Bentornato, Loki. Neanche i Marvel Studios avevano previsto l'impatto che Tom Hiddleston avrebbe avuto sui loro film quando gli affidarono il ruolo del fratello di Thor nel film del 2011. Il suo Loki è diventato subito l'antieroe più amato nel lunghissimo ciclo vitale del Marvel Cinematic Universe, talmente tanto da convincere il produttore esecutivo Kevin Feige a inventarsi un assurdo escamotage per riportarlo in scena dopo la sua prematura dipartita all'inizio di Avengers: Infinity War. E questo ci ha portato a Loki, una delle prime serie TV a esordire su Disney+ e anche una delle poche a mettere d'accordo quasi tutti sulla sua qualità.
A distanza di due anni dalla conclusione della prima stagione, Loki torna sulla piattaforma di distribuzione digitale con altri sei episodi che arriveranno a cadenza settimanale. Nel frattempo sono cambiate tante cose e neppure il Marvel Cinematic Universe è lo stesso di allora: nella nostra recensione di Loki 2x01 cercheremo di capire se vale la pena intraprendere questo nuovo viaggio nel tempo.
A spasso nel tempo?
La seconda stagione di Loki comincia esattamente dove finiva la precedente, con Loki appena tornato alla Time Variance Authority dopo aver incontrato Colui che rimane, la mente che ha architettato tutta questa sciarada solo per stabilizzare la Sacra linea temporale e impedire che le sue varianti si facciano guerra tra le realtà parallele. Loki non sa che la sua variante, Sylvie, ha assassinato Colui che rimane, ed è scioccato nello scoprire che né Mobius né B-15 lo riconoscono. All'inizio della nuova stagione scopriamo subito perché: Loki è finito nel passato, quando ancora nessuno lo aveva incontrato, e continua a saltare completamente a caso dal presente al passato o al futuro.
La premiere della stagione non tergiversa troppo con questo glitch: lo risolve proprio quando credevamo che sarebbe stato il filo conduttore di almeno un arco narrativo, in un episodio molto contenuto e dritto in termini di narrativa. C'è un problema, i nostri eroi trovano la soluzione e cercano di saltarci fuori prima che vada tutto a rotoli.
L'episodio si può idealmente dividere in due parti, ma la prima metà è decisamente più debole della seconda a causa di dialoghi goffi e surreali: Loki è una serie che riesce a coinvolgere nelle sue follie con un ritmo serrato, ritmo che non manca nei primi minuti della premiere tra inseguimenti, salti temporali e un clima di tensione e preoccupazione che incombe su tutta la TVA ora che i nodi sono venuti al pettine. Il modo in cui la sceneggiatura ricongiunge Loki col Mobius del presente ci è apparso però frettoloso e azzoppato da conversazioni deliranti in cui nessuno riesce a dare il giusto peso a nulla. Tom Hiddleston e Owen Wilson fanno del loro meglio per trovare un equilibrio tra drammaticità e commedia ma le loro battute, nel tentativo di fare una sorta di riassunto indiretto della puntata precedente, suonano robotiche, forzate.
In questi primi minuti colpisce più che altro la messinscena. Finora abbiamo visto solo qualche stanza della TVA, più raramente il panorama esterno, ma la premiere della seconda stagione allarga subito il campo mostrandoci più personaggi, più scenari, più oggetti di scena, più budget.
La seconda parte dell'episodio è molto più interessante sotto diversi aspetti. Non disvela nulla in termini di narrativa, col mistero del futuro della TVA sospeso nell'aria, per non parlare della minaccia rappresentata dalle varianti di Colui che rimane che Mobius e gli altri mettono da parte per aiutare Loki. Entra così in scena Ouroboros, il meccanico interpretato da Ke Huy Quan, attore tornato prepotentemente sotto i riflettori solo negli ultimi tempi per aver recitato in Everything Everywhere All at Once e aver vinto un Golden Globe e un Oscar. Ispirato a un personaggio semisconosciuto dei Marvel Comics, lo strampalato Ouroboros ci ha subito conquistato e speriamo di rivederlo anche nei prossimi episodi.
Bisogna dire che un po' tutti si danno da fare nella seconda parte di Ouroboros, che peraltro è anche il titolo della premiere. Scrollatosi di dosso i dialoghi terribili di una prima parte che dà l'impressione di essere stata rimaneggiata e riscritta più volte, e focalizzato su un obiettivo vero e proprio, il cast dimostra il proprio talento grazie a una scrittura molto più fine e incisiva e a una chimica che funziona molto meglio.
Piccoli tocchi di classe come Mobius che scrive la parola skin (pelle) sulla polvere oppure Ouroboros che si scusa prima di premere il pulsante rosso funzionano meglio sia grazie all'interpretazione degli attori, sia per mezzo della sempre sinistra colonna sonora di Natalie Holt, sia grazie a una regia che si prende i suoi tempi e riesce a stare dietro al montaggio frenetico delle scene in cui si salta nel tempo, senza apparire caotica o insensata.
Questo primo episodio ha un impatto visivo importante e ricercato che fa ben sperare per almeno quattro episodi su sei, dato che al timone troveremo ancora Justin Benson e Aaron Moorhead: la prossima settimana, però, tocca Dan DeLeeuw, un veterano del Marvel Cinematic Universe, in un episodio incentrato probabilmente su Sylvie, a giudicare dalla scena dopo i titoli di coda.
Loki contro il MCU
Vale la pena spendere due parole sulla posizione che Loki 2 assume all'interno del Marvel Cinematic Universe e, più specificatamente, nella cosiddetta Fase 5. È chiaro che i piani siano cambiati negli ultimi anni: tra la pandemia, i recenti scioperi e il sempre più evidente disinteresse del grande pubblico nei confronti dei cinecomic, causato anche da una massiccia sovresposizione in TV e in sala, i Marvel Studios hanno dovuto correre ai ripari e mettere mano a una Fase 5 sempre più confusa e caotica. In questo senso, Loki 2 potrebbe anche rappresentare il punto di svolta oppure tutto il suo contrario.
La prima stagione avrebbe avuto l'onere di presentare il nuovo antagonista degli Avengers, il "Thanos della Fase 5" che la serie TV soprannomina Colui che rimane, ma che i fan sapevano essere Kang il Conquistatore fin da quando era entrato in scena Jonathan Majors con la sua mela. Loki avrebbe dovuto fare da collante nella Saga del Multiverso, un tassello imprescindibile per comprendere i film a seguire.
Invece la prima stagione di Loki è passata senza influenzare in nessun modo evidente la Fase 5. Il concetto del Multiverso è stato affrontato in modi diversi e confusi. Ogni film o serie TV ha detto la sua in merito ai meccanismi che regolano il Multiverso e le interazioni tra linee temporali diverse - le cosiddette Incursioni, menzionate finora solo in Doctor Strange nel Multiverso della follia - ma soprattutto Kang è poi comparso come antagonista principale nel film Ant-Man & the Wasp: Quantumania, senza che si facesse alcun riferimento a Colui che rimane. A dirla tutta, aver visto Loki oppure no prima di quella pellicola non cambiava nulla e, per certi versi, rendeva una sceneggiatura già debole di suo magari meno confusa e incoerente.
Nell'economia della serie TV, quella delle varianti di Colui che rimane resta una minaccia terribile per tutto il Multiverso, e su questo fatto insiste persino il protagonista - e a più riprese - nella premiere della seconda stagione. Bisogna solo capire se e in che modo questa nuova tranche di episodi si incastrerà nel disegno più grande della Fase 5, ora che Feige e soci l'hanno sottoposta a ritocchi, slittamenti e riscritture.
Pensate solo al fatto che la prima stagione di Loki si era conclusa prima che fossero annunciati gli ultimi film della Saga del Multiverso, cioè Avengers: Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars. I Marvel Studios li hanno recentemente definiti i punti di svolta del Marvel Cinematic Universe, che dovrebbe affrontare una vera e propria rigenerazione in chiusura della futura Fase 6. All'epoca avevano annunciato Blade con tanto di data di uscita, eppure di quel film non esiste ancora neppure una sceneggiatura, e Jonathan Majors non era stato ancora accusato di molestie da parte delle sue ex fidanzate: a riguardo, neanche sappiamo ancora come si muoveranno in Disney, specialmente se consideriamo che è stata silurata gente importante come James Gunn per molto meno.
Majors ha peraltro girato già parecchie scene per Loki 2: lo abbiamo visto proprio nella seconda scena dopo i titoli di coda di Quantumania, che in realtà era un'anticipazione della serie TV, e in cui Majors interpretava una variante di Kang, Victor Timely. Se l'attore dovesse saltare, sarebbe un danno non indifferente a una storia scritta sul lungo termine e tutta incentrata sul suo personaggio.
Dunque Loki 2 potrebbe essere un nuovo filo conduttore, pensato proprio per aggiustare il tiro sulla Saga del Multiverso, o qualcosa di completamente autonomo che possa prendere le distanze da ogni altra produzione, un po' come accaduto con Moon Knight e Werewolf by Night. Secondo le ultime indiscrezioni, i Marvel Studios starebbero puntando a ricongiungere Loki con suo fratello Thor: vi ricordiamo che questo Loki non è quello che è diventato un eroe nel corso della Saga dell'Infinito. Non è il Loki che ha combattuto Hela in Thor: Ragnarok, lo stesso che è morto nel tentativo di assassinare Thanos in Avengers: Infinity War. Il Loki protagonista della serie TV è quello catturato dagli Avengers nel film del 2012, un "cattivo" vero e proprio che ha percorso una strada di redenzione diversa.
Il suo incontro con Thor potrebbe essere davvero molto interessante, ma se questo accadrà in un nuovo film incentrato sul Dio del Tuono, in una serie TV o nei prossimi film sugli Avengers è difficile dirlo. Per adesso possiamo solo seguire Loki 2 e cercare di capire se i Marvel Studios sono tornati in carreggiata dopo il deludente Secret Invasion di qualche mese fa.
Conclusioni
Multiplayer.it
PRO
- Loki è ancora una delle serie TV più affascinanti su Disney+
- Cast sempre sul pezzo con l'aggiunta di un ottimo Ke Huy Quan
CONTRO
- Alcuni dialoghi sono decisamente confusi e forzati
- Storyline principali accantonate temporaneamente