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Floodland, la recensione di uno strategico con l'acqua alla gola

In questa recensione di Floodland vi mostriamo pregi e difetti del nuovo city builder post-apocalittico di Vile Monarch.

RECENSIONE di Mattia Pescitelli   —   14/11/2022

I videogiochi strategici d'impronta survivalista hanno da sempre contraddistinto una certa parte del mercato videoludico. Vuoi per le immense possibilità date al giocatore, chiamato a costruire una nuova civiltà dalle ceneri della precedente, vuoi per la possibilità di creare ambienti di gioco suggestivi e fantasiosi, il fascino di questo genere di videogiochi post-apocalittici continua ad ammaliare migliaia di appassionati, pronti per provare l'ultimo ritrovato in tale ambito. Questa volta, a portarci in terre devastate è Vile Monarch, con un titolo che fa di tutto per stare a galla in un mare di concorrenza.

Immergetevi nel pantano insieme a noi in questa recensione di Floodland.

Cause ed effetti

Floodland: un nuovo mondo con nuove regole
Floodland: un nuovo mondo con nuove regole

Floodland si presenta immediatamente come un gioco fortemente attaccato alla componente narrativa. Il mondo come lo conosciamo è finito da un pezzo, afflitto da inondazioni senza precedenti che hanno sgretolato gli ultimi baluardi della società. Anni dopo l'Evento, il nostro compito è quello di far prosperare un piccolo gruppo di sopravvissuti in queste "nuove" terre emerse. La nostra "consigliera" ci ha condotti in un luogo che ritiene molto importante. Infatti pensa che nella zona si trovi una centrale elettrica all'avanguardia, altamente efficiente, che, se rimessa in funzione, potrebbe aiutarci a donare un nuovo inizio all'umanità. Una volta data una casa quantomeno vivibile alla nostra comunità, l'obiettivo sarà quello di andare alla ricerca di questa fantomatica fonte d'energia.

Lungo la strada (o, meglio, le vie fluviali), incontreremo ovviamente altri gruppi di sopravvissuti (che potrebbero rivelarsi grandi alleati come acerrimi rivali), oltre a tutta una sequela di informazioni che ci aiuteranno a capire cosa sia effettivamente successo al momento del grande cataclisma che ha sostanzialmente annichilito la società.

Non è una trama particolarmente intricata, né originale, ma è funzionale a un titolo come questo, molto più interessante nelle relazioni tra individui e clan che nella ricerca di una conoscenza totalizzante.

Non solo sopravvivere, ma prosperare

Floodland: ricostruire la civiltà, un'isola alla volta
Floodland: ricostruire la civiltà, un'isola alla volta

Il gameplay di Floodland ci mette dinanzi a svariate scelte già dai primi istanti di gioco. Innanzitutto, dobbiamo selezionare un clan da guidare in queste terre desolate. Ogni clan (inizialmente quattro, ma ne incontrerete altri durante le vostre partite) ha le sue peculiarità e, soprattutto, le sue visioni del mondo. Ci sono i più tradizionalisti, ancora legati alle "vecchie abitudini", mentre c'è chi vorrebbe un nuovo inizio per l'umanità, lontano dalle decisioni che hanno portato alla fine del mondo. Scelto il nostro gruppo, si viene catapultati in una mappa generata casualmente, cosa che porta ogni partita ad apparire diversa rispetto la precedente (ovviamente, non aspettatevi grandi cambiamenti, ma giusto un riposizionamento dei punti d'interesse e possibili nuovi incontri lungo il cammino). Il gioco, poi, segue lo standard dei gestionali più blasonati, con la raccolta di oggetti e il ciclo giorno-notte che scandisce gli orari lavorativi e quelli di svago.

Tornando agli incontri con altri gruppi, la particolarità sta nel fatto che, volendo, potete invitare i clan che incontrate a unirsi alla vostra comunità, ma rimanendo comunque due realtà comunitarie differenti. Ciò significa che avrete il controllo di uno o più gruppi esterni, che si affiancheranno a quello inizialmente scelto e che porteranno tutta una serie di bonus e malus, oltre a esigenze differenti e visioni del mondo spesso anche molto contrastanti.

Floodland: ogni mappa è generata proceduralmente
Floodland: ogni mappa è generata proceduralmente

Bisogna, quindi, fare attenzione a chi si sceglie di far entrare nel proprio insediamento, perché una manodopera maggiore, sul lungo periodo, potrebbe ritorcersi contro di noi e creare "disordini", con conseguente incremento di criminalità e dissenso verso chi prende le decisioni (ovvero noi).

La situazione si complica ulteriormente quando la nostra comunità è abbastanza ampia da dover necessitare di leggi per una comune e prospera convivenza. Questo ramo diplomatico prevede di scegliere tra un gran numero di editti, alcuni dei quali mettono di fronte a bivi irreversibili (ad esempio, se instaurare una forza di polizia o una milizia armata). In definitiva, molto più che la ricerca della risorsa e della sopravvivenza, a fare la differenza tra prosperità e disfatta è la serena convivenza tra i membri delle comunità.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Consigliata per 1920x1080, Video Settings 'HIGH':
  • Un processore a 64-bit compatibile con Windows 10 x64
  • Processor: Intel(R) Core(TM)
  • i7 8700k o equivalente AMD
  • 16 GB RAM
  • Scheda grafica: GeForce RTX 2060 o equivalente AMD, 6 GB VRAM
  • DirectX: Versione 11
  • 6 GB di spazio libero

Requisiti minimi

  • Minima per 1920x1080, Video Settings 'HIGH':
  • Un processore a 64-bit compatibile con Windows 10 x64
  • Processor: Intel(R) Core(TM)
  • i5-4460 o equivalente AMD
  • 8 GB RAM
  • Scheda grafica: GeForce GTX 1060 o equivalente AMD, 6 GB VRAM
  • DirectX: Versione 11
  • 6 GB di spazio libero

Problemi tecnici

Floodland: dal punto di vista tecnico il gioco non dà il meglio di sé
Floodland: dal punto di vista tecnico il gioco non dà il meglio di sé

Se Floodland si presenta come un titolo interessante da giocare, che per molte cose ricorda un altro importante esponente del genere uscito negli ultimi anni, Frostpunk (dal video introduttivo, ad alcune meccaniche di gioco, fino a determinati aspetti dello stile artistico, gli elementi che rimandano alle atmosfere del titolo di 11 bit Studios sono diverse, tra cui il più concreto impiego di Piotr Musiał, compositore dei maggiori successi del team polacco), dal punto di vista tecnico arrivano le prime criticità.

Teniamo a sottolineare che quella che abbiamo provato non era esattamente la versione definitiva del titolo, dato che gli sviluppatori hanno deciso di prendersi ogni minuto di tempo a disposizione prima dell'uscita per lavorare all'ottimizzazione del gioco e ad alcuni ultimi ritocchi. Tuttavia, su qualcosa dovremmo pur basarci e, quello che abbiamo avuto modo di testare con mano ci ha lasciati un po' con l'amaro in bocca (ma, ripetiamo, sono tutti elementi che potrebbero venire sistemati attraverso futuri aggiornamenti).

Floodland: il gioco presenta evidenti problemi prestazionali
Floodland: il gioco presenta evidenti problemi prestazionali

Innanzitutto, il gioco si è presentato decisamente esoso in termini di risorse hardware. La nostra configurazione di prova non è certo tra le migliori, ma comunque più che sufficiente per gestire un titolo del genere a 1080p e 60 fotogrammi al secondo. Eppure, i casi di rallentamento e di scarse prestazioni aumentavano man mano che procedevamo nella storia e che, dunque, si espandeva la nostra comunità (e gli elementi a schermo). Un calo che non sembra affatto giustificato da una complessità grafica particolarmente rilevante dato che, al massimo della qualità, Floodland non è certo un gioco che stupisce per dettagli ed effetti visivi. Siamo nell'ambito del "comune", cosa che va più che bene per uno strategico del genere. Però i problemi prestazionali persistono anche al livello minimo di qualità grafica, quindi la falla è più probabile che si trovi a monte, nella scarsa ottimizzazione del gioco da parte del team di sviluppo.

La nostra esperienza è stata un'altalena di frustrazione ed esaltazione man mano che procedevamo nella storia poiché più espandevamo la nostra comunità, più i salvataggi automatici si facevano lunghi (cosa che portava l'intera schermata a bloccarsi anche per più di mezzo minuto). Queste che evidenziamo e che hanno minato il nostro sano godimento del titolo sono criticità che con tutta probabilità verranno sistemate in tempo per l'uscita, ma per il momento quel dubbio lancinante resta: la possibilità che il gioco esca effettivamente in queste condizioni, lievemente migliorato, ma comunque parecchio afflitto da problemi tecnici quantomeno fastidiosi.

Il sonoro protagonista

Floodland: l'atmosfera che ammanta il gioco è molto suggestiva
Floodland: l'atmosfera che ammanta il gioco è molto suggestiva

Se sotto il mero aspetto computazionale il gioco ci ha convinto poco, dal punto di vista artistico, Floodland sa difendersi egregiamente. Sembra strano da dire, ma i lati visivamente più interessanti del titolo sono probabilmente i menu, le schermate, le interfacce, con elementi disegnati a mano molto particolari, vagamente già visti, ma comunque abbastanza caratterizzati da risultare fortemente legati all'opera di Vile Monarch.

Tuttavia, a spiccare maggiormente è il commento musicale, anzi, il comparto sonoro in generale. La colonna sonora è delicata e allo stesso tempo roboante, con anche alcune canzoni originali create a posta per l'occasione, prodotte ed eseguite magistralmente. Saranno le orecchie a tenervi incollati a questo universo narrativo, più di tutto il resto, creando attorno a voi un'atmosfera a nostro avviso unica, che si lega fortemente al gioco e ne esalta le qualità (forse un po' troppo) nascoste.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Multiplayer.it
7.0
Lettori (4)
6.7
Il tuo voto

Floodland fonde gestione di risorse e sopravvivenza con convivenza e prosperità comunitaria, impresa assolutamente non nuova e già compiuta da diversi altri videogiochi, a volte anche in maniera più convincete. Tuttavia, nonostante la poca pulizia tecnica (la promessa di una più attenta ottimizzazione in tempo per l'uscita verrà mantenuta?), il lavoro di Vile Monarch riesce a stupire nelle piccole cose, forse meno rilevanti per i più, ma comunque necessarie per creare un contesto di gioco capace di catturare anche per la sua atmosfera e la sua valenza estetica.

PRO

  • Un'esperienza sonora
  • Buona dose di sfida

CONTRO

  • A tratti un po' derivativo
  • Tecnicamente un mezzo disastro