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Grand Theft Auto: Chinatown Wars - Recensione

GTA sbarca su Nintendo DS con un capitolo esclusivo davvero sorprendente.

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   23/03/2009

Ricordando la tutt'altro che memorabile conferenza Nintendo dello scorso E3 2008 di Los Angeles, a conti fatti sono stati ben pochi i titoli presentati in tale occasione capaci poi di dimostrarsi qualitativamente del tutto convincenti. Tra una discesa in snowboard con Shaun White, una staticissima passeggiata in Animal Crossing e un poco esaltante concerto con Wii Music era passato un po' in secondo piano l'annuncio di GTA Chinatown Wars per DS, capitolo esclusivo per il portatile Nintendo della fortunatissima serie Rockstar Games. Un errore evidentemente, dal momento che proprio Chinatown Wars si può definire senza pericolo di smentita uno dei migliori giochi apparsi nella gloriosa carriera dell'handheld a due schermi.

Tutto il GTA che conta

Per i giocatori di lunga data capaci di ricordare gli esordi della serie, coi primi due capitoli profondamente diversi nella struttura rispetto alla pietra miliare posta dal terzo episodio, Chinatown Wars potrebbe essere inizialmente avvicinato proprio a tali precursori a causa della visuale dall'alto a volo d'uccello adottata dai programmatori di Rockstar Leeds. In realtà le evoluzioni tridimensionali dell'acerbo concept iniziale non sono state affatto messe da parte, ma al contrario in gran parte implementate se non per certi versi addirittura raffinate ed espanse. Giocare a Chinatown Wars, specialmente per chi ha esperienza con la serie, non può che rivelarsi una continua sorpresa di fronte al progressivo sgretolamento della errata convinzione che su un portatile come il DS per forza di cose si sarebbe dovuto scendere a numerosi compromessi. La storia mette il giocatore stavolta nei panni di Huang Lee, figlio di un boss della Triade da poco assassinato, in viaggio da Hong Kong a Libery City; i problemi iniziano immediatamente dopo aver messo un piede fuori dall'aereo, e proseguono poi in un crescendo di lotte tra gang e scontri di potere tra le strade della metropoli. La quale, come i più attenti avranno notato, è la stessa di GTA IV attraversata con Niko Bellic; in realtà manca un'isola, ma in ogni caso resta un risultato encomiabile e capace di offrire un ambiente vasto e variegato brulicante di vita, auto, negozi, attività e quant'altro. La struttura è ovviamente quella classica, suddivisa in missioni da ottenere tramite una serie di personaggi chiave; in gran parte dei casi bisognerà poi utilizzare mezzi di trasporto per raggiungere vari punti nella mappa, ottenere oggetti, commettere omicidi e cose del genere in puro stile GTA, sempre facendo attenzione a non farsi scoprire dalla polizia sempre in agguato. E proprio parlando delle forze dell'ordine subentra una delle tante piacevoli innovazioni di Chinatown Wars; anche in questo caso sono presenti le stelline, a indicare il grado di sospetto e quindi quante unità siano effettivamente impiegate all'inseguimento di Huang. Ma in questa occasione è stato inserita una maggiore profondità nella modalità di fuga che rende molto più divertente il tutto. Se infatti è possibile come sempre cercare di fuggire seminando gli inseguitori o utilizzando uno dei Pay'n Spray, allo stesso modo si può ingaggiare a sportellate le volanti facendole schiantare contro un palazzo o un ostacolo. Eliminando in tale modo un numero di auto della polizia pari alle stelle di sospetto in quel momento attive, si potrà perderne una fino a riguadagnare la "libertà". Una novità intelligente e divertente, che speriamo davvero possa essere introdotta anche nelle future iterazioni per home console della serie, così come la benedetta facoltà di ricominciare una missione - in caso di fallimento - dal punto focale della stessa eliminando la noiosa ripetizione della strada. In linea di massima le missioni risultano essere più brevi rispetto a GTA IV e con un livello di difficoltà quasi sempre abbordabile. E il tanto discusso spaccio di droghe? Nessuna censura, anche quello è arrivato intatto fino alla versione finale. In poche parole si tratta di un minigioco da svolgere in maniera parallela alla storia principale, e che permette di interagire con una ottantina di spacciatori e clienti sparsi per la città. Il concetto di base è praticamente la prima regola del commercio, ovvero comprare a poco (o rubare) per vendere a tanto realizzando così un guadagno.

La potenza del tocco

Ma uno degli elementi di curiosità in questo Chinatown Wars ruotava ovviamente attorno a come i programmatori avrebbero deciso di sfruttare il touch screen del DS. La realtà dei fatti è che Rockstar Leeds è stata in grado di ideare una tale varietà di implementazioni di questa feature ad un livello così convincente da svettare sicuramente tra le produzioni di terze parti, con una conoscenza dell'hardware assimilabile a quella della stessa Nintendo. L'azione si svolge interamente sullo schermo superiore, mentre quello inferiore ospita una specie di PDA con cui organizzare praticamente tutti gli aspetti gestionali; parliamo quindi di lettura delle email, programmazione del gps, navigazione sui siti web, visualizzazione del radar e via dicendo.

Grand Theft Auto: Chinatown Wars - Recensione

Ma il bello arriva nel momento in cui il secondo schermo viene impiegato in maniera attiva all'interno del gameplay, fornendo una ulteriore ed unica chiave di lettura ludica alla serie. Oltre a poter selezionare le armi in proprio possesso, è grazie ad esso che si lanciano molotov, granate e simili, gestendone la direzione e la gittata del tiro. Allo stesso modo viene impiegato il touch screen per mettere in moto le auto in sosta che vogliamo rubare, magari svitando i bulloni di uno sportellino e unendo i fili come nei migliori film americani, oppure utilizzando un congegno per bypassare l'antifurto. Ma anche per disinnescare bombe, disegnare i tatuaggi ai membri della propria gang, riempire le molotov dai distributori di benzina, cercare armi nei cassonetti dell'immondizia e via dicendo. Una varietà eccelsa che aggiunge davvero qualcosa all'esperienza complessiva, non risultando mai fuori posto o forzata. L'unico difetto riscontrabile in tal senso sta ne fatto che, ovviamente, GTA è un gioco con cui si interagisce con entrambe le mani; di conseguenza nel momento in cui è necessario usare il touch screen, ovvero continuamente, risulta scomodo estrarre o raccogliere il pennino, ancor di più se le azioni da compiere richiedono rapidità o sono all'interno di un contesto dinamico come una sparatoria. L'alternativa è usare direttamente le dita, ma in questo caso la precisione diventa molto ridotta e può causare qualche momento di frustrazione. Approfittiamo quindi per chiarire subito anche il secondo e ultimo "difetto", se così vogliamo chiamarlo, di Chinatown Wars, ovvero il fatto che rispetto ai capitoli per console da salotto viene meno in gran parte il puro piacere di guidare. Non trovandosi immersi in un mondo tridimensionale, e con una fisica dei mezzi che, pur variegata e appagante, è per forza semplificata rispetto a quella del terzo e quarto capitolo, utilizzare uno dei numerosissimi mezzi a disposizione (a 2 e 4 ruote ovviamente) torna ad essere puramente uno strumento per raggiungere il punto B dall'A, e non più un momento di piacere in cui perdersi girovagando per i quartieri di Liberty City. Si tratta chiaramente di un limite tecnico, e non è in realtà giusto e corretto additarlo come un difetto (da qui il virgolettato poco sopra), quando piuttosto come una modifica della meccanica e dell'approccio a GTA che mescola decisamente le carte in tavola.

Da grande farò il pompiere

Ciò che invece non cambia è la varietà di attività possibili, che esulano dal progresso della storia principale e permettono di irrobustire in maniera enorme la già più che buona longevità del gioco. Oltre agli impegni da spacciatore, ci si può dilettare come da tradizione con le missioni da poliziotto, taxista, pompiere e infermiere rubando i rispettivi mezzi per racimolare un po' di denaro da spendere magari per acquistare nuovi appartamenti e rifugi in giro per la città.

Grand Theft Auto: Chinatown Wars - Recensione

Si possono anche rubare camion e vetture che trasportano droga e armi, così da impossessarsene senza spendere un dollaro e aumentare ancora le proprie finanze, o impegnarsi nel distruggere delle telecamere di servizio, e così via. Passando invece alla componente tecnica, sinceramente il lavoro di Rockstar Leeds è definibile in misura niente meno che stupefacente; oltre alle dimensioni enormi della città, è la cura nel dettaglio che lascia senza parole, ottenuta attraverso uno stile grafico in cel shading perfettamente adatto allo scopo che solo rarissimamente presta il fianco a qualche leggera perdita di frame rate. Considerati i limiti di memoria delle cart del DS sorprende anche la presenza di ben 5 stazioni radio tematiche per diversi generi musicali, anche se qualche traccia in più non ci sarebbe dispiaciuta. Non manca una robusta modalità multiplayer in locale, mentre la connessione online consente di scambiare con altri utenti punti di interesse gps, armi e inviare messaggi.

Con GTA: Chinatown Wars per Nintendo DS, Rockstar Leeds è riuscita a superare anche le più rosee aspettative realizzando un capitolo adattato in maniera semplicemente perfetta alle caratteristiche del portatile. Invece di scimmiottare l'esperienza offerta dai capitoli per home console, i programmatori hanno costruito una nuova declinazione della serie, diversa in certi aspetti e addirittura superiore, coraggiosa e innovativa in altri. Se avete l'età sufficiente per poter acquistare un prodotto con rating 18+, fatevi un favore e correte a comprare Chinatown Wars. Un vero GTA su Nintendo DS Utilizzo del touch screen eccellente Tecnicamente sorprendente Qualche problema col pennino