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Locke & Key, la recensione della prima stagione della serie Netflix

Abbiamo visto in anteprima tutta la prima stagione della nuova serie Netflix basata sul fumetto Locke & Key e questa è la nostra recensione

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   01/02/2020

Scrivere la recensione di Locke & Key, la nuova serie Netflix basata sul fumetto scritto da Joe Hill (il talentuoso figlio di Stephen King) e illustrato da Gabriel Rodriguez, potrebbe sembrare più semplice di quanto non sia. D'altronde negli ultimi anni il colosso dello streaming ci ha abituati a tanti alti e bassi, soprattutto dovuti all'ingordigia di produrre tanto, forse troppo, dimenticandosi a volte di infarcire di una qualità realizzativa quegli stessi prodotti. Allo stesso tempo proprio recentemente una delle serie nella quale meno si credeva è riuscita a mettere d'accordo tanti, se non tutti, e la prima stagione di The Witcher ha infatti raccolto grandi consensi. Ad un anno da un altro adattamento fumettistico come fu quello di Umbrella Academy, arriva il 7 febbraio la prima stagione di Locke & Key e ciò che possiamo dirvi da subito è che si porta dietro tutto il bene, ma anche il male, delle produzioni moderne targate Netflix.

Keyhouse e i suoi segreti

Per chi non avesse la minima idea del plot di Locke & Key potrebbe essere sufficiente racchiudere il concetto in una singola frase. Esiste una casa nella fittizia cittadina di Lovecraft (Matheson nella serie) che risponde al nome di Keyhouse, dimora nella quale per generazioni hanno vissuto i Locke, custodi del posto e delle chiavi magiche in grado di compiere straordinarie prodezze. Per quanto possa apparire come la sinossi di un'avventura adolescenziale, in realtà il fumetto dal quale prende spunto la serie è tra le esperienze più crude dell'ultimo decennio.

La famiglia Locke composta dalla madre Nina e dai tre figli Tyler, Kinsey e Bode decide di trasferirsi nella vecchia Keyhouse proprio dopo la prematura e violenta morte del padre di famiglia. Rendell Locke si è sempre dimostrato misterioso nei confronti del proprio passato, ma l'arrivo a Matheson rappresenta per tutti un nuovo inizio, provando anche a dare un senso all'assassinio dell'amato padre. Bastano pochi minuti dell'episodio pilota perché venga scoperta la prima delle straordinarie chiavi nascoste a Keyhouse, esteticamente tutte diverse e ognuna in grado di compiere prodezze straordinarie. In men che non si dica i ragazzi Locke si ritrovano ad essere i nuovi custodi delle chiavi, così come lo furono loro padre e suoi amici prima di loro e tante altre generazioni di Locke indietro nei secoli. Sfortunatamente c'è sempre chi è in cerca di potere e i ragazzi si troveranno a dover combattere contro forze peggiori di quanto potessero immaginare.

Anticipare elementi riguardo all'utilizzo delle chiavi o dettagli legati agli antagonisti, significa anche lanciare segnali troppo importanti dal punto di vista del disvelamento del plot, che si divide tra questa eterna battaglia tra bene e male e la necessaria crescita ed evoluzione di un trio di ragazzi dalla pre adolescenza alla maturità, con i loro spettri, i loro amori e le proprie paure; così come importante dovrebbe risultare anche l'elaborazione del lutto, altro tema importante e sentito. Peccato che tutti questi elementi psicologici nella serie si vadano perdendo irrimediabilmente.

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Serie e fumetto

Come ogni volta capita quando si tratta di un adattamento, il pubblico si dividerà tra gli affezionati che vorrebbero una replica pedissequa degli eventi e dei rapporti, e chi invece comprende la differenza sostanziale tra i medium e la conseguente necessità di riadattamento. Nonostante non si tratti certamente di un'opera famosissima nel nostro paese (chi scrive lo ha letto e recuperato proprio durante la visione) non possiamo che anticipare un concetto fondamentale: la serie Netflix è un liberissimo adattamento dell'opera di riferimento. Non manca anche un cameo dello stesso Joe Hill che, in classico stile King, si è divertito a presentarsi in scena e questo lascia intendere una qualche accettazione del lavoro da parte dell'autore originale. Ciò non toglie che quel che vedrete a schermo è molto vicino nelle basi del racconto, ma infinitamente lontano per quello che è il tenore e gli eventi che vengono narrati.

Tralasciando l'ormai consueto divertimento di Netflix nell'inserire differenze razziali anche lì dove non vi è alcuna necessità di farlo, peraltro portando in taluni casi a una certa confusione nei rapporti, ciò che lascia davvero interdetti è la volontà di scombinare quasi ogni evento nel racconto, come a rimescolare totalmente le carte, al fine poi di mettere sul piatto una storia che strizza molto più l'occhio al teen movie che non al racconto maturo e adulto che è l'originale.

Per questo motivo la violenza, la tragedia familiare, la presenza di personaggi che sguazzano nella propria depressione e tutti gli elementi che fanno grande il fumetto, qui sono edulcorati e ridotti a pretesto nascosto sottotraccia, facile da cogliere ma mai davvero in primo piano, mai in grado di prendere a schiaffi lo spettatore come invece sarebbe dovuto essere. Per quanto capiamo la necessità produttiva, non possiamo non storcere il naso di fronte alla pochezza che alcuni elementi hanno toccato, limitando colpevolmente la profondità psicologica e il background di troppi personaggi.

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A fianco a questa consapevolezza resta comunque una serie a tratti avvincente, che in alcune situazioni tocca vette interessanti dal punto vista visivo (tenete a mente che noi l'abbiamo vista in una versione ancora abbozzata per quanto riguarda gli effetti visivi) e che reinventa anche arditamente alcune delle realtà scoperte tramite le chiavi. Sia l'ordine della scoperta che l'utilizzo, così come gli effetti che producono, permettono di godere di alcuni momenti accattivanti, seppure in alcune situazioni troppo abbozzate. Chiunque abbia letto il fumetto riconoscerà tanti momenti che hanno subito variazioni e che, soprattutto, si svolgono con una cronologia totalmente modificata.

A tutti questi elementi si aggiunge, ovviamente, la volontà della serie di mantenere una porta aperta per il futuro, portando alla totale modifica del finale. In questo modo lascia aperte alcune linee narrative che, insieme all'aggiunta di un paio di personaggi originali, si trasformano ben presto nel pretesto per il sequel.

Le ultime parole vorremmo spenderle per quanto riguarda il cast scelto per l'opera. Da questo punto di vista, per quanto non stiamo parlando di prove da ricordare negli anni a venire, quasi tutti i presenti si comportano discretamente, mettendo in risalto soprattutto Emilia Jones che interpreta Kinsey Locke (forse l'unico personaggio che mantiene un po' della sua profondità nel passaggio dalla carta allo schermo) e Jackson Robert Scott, l'interprete del giovane Bode. Peccato invece per la prova sottotono di Connor Jessup che interpreta il fratello più grande Tyler e del quale difficilmente ricordiamo più di un paio di espressioni facciali. Soprattutto nel suo caso si tratta di una grave mancanza, considerato il "senso di colpa" che il personaggio si porta sulle spalle sia nell'opera originale che nella serie.

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Conclusioni

La prima stagione di Locke & Key prodotta da Netflix è di difficile decifrazione. Se da una parte resta godibilissima per un pubblico ampio e per coloro che non conoscono l'opera di riferimento, dall'altra è triste pensare a quel che sarebbe potuto essere. Elaborazione del lutto, alcolismo, depressione, paura di crescere e necessità di farlo velocemente sono alcune delle forti tematiche toccate dal fumetto e che la serie tralascia quasi in toto, abbozzandole qua e là quando gli fa comodo. Non ci sentiamo di affondarla totalmente proprio perché liberamente ispirata e perché comunque ben messa in scena, ma ci saremmo certamente aspettati qualcosa in più. Appassionati di Keyhouse, siete avvisati.

PRO

  • Cast azzeccato
  • Ben messa in scena
  • Le fondamenta avventurose restano avvincenti

CONTRO

  • Si sente la mancanza di alcune tematiche forti
  • La persistente necessità di Netflix di modificare l'etnia dei personaggi
  • Una gigantesca porta aperta su un futuro dubbio