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Hyper Light Drifter, la recensione su Switch

Heart Machine porta il suo piccolo capolavoro sull'ibrido Nintendo

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   05/09/2018

Gli ultimi anni sono stati un tripudio di successo per tutti i titoli che hanno a che fare con la pixel art. Non si può nascondere che la moltitudine di uscite è arrivata quasi a stancare, delimitando un confine molto labile tra il divertimento e la noia. Ciò non toglie che alcuni di questi giochi sono entrati di diritto nell'immaginario comune delle perle indipendenti e tra questi, senza alcun dubbio, è compreso Hyper Light Drifter. Distribuito un paio di anni fa, è ora in procinto di raggiungere l'ammiraglia Nintendo con la sua special edition. Noi lo abbiamo rigiocato con estremo piacere, analizzando principalmente quello che è il lavoro effettuato da Heart Machine sul porting per Switch. Al netto di alcuni dettagli e limiti generati dalla natura stessa della console, possiamo dirvi da subito che, come troppo spesso accade con questo genere, Switch è la piattaforma perfetta sulla quale giocare Hyper Light Drifter.

Hyper Light Drifter, la recensione su Switch

Una trama a disegni

Quando Hyper Light Drifter è uscito sul mercato, gli accostamenti con i souls per quanto riguarda la difficoltà e la progressione non lineare hanno portato tanti a non comprendere neanche la natura del titolo. Se questo è vero, è altrettanto giusto affermare che la narrazione segue quegli stessi stilemi basati sulla lore, più che su una trama propriamente detta. A parte le poche scene iniziali e alcuni piccoli intermezzi, tutto il resto si riduce ad interazioni con personaggi non giocanti che porteranno solo alla visualizzazione di semplici artwork dai quali saremo chiamati ad estrapolare, se lo vorremo, la realtà dei fatti. Ciò che è chiaro fin da subito è che ci troviamo in un mondo ormai alla deriva, ancora popolato ma vicino alla sua completa distruzione e che ha visto morire quasi tutto ciò che di buono era solito calpestare il pianeta. Il Drifter, protagonista dell'avventura, è colui che deve epurare le varie zone di questo mondo alieno da una minaccia antica e non ben specificata. Da queste semplici e quasi banali premesse, si dipana un racconto per immagini che nasconde molteplici piani di lettura, uno più articolato e profondo dell'altro, che passano per la raccolta di monoliti, chiavi, piccole conversazioni e osservazione dei luoghi cardine del mondo di gioco. L'avvento e la caduta dei bibliotecari, il motivo della nascita dei titani, l'obiettivo dello sciacallo (incredibilmente vicino al dio Anubi) e la parabola discendente e tragica dello stesso Drifter, piagato da un morbo oscuro, racchiudono insieme una delle epopee più interessanti e simboliche degli ultimi anni, elevando Hyper Light Drifter a vera e propria opera d'arte, ben al di là del semplice ed ottimo videogioco. Inutile approfondire ognuno di questi aspetti, che richiederebbero una serie di speciali più vicini alla filosofia e alla storia antica che non al giornalismo videoludico, per questo ci limitiamo a consigliarvi di non fermarvi al primo livello di lettura, perdereste davvero tanto di Hyper Light Drifter.

Hyper Light Drifter, la recensione su Switch

Il gameplay nella sua forma smagliante

Il gioco di Heart Machine già due anni fa aveva stupito per la sua incredibile capacità di unire una progressione vicina all'idea di Zelda, ad un combat system ed una difficoltà estremamente action. Ricapitoliamo velocemente le basi: si tratta di un gioco con visuale dall'alto, colmo di sezioni platform, che è possibile gestire in maniera estremamente semplice tramite l'abilità di scatto del Drifter. Ognuna delle zone dell'open world, da subito (quasi) totalmente esplorabile rappresenta una bioma diverso e, oltre all'esplorazione classica, nasconde una serie di dungeon che aprono a tutto il mondo sotterraneo di Hyper Light Drifter. La conclusione dei dungeon e la progressione nelle zone, portano alla naturale conclusione dedicata ai boss, tra i migliori mai realizzati per questo genere. Sarete chiamati a mettere insieme tutte le vostre migliori capacità e l'applicazione di ogni azione presente nel titolo per uscirne indenni, soprattutto per ciò che concerne la quarta ed ultima zona, l'unica non accessibile immediatamente. Il combattimento è un misto tra attacchi ravvicinati e a distanza, potendo contare su una manciata di armi bianche e altrettanti strumenti da fuoco. La meccanica di ricarica dei proiettili, legata ai colpi melee inferti ai nemici o ad alcuni elementi dello scenario, permette di bilanciare egregiamente le sessioni di combattimento e trova la sua migliore applicazione proprio durante gli scontri con i boss. A riempire un titolo già piuttosto denso, ci pensano una serie di collezionabili, utili sia ad approfondire il mondo di gioco, ma anche ad aprire zone normalmente inaccessibili e che contengono grandi quantità di valuta o nuovi vestiti, ognuno con una sua specifica caratteristica. Non mancano neanche i venditori, dai quali potrete acquistare nuove armi, ma anche upgrade per il vostro scatto o aumentare la quantità di medikit trasportabili. Ce n'è per tutti i gusti quindi, a conferma di un titolo che, nel suo genere, rappresenta una vera perla imprescindibile per tutti gli appassionati.

Hyper Light Drifter, la recensione su Switch

La Special Edition

Due parole per quanto riguarda le aggiunte, in termini di contenuti, a questa versione Switch. Ciò in cui ci siamo imbattuti e che sappiamo essere le due più grande aggiunte, sono una nuova coppia di spade - utili e per certi versi anche troppo forti nell'economia di gioco - e una intera nuova area, accessibile tramite la città principale e che ci mette di fronte ad una serie di sfide interessanti, compresi boss. La sensazione è che Heart Machine abbia voluto veramente omaggiare questa versione completa del suo gioiello, aggiungendo qualcosa di molto vicino ad un vero e proprio DLC, senza però giocare economicamente e vendendolo separatamente.

La grafica che aiuta

A livello artistico abbiamo già detto come Hyper Light Drifter adotti quella pixel art sempre più abusata in tempi recenti. A differenza dello stereotipo di una grafica datata, utile solo a mascherare un budget che renderebbe ridicolo mirare ad altro, Heart Machine ha fatto della sua scelta un punto di forza, mettendo in piedi un mondo vivo e coloratissimo. Non si tratta di un titolo tecnicamente mediocre, al contrario potrebbe tranquillamente candidarsi a migliore pixel art di sempre, con uno stile riconoscibile e capace di regalare scorci e animazioni di tutto rispetto, a dimostrazione di un lavoro artistico sopraffino e mai sbrigativo. Ciò che fa di questa versione Switch un vero gioiello è la possibilità di giocarlo a 60fps solidissimi, sia in versione portatile sia quando inserita nell'apposito dock, riducendo al minimo la perdita di qualità che invece spesso abbiamo notato sull'ammiraglia Nintendo quando utilizzata tramite monitor esterno. A farcire nel modo migliore una torta di cotanta bontà, ci pensa una colonna sonora che pesca a piene mani da Vangelis e che racconta in maniera emozionante la parabola discendente di un eroe e del suo mondo, fino a rapire il giocatore con i suoi sinth, dimostrando ancora una volta che il videogioco può essere arte, all'ennesima potenza.

Conclusioni

Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it
9.0
Lettori (17)
8.5
Il tuo voto

Hyper Light Drifter in versione Switch è tutto ciò che un giocatore dovrebbe volere da questa console. Messe da parte le considerazioni sulla bontà delle conversioni tripla AAA, il successo commerciale e il divertimento generato da questo tipo di esperienze, trova nell'ibrido Nintendo la sua massima espressione. Il titolo di Heart Machine era un piccolo capolavoro due anni fa e si conferma tale ora, splendidamente invecchiato e ancora attualissimo, sia nelle meccaniche, sia per una narrazione difficile e profonda, ma che saprà regalare, a chi va oltre il mero gameplay, un'esperienza simbolica interessante e originale. Tutte caratteristiche fuori dall'ordinario e che portano Hyper Light Drifter a meritarsi un posto d'onore in una generazione già colma di pezzi da novanta.

PRO

  • La narrazione è ancora oggi splendida
  • Il combat system è semplice e punitivo al punto giusto
  • Dura il giusto, e non disdegna la rigiocabilità
  • Artisticamente è un vero gioiello, un'opera d'arte

CONTRO

  • Può risultare confusionario nelle prime battute