer ed Age of Empires, proponendo una tipologia di battaglie più vicina a quella dei giochi a turni, apprezzabile anche se per nulla innovativa e incapace di cambiare ritmo all'azione, così come, ad esempio, avviene nella serie Total War.
Come conseguenza dello svolgimento di una guerra, si possono sperimentare tutta una serie di effetti collaterali, che molto spesso sono di difficile precognizione: se la causa belli non verrà giudicata sufficientemente seria, una notevole perdita di popolarità in ambito internazionale ed il malcontento del popolo saranno inevitabili, così come un buon trattato di pace, con un'equa istituzione di tasse supplementari, avrà quasi certamente risultati migliori di una ferrea dittatura.

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Errata corrige e altre aggiunte

Non bastasse il complesso gameplay sin ora descritto ed accumunabile in gran parte all'intera serie, EU3 riesce a farsi apprezzare anche per un buon numero di corpose novità, volte a rendere l'esperienza ancora più profonda ed a correggere precedenti errori o feature poco apprezzate.
Il realismo storico trae beneficio da un database di nomi ed eventi senza alcun paragone in un videogame, mentre l'introduzione della “tradizione militare” permette di avere alcuni bonus negli scontri nel caso si persegua per un lungo periodo una stessa condotta bellica. Nuovo è anche il sistema di “attrito”, cioè quello che prevede la perdita di alcuni soldati per motivi ambientali o anagrafici, che ora incorpora sotto la sua stessa voce tutti gli inconvenienti di mare.
Piuttosto interessante anche l'introduzione delle “Idee nazionali”, che consistono in una serie di bonus da poter selezionare ed in grado di dare particolari vantaggi: in totale se ne possono adottare un massimo di dieci, alcune delle quali non obbligatorie ma crocevia per aumentare gli orizzonti di conquista; su tutte la “Missione per il nuovo mondo”, che dà il via alla scoperta dell'America. Completamente nuovo anche il concetto di spionaggio e di spia, attraverso i quali avere importanti informazioni sugli altri stati.
Il multiplayer si giova del supporto a 32 giocatori contemporaneamente, anche in modalità cooperativa – permettendo cioè a più persone di controllare un singolo stato – ed è stato reso più stabile.
Aggiunte interessanti, quindi, capaci di dare nuovi stimoli anche ai più esperti e smaliziati appassionati di EU, che soprattutto gioiranno per il rinnovato e migliore multiplayer, sfida finale per chiunque abbia già analizzato tutti gli aspetti della campagna in singolo.

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Anche l'occhio vorrebbe la sua parte

In un complesso di assoluta magnificenza, piange il cuore a essere arrivati a dover parlare della grafica proposta da Europa Universalis III. La rappresentazione degli eventi e i menù di gioco sono in un buon 2D, con disegni molto ben realizzati e colori piuttosto vivaci. I problemi sorgono con l'uso del motore 3D, che è stato inserito per rappresentare le unità, le navi, ed alcuni insediamenti, tutti realizzati in maniera approssimativa, con modelli veramente poveri di poligoni e poco adatti a reggere il confronto con produzioni anche non più recentissime.
Positivo il sonoro, che propone temi musicali ed effetti pienamente adatti ad ogni situazione, ma non si distingue per varietà e, tenuta presente la longevità offerta, risulta piuttosto ripetitivo nella lunga distanza.
Splendida è invece l'intelligenza artificiale, capace di rispondere colpo su colpo ad ogni mossa ed in grado di variare il proprio agire in base all'epoca in cui ci si trova, così da mantenere sempre ai vertici la veridicità storica.

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Requisiti di sistema


Requisiti Minimi:

  • Processore: Pentium IV 1,9 Ghz
  • RAM: 512 Mb
  • Scheda Video: 3D 128Mb con supporto alle DirectX 9.0c
  • Spazio su disco: 1 Gb
Configurazione di prova
  • Processore: Intel Pentium 4 3,4 Ghz HT
  • RAM: 1 Gb
  • Scheda Video: NVIDIA 7900

Conclusioni

Coinvolgente e profondo, Europa Universalis III ripaga appieno la lunga attesa durata diversi anni. La gestione della propria nazione e dei rapporti con le altre si avvale di un'enorme quantità di opzioni e possibilità, mentre tutti gli aspetti bellici sono maggiormente improntati sulla gestione delle truppe e sulla diplomazia, tralasciando i campi di battaglia e soffrendo di un ritmo per molti troppo lento. Le modalità si riducono alla sola Campagna e Sfida Multiplayer, ma tanto basta.
Tecnicamente altalenante, grafica sotto tono e sonoro discreto, eccelle solo nell'intelligenza artificiale, a tratti addirittura troppo avanzata ed in grado di far sudare le proverbiali “sette camice”.
Gli appassionati di storia e coloro che sono in cerca di un prodotto dal realismo esasperato, troveranno nel titolo Paradox Interactive pane per i loro denti. Per tutti gli altri è consigliata almeno una prova, tanto per diradare ogni dubbio.

Pro

  • 300 anni di storia, 200 nazioni, 1700 province e una miriade di opzioni
  • Campagna pressoché infinita
  • Realismo esasperato e curva d'apprendimento ripida...
Contro
  • ...non per tutti
  • Tecnicamente è ancora lontano da altri illustri titoli

Paradox Interactive fa parte di quegli sviluppatori che solo il PC gaming si può permettere, essendo conosciuta per i suoi strategici dall'immenso realismo, capaci tanto di esaltare gli appassionati, quanto di dimostrarsi ostici e a tratti frustranti per tutti gli altri. In particolare la serie di Europa Universalis, liberamente ispirata ad un celebre gioco da tavolo, si è fin dagli albori distinta per la necessità di porre estrema attenzione a ogni singolo aspetto della gestione di un impero. Questo terzo capitolo prende in considerazione il periodo compreso tra il 1453 e il 1789, dalla caduta di Costantinopoli all'elezione di George Washington a primo presidente degli USA, durante i quali poter impersonare, a partire da una data a piacere, una qualsiasi delle 200 nazioni presenti e farne qualsiasi cosa si voglia, non essendoci obiettivi o finali precalcolati. La scelta del Paese da controllare, in ogni modo, deve tener presente il background storico dello stesso, essendo richiesta una certa attinenza nel formulare i propri piani.