Sviluppato dal solo Andrey Chernyshov celato dietro al nome di Anji Games, questo Hellrider 3 di cui state leggendo la recensione è ovviamente il terzo episodio di una serie che nei primi due capitoli adottava una grafica bidimensionale con visuale dall'alto e che invece in questo caso fa il grande passo verso il 3D, approfittando dell'occasione anche per apportare numerose modifiche alla struttura di gioco. Quello che ci troviamo dunque ora di fronte è un racer arcade con una spiccata propensione all'azione, che alterna fasi da endless runner a sezioni più classiche basate su competizioni o sfide particolari. Scopriamo se si tratta di un mix vincente o di un confusionario minestrone...
Correre senza un perché
Inutile cercare di inquadrare la trama di Hellrider 3, dato che è fondamentalmente inesistente e i pochi elementi che la compongono vengono buttati un po' a casaccio tanto per dire di averlo fatto. L'utente veste i panni di un centauro impegnato in gare e inseguimenti in moto che deve difendersi dagli attacchi di una gang di scheletri che di tanto in tanto fa capolino per dargli fastidio. Nulla viene spiegato in maniera convincente, i personaggi vanno e vengono e persino i testi in lingua inglese non sempre hanno molto senso. Poco male, se non fosse che anche gli elementi di gameplay subiscono lo stesso trattamento, venendo gettati in faccia al giocatore senza venire ben incasellati in un ordinato quadro generale. Il fatto che il gioco di per sé sia molto semplice e intuitivo rende questo aspetto un difetto soltanto marginale, ma è difficile non storcere il naso di fronte a un contesto tanto confuso.
Ad ogni modo, Hellrider 3 prende il via da una stazione di servizio dalla quale il protagonista riceve le missioni e può spendere le monete guadagnate per ottenere nuove moto, armi, skin o bonus vari. Diciamo subito che il modello di microtransazioni è assolutamente onesto e che si può giocare gratis senza paura di incappare in particolari colli di bottiglia, con il titolo che si sostenta anche attraverso annunci pubblicitari che possono essere rimossi tramite un modesto acquisto in-app. Fatta questa doverosa premessa trattandosi di un free to play, possiamo dire che Hellrider 3 convince più che altro per la diversificazione dell'esperienza che per vere e proprie virtù del suo gameplay. Sotto questo profilo, infatti, il gioco non esplora territori nuovi, andando a pescare delle idee un po' qua e un po' là e mettendole assieme in un mix che tutto sommato funziona.
Il sistema di controllo è molto semplice, e richiede soltanto di eseguire dei tap ai lati dello schermo per far sterzare la moto (l'accelerazione è automatica) e occasionalmente di premere su entrambi i lati per impennare e superare così determinati ostacoli: i nemici si possono invece sconfiggere semplicemente investendoli oppure raccogliendo delle scatole bonus - del tutto simili a quelle di Mario Kart, per intenderci - che forniscono munizioni per la pistola, bombe o turbo grazie ai quali far fuori gli avversari. Tutto è abbastanza automatizzato e non richiede particolare abilità, ma mentiremmo se dicessimo che giocare a Hellrider 3 non è piacevole. Il titolo poi cerca il più possibile di mescolare le carte, alternando sezioni in stile endless ad altre interamente focalizzate sui combattimenti ad altre ancora che simulano delle vere e proprie gare. Anche se non tutte le componenti sono sempre entusiasmanti (le corse contro altri motociclisti in particolare lasciano un po' il tempo che trovano), Hellrider 3 scorre via liscio come l'olio, coadiuvato anche da un comparto tecnico grazioso quanto basta. La grafica vanta uno stile low poly semplice ma molto efficace, con colori accesi e un buon gusto del dettaglio, e anche il sonoro fa la sua parte pur limitandosi al compitino.
Conclusioni
Hellrider 3 cambia completamente formula rispetto ai due precedenti capitoli, adottando un approccio 3D che mette assieme diversi elementi in un mix forse un po' confusionario ma che comunque garantisce una discreta varietà: tra sezioni endless, gare, inseguimenti e sparatorie non ci si annoia di certo nell'opera di Andrey Chernyshov, ma allo stesso tempo non si raggiungono mai vette di qualità eccelsa. Un buon arcade che diverte il giusto insomma, ma che difficilmente risulterà indimenticabile.
PRO
- Gameplay che funziona
- Discreta varietà
- Tecnicamente gradevole
CONTRO
- Alcune componenti poco incisive
- Storia e sviluppo del gioco molto confusi
- Non indimenticabile