Abbiamo già detto, in occasione di Dragon Ball Legends, come Bandai Namco abbia iniziato a prendere un po' più sul serio l'ambito mobile come piattaforma dal potenziale ludico interessante e non solo come mero megafono promozionale per le serie multimediali e ribadiamo la stessa cosa anche davanti a Grancrest War: Quartet Conflict, perché indubbiamente c'è dietro un certo lavoro da parte del publisher. La serie si presta in maniera particolare ad essere trasferita nella meccanica che sta diventando canonica per gli RPG nipponici su smartphone, vista la quantità di personaggi che popolano la lore di Grancrest e che sembra strutturata precisamente per rientrare nella dinamica "gacha", che ovviamente non manca nemmeno in questo caso. In verità, la serie in questione ha origini alquanto solide, essendo partita come filone di racconti da parte di Ryō Mizuno, autore dello storico Record of Lodoss War e trasferita poi in manga e anime attraverso il lavoro di Miyū e A-1 Pictures con ottimi riscontri.
Nessun dubbio dunque sul materiale di partenza, che presenta la solita interessante commistione di elementi in stile fantasy classico occidentale filtrati attraverso l'estetica e il gusto tipico giapponese, sebbene rispetto a Lodoss qui ci si trovi in un ambito forse più "commerciale", ma i tempi sono anche decisamente cambiati. Il problema, casomai, è stato cercare di incastrare la complessa storia di casate, guerre, alleanze e tradimenti in un gioco schematico e progressivo come questo Grancrest War: Quartet Conflict e su tale aspetto gli elementi narrativi di base risultano effettivamente un po' sacrificati, ma resta se non altro l'interessante mondo di riferimento, il variopinto cast di personaggi e l'ottimo character design basato sul lavoro di Hiroshi Yakō sull'anime, elemento non da poco considerando l'importanza ricoperta dalla ricerca e raccolta di personaggi nella struttura del gioco. Ovviamente, è un gioco dedicato soprattutto a chi conosce la saga di Grancrest senki, al di là dell'attrattiva ovviamente superiore esercitata su chi già è affascinato da questo mondo anche perché l'avere una certa conoscenza della storia e delle relazioni tra i personaggi, al di là della confusa narrazione presente qui, è alquanto importante.
Il destino di un cavaliere
La storia ricalca a grandi linee quella dell'anime, anche se risulta inevitabilmente più compressa e confusa in questa riduzione mobile a causa di un ritmo narrativo spezzettato e frammentario che non le rende proprio giustizia. Vi si narra, in breve, la vicenda del giovane Theo, intenzionato a portare la pace in un mondo costantemente sull'orlo della guerra e nel quale il prestigio si misura attraverso la raccolta di emblemi (i Crest), dotati di poteri magici e in grado di elevare il grado sociale per coloro che li possiedono. Dall'incontro fortuito tra il ragazzo e una giovane, talentuosa ma ribelle maga chiamata Siluca, che resta affascinata dalla forza d'animo di Theo e decide di supportarlo, inizia una lunga e complessa storia di guerra, riscatto e sogni di pace. Sullo schermo dello smartphone questo viene raccontato soprattutto attraverso numerosi dialoghi con scene statiche e qualche rara animazione in stile anime, comunque molto ben fatta, incastonando vari momenti focali della storia tra le quest in cui è schematicamente suddiviso questo RPG. Queste si strutturano nella maniera ormai canonica per i JRPG mobile: tra le fasi narrative e quelle dedicate alla gestione dei personaggi ci troviamo ad affrontare dei livelli in cui si assume il controllo (oppure no, nel caso in cui si decida di demandare tutto alla CPU utilizzando l'opzione per automatizzare gli scontri) del party di personaggi in quello che è a tutti gli effetti un hack and slash abbastanza classico.
In questo senso Grancrest War: Quartet Conflict tende a differenziarsi dai numerosi RPG di questo tipo, perché nella fase di scontro propone anche un accenno di esplorazione libera degli scenari, con tanto di bivi e tesori da scoprire anche se il tutto resta a un livello molto elementare, ricordando molto da vicino la struttura di Tales of the Rays. Il combattimento action si basa sull'utilizzo di combo e abilità speciali che possono essere concatenate tra i vari personaggi, facendoli entrare in campo alternatamente in maniera ritmica e ottenendo in questo modo degli effetti combinati che arricchiscono un battle system altrimenti abbastanza vicino al button masher, affrontando eserciti di nemici fino ad arrivare agli immancabili boss. Parlando di Tales of the Rays, il problema è che Grancrest deriva da quest'ultimo anche i suoi aspetti deteriori, visto che il grinding si fa sentire abbastanza presto e innesca le solite trappole da free-to-play che fanno leva anche sulla raccolta dei personaggi attraverso le solite "evocazioni". Insomma, la classica corsa alla spesa di valuta in-game che può avere effetti deleteri se non viene vissuta col giusto senso della misura. Per il resto, c'è una gestione piuttosto profonda del party con tutti crismi standard del genere e anche qualcosa di più: triangolo delle abilità (i classici rapporti di forza in stile carta-sasso-forbice), evoluzione di ogni singolo combattente, skill tree applicato ai Crest e un sistema di coordinazione tra i combattenti del party che determina influssi incrociati diversi a seconda del gruppo scelto, modificando le statistiche del gruppo.
Conclusioni
Il paragone più calzante può essere fatto con Tales of the Rays, visto che Grancrest War: Quartet Conflict condivide con il precedente RPG mobile di Bandai Namco tutta l'ossatura principale. Questo nuovo titolo però conta su una storia più complessa e interessante, inoltre gode di una struttura più ricca in termini ruolistici, con una gestione del party più profonda. Le fasi hack and slash mettono sullo schermo una quantità di nemici impressionante, rendendo gli scontri alquanto movimentati ed epici, anche se possono diventare decisamente confusi su schermi piccoli, con le fasi di esplorazione che aggiungono effettivamente qualcosa alla dinamica ormai ultra-standardizzata dei JRPG mobile. Peccato per il grinding che tende a emergere con forza e per un certo caos che può emergere su piccoli schermi, ma per un appassionato di Grancrest questo è un download praticamente obbligatorio.
PRO
- La serie Grancrest si adatta perfettamente al tipo di gioco
- Fasi hack and slash dinamiche e con un po' di esplorazione
- Ottima gestione del party
CONTRO
- Il grinding si fa sentire
- Confusionario in alcuni casi
- Tempi di caricamento a volte eccessivi