Più tempo passo giocando con il Chromatic, più mi sembra assurdo che una console come questa possa esistere. A chi mai verrebbe in mente di investire una fortuna per produrre oggi una versione moderna e lussuosa del Game Boy Color, capace solo e soltanto di riprodurre le cartucce della vecchia console Nintendo? E che per giunta funziona con tre pile stilo? Soltanto a un super-nerd con miliardi di dollari a disposizione, evidentemente.
Conosciuto tra gli appassionati di videogiochi per aver creato Oculus, dando vita a un improvviso interesse per la realtà virtuale, Palmer Luckey è un personaggio controverso, ritrovatosi al centro di dibattiti politici e fondatore di Anduril Industries, azienda che produce tecnologie di difesa militare. Prima dei visori per la VR e prima dei droni, Luckey aveva lanciato però ModRetro, una community online di appassionati di videogiochi che "moddavano" le proprie console con nuove funzionalità e tecnologie più moderne.
Il Game Boy è sempre stata una delle cavie preferite dai modder, aggiungendo schermi retroilluminati, nuove scocche e speaker migliori, nei limiti di quello che era possibile permettersi. Al tempo Luckey e gli altri membri di ModRetro si domandavano "Come sarebbe il nostro Game Boy se avessimo soldi infiniti?". Quindici anni dopo, hanno risposto a quella domanda.
Nel segno del Game Boy Color
Lanciato da Nintendo nel 1998, il Game Boy Color lasciò un segno indelebile nonostante ebbe un ciclo vitale molto breve (appena un paio d'anni dopo venne rimpiazzato dal Game Boy Advance). Tecnicamente non rappresentava un vero salto generazionale, ma aver introdotto uno schermo completamente a colori dopo quasi un decennio col Game Boy e il suo display monocromatico, segnò un cambio di paradigma e l'inizio di un festival dei colori. Adesso l'isola di Koholint in Link's Awakening brillava dei toni dell'estate e i Pokémon avevano finalmente delle tinte diverse. E con le loro scocche colorate, anche da spente le console erano divertenti da avere e portare in giro.
Cos'è il Chromatic
A differenza delle tante retro-console che imitano l'estetica del Game Boy, ma funzionano con emulatori e rom, Chromatic non ha alcuno slot per MicroSD e può essere utilizzato solo inserendo cartucce del Game Boy e del Game Boy Color. Come l'Analogue Pocket, si basa su tecnologia FPGA per simulare esattamente l'hardware dell'epoca, permettendo di giocare ai vecchi giochi nella maniera più autentica possibile.
La differenza è nel grado di specificità. Se la portatile di Analogue supporta un gran numero di piattaforme diverse, il Chromatic vuole fare una sola cosa e farla bene, ovvero essere il miglior Game Boy Color mai realizzato, indirizzato a chi ha già una collezione di cartucce (o la vuole recuperare oggi) e desidera rispolverarla con un dispositivo estremamente simile al Game Boy Color originale, ma in una versione premium. Certo, con non troppa fatica è possibile prendere un vecchio Game Boy Color e modificarlo, o magari comprarlo già pronto su Etsy o eBay, ma una qualità costruttiva come quella del Chromatic è difficilmente pareggiabile.
Cosa che si riflette inevitabilmente anche sul prezzo, che sfiora i 200€.
Design e costruzione extra-lusso
Se non fosse chiaro che Chromatic è indirizzato a vecchi nostalgici, ModRetro lo rende esplicito già dalla confezione. In totale controtendenza con lo stile più moderno e asciutto di altri dispositivi tecnologici, Chromatic è in una scatola molto più vivace, giocosa e che chiaramente ricorda i quaderni di scuola, tra scarabocchi, adesivi e post-it. Lo stesso nome della console, con le lettere tonde e gommosette, sembra più adatto a una scatola di pennarelli colorati che non a un pezzo di tecnologia.
Lo stesso discorso vale per il design della console, a partire dai colori scelti. Palmer Luckey non ha mai nascosto di essere un fanatico dei Pokémon e per il suo tributo al Game Boy Color ha deciso di omaggiare i mostriciattoli di Nintendo con delle varianti cromatiche palesemente ispirate a Pikachu e agli starter della prima generazione: l'arancione "Inferno" che abbiamo in redazione è doppiamente "ganzo", non solo è il colore di Charmander (a mani basse il migliore degli starter), ma anche quello di Multiplayer.it!
Avere una selezione di colori così varia (la prima edizione ne ha ben sette) è una delle tante decisioni un po' azzardate dietro al Chromatic: il rischio è di trovarsi con delle versioni più popolari di altre, avere degli invenduti o diluire l'identità del dispositivo anziché spingere su uno o due colori identitari (pensate al giallo del Playdate, al viola del GameCube e il blu e rosso di Nintendo Switch). Eppure anche in questo caso l'obiettivo era replicare la pletora di varianti del vecchio Game Boy Color, che già nel 1998 venne lanciato in diverse colorazioni.
È però tenendo il Chromatic tra le mani che ci si rende conto di come ModRetro abbia preso ogni singolo aspetto del Game Boy Color e abbia deciso di potenziarlo al massimo. In certi casi anche con scelte eccessive e che sembrano fatte più per spacconeria che per una questione di funzionalità. Un esempio è la scocca della console: non solo si è preferito il metallo alla più economica plastica, ma anziché optare per una scocca in alluminio - che già sarebbe bastata a dare una sensazione di console premium - si è addirittura scelto di produrla in lega di magnesio. Più robusto e resistente ai graffi, non c'è dubbio, ma anche più costoso e più difficile da lavorare.
Discorso simile vale per lo schermo: nessuno avrebbe avuto da ridire se Chromatic avesse avuto una delle ultime versioni di Gorilla Glass, ma anche in questo caso ModRetro è voluta andare oltre e installare uno schermo in vetro zaffiro, più resistente e completamente laminato per limitare riflessi. E i pulsanti? Ovviamente in plastica PBT, per non farsi mancare niente.
Le scelte costruttive di Chromatic e i materiali utilizzati sono talmente avanti che fanno sembrare ancora più anacronistiche alcune decisioni più conservative. Un esempio emblematico è la necessità di utilizzare tre batterie AA invece di una batteria ricaricabile: sostituire tre pile stilo contribuisce al fattore nostalgia, ma per ModRetro serve anche ad assicurare che la console superi la prova del tempo. Le batterie dei dispositivi moderni non durano per sempre, e spesso non è nemmeno facile sostituirle o trovare batterie compatibili. Se tenuti bene, i vecchi Game Boy possono essere ancora utilizzati dopo 35 anni, e la speranza di Luckey e compagni è che con il Chromatic si potrà fare la stessa cosa. Portarsi dietro batterie AA di riserva o ricaricarle al volo non è comodissimo, quindi per fortuna nei prossimi mesi verranno comunque messi in vendita dei battery pack ricaricabili via USB-C.
Inoltre al momento manca qualsiasi tipo di supporto a Bluetooth e Wi-Fi, magari per collegare cuffie wireless, scaricare aggiornamenti o giocare in multiplayer senza cavo. Smontando la console si scopre che all'interno c'è un modulo per questo tipo di connessioni, ma non è chiaro se ModRetro abbia cambiato idea in corsa o se verrà attivato attraverso futuri aggiornamenti del firmware.
Scheda tecnica e funzionalità
- Schermo: 2.5" 160x144
- Dimensioni: 13.2 x 7.6 x 3cm
- Peso: 175g
- Connettività: Game Link Cable, USB-C, Wired (3.5mm audio jack)
- Compatibilità: Cartucce Game Boy, Game Boy Color, Chromatic
- Alimentazione: x3 batterie AA
- Sistema operativo: OS Proprietario
- Prezzo: 193,95€
Tutto del ModRetro Chromatic è pensato per replicare in maniera autentica le specifiche dell'originale Game Boy Color. Questo vuol dire che è presente un ingresso per il Cavo Link, con cui collegare assieme più console (magari per una sfida a Tetris o per scambiare i Pokémon), un sensore IR per i giochi che lo supportano, un ingresso per le cuffie e una rotella laterale per controllare il volume. C'è un ingresso USB-C ma al momento è usato unicamente per gli aggiornamenti del firmware e per inviare un segnale video al PC (magari per registrare gameplay con OBS).
Le tre batterie per ModRetro dovrebbero durare fino a 24 ore, ma è una stima a cui ci si può avvicinare solo con batterie più performanti (es. Energizer Ultimate) e con la luminosità dello schermo al minimo. Con delle batterie ricaricabili Amazon Basics e un livello di luminosità al 50%, a stento si arriva a sette-otto ore.
Display
Se Chromatic si fa notare ancora prima di accendere la console, non meno interessante è il lavoro fatto con il display da 2.56". E, come per il resto, bisogna essere davvero impallinati per poterlo apprezzare. Quasi tutti i dispositivi portatili hanno schermi con una risoluzione alta o con un formato che si adatta più o meno decentemente all'aspect ratio delle diverse console. La filosofia di ModRetro è che non si possano avere entrambe le cose: o si fa un dispositivo che sia versatile e che emuli più hardware, oppure si cerca di replicare alla perfezione una singola console.
Il Chromatic segue la seconda strada e così, anziché optare per degli schermi già disponibili sul mercato, si è deciso di produrre dei display personalizzati con una risoluzione di 160x144, esattamente quella del vecchio Game Boy. C'è una precisione totale a livello dei subpixel e addirittura lo spazio scuro visibile tra i singoli pixel - assente nei moderni LCD - è stato ricreato a livello hardware e non tramite filtri software. Se ci pensate, è quasi paradossale lo sforzo e il costo di realizzare uno schermo del genere per replicare le imperfezioni e i limiti tecnici di un display che al tempo era già obsoleto e oggi è preistorico. E per ottenere risultati che in molti, a occhio nudo, faranno fatica a notare (o comunque non hanno interesse a farlo).
Mettendo Chromatic e Analogue Pocket uno accanto all'altro, la differenza non si nota tanto nella fedeltà dei pixel (Analogue Pocket ha un display da 1600x1440 pixel, quindi precisamente dieci volte in più rispetto alla risoluzione originale) quanto nelle tonalità dei colori. E qui si aprirebbe un capitolo a parte, visto che le variabili in gioco sono davvero troppe e oggi per qualcuno esterno a Nintendo è impossibile dire con certezza quale sia il colore "corretto": dalla retroilluminazione dello schermo alla luce ambientale della stanza, passando per l'usura del display negli anni e sotto al sole. Accendete oggi il vostro vecchio Game Boy Color con Pokémon Oro e state certi che i colori saranno leggermente diversi da quelli che vedevate 15 anni fa mentre ci giocavate in spiaggia.
In un post su Reddit, Palmer Luckey ha spiegato il tipo di ricerca minuziosa fatta dal team di ModRetro:
"Come punto di riferimento sono stati presi diversi Game Boy Color giapponesi, sigillati e conservati in un ambiente a temperatura controllata. La temperatura colore scelta è stata la più vicina possibile alla luce solare che si ha a mezzogiorno e in estate a Kyoto, in Giappone. È lì che il dispositivo è stato sviluppato e dove molti, se non la maggior parte, dei titoli first-party sono stati creati e testati".
Si può discutere di quanto di tutto questo lavoro contribuisca davvero a un'esperienza autentica e quanto invece siano chiacchiere da marketing, ma di nuovo, è un livello di attenzione e precisione che dimostrano come Chromatic sia un dispositivo per una nicchia di una nicchia (di una nicchia...) di appassionati.
Software
Premendo un tasto sul lato del Chromatic si può accedere a un'interfaccia con delle opzioni software, ma il tutto è molto limitato. Si può controllare il livello della batteria residua o impostare una correzione colore per quando si collega la console a schermi esterni via USB-C. Alcune cose sono poi del tutto superflue, come la possibilità di mettere la console in modalità silenzioso (basta abbassare la rotellina del volume) o una pagina che spiega qual è il tasto A e qual è il tasto B (è letteralmente scritto accanto ai due pulsanti). Visto che Chromatic, come il Game Boy Color originale, permette di cambiare le colorazioni dello schermo all'avvio di un gioco, sarebbe stato più utile inserire delle opzioni a riguardo o anche solo un elenco delle combinazioni di tasti per attivare il rispettivo colore.
Tetris by ModRetro
Esattamente come il primissimo Game Boy, anche Chromatic viene venduto assieme a una copia di Tetris contenuta nella confezione. Si tratta di una versione completamente nuova realizzata da ModRetro e The Tetris Company appositamente per il lancio del Chromatic e - per il momento - è esclusiva per questa console. Talmente esclusiva che l'unico modo per ottenerla legalmente è acquistando la console, visto che al momento non viene venduta separatamente.
Ed è un peccato, perché si tratta di una delle migliori edizioni di Tetris che abbiamo mai giocato, unendo l'essenzialità, il feeling retro e gli aspetti migliori della versione per Game Boy ad alcune meccaniche più moderne, come la possibilità di mettere da parte un tetramino o di atterrare immediatamente premendo il tasto su.
In parallelo al lancio di Chromatic, ModRetro sta anche collaborando con diversi sviluppatori per pubblicare dei giochi compatibili con la console (e che quindi possono essere giocati anche sui vecchi Game Boy o su altre piattaforme come Analogue Pocket).
Alcuni di questi sono riproposizioni di vecchi giochi già usciti all'epoca e ammodernati, come Toki Tori; altri sono titoli per Game Boy completamente nuovi, come il corposo gioco di ruolo Dragonhym o il dungeon crawler Traumatarium Penitent. Tutti vengono venduti in confezioni retro con tanto di manuale, e di qualcuno è anche disponibile su Itch.io una demo scaricabile (per chi volesse provarla prima dell'acquisto).
Una console per smanettoni
Essendo realizzato da smanettoni con un passato da modder del Game Boy, Chromatic è pensato per essere "hacker-friendly" e open-source (l'hardware è basato sul progetto MiSTer). Sul sito ufficiale ModRetro ha condiviso delle guide per disassemblare facilmente la console, condividendo i file CAD di scocca, tasti e cartucce, così come la documentazione sulla console e sul firmware. A differenza del Game Boy originale, non c'è nemmeno bisogno di usare un saldatore per scollegare e collegare alcune componenti, ma considerata la scarsa quantità di console prodotte è improbabile che si crei una vivace community di modding attorno al Chromatic.
Esperienza d'uso
Maneggiare una console che ha un look così giocattoloso, ma dei materiali di qualità così alta è una sensazione strana e conflittuale: sembra un oggetto pensato per dei bambini, eppure è l'ultima cosa che comprereste a un bambino; dopo un po' di tempo passato col Chromatic, si comincia a guardare le altre console in maniera diversa. Come sarebbe Steam Deck se fosse fatto allo stesso modo? Pesante, quello è sicuro.
Grandezza dei tasti, distanza tra i pulsanti e il feeling quando li si preme: tutto sembra al suo posto. Il 'clic' rumoroso dei tasti A e B dà parecchia soddisfazione, ma scordatevi di giocarci quando siete in compagnia e non volete disturbare chi vi sta accanto. A proposito di rumore, lo speaker di per sé è nitido e ha un buon volume, ed essendo posizionato sul lato inferiore della console è più difficile da coprire con il palmo della mano.
Un appunto particolare va invece fatto alla scocca in metallo: se da un lato è estremamente gradevole da impugnare e dà la sensazione di un prodotto di alta qualità, è anche vero che il magnesio è un metallo con un'alta conducibilità termica. Se si tiene la console in ambienti a basse temperature (come una stanza particolarmente fredda in inverno), quando la si prende in mano risulterà fredda al tatto: non è un grosso problema, visto che basta poco a riscaldarla col calore delle mani, ma in giornate estive e molto calde probabilmente sarebbe meglio evitare di lasciarla al sole.
Per chi è cresciuto a pane e Game Boy, l'esperienza di giocare a Super Mario Land, Link's Awakening e Pokémon Oro con un Chromatic è quanto di più vicino ci possa essere a farlo con un Game Boy Color. A parte la qualità costruttiva e i materiali costosi con cui è realizzato, riesce a ricreare un'esperienza per i puristi del Game Boy, nel bene e nel male. Se cambiare batterie stilo di tanto in tanto non è un grosso problema, pesa molto di più l'impossibilità di ibernare la console o di creare dei salvataggi rapidi come su Analogue Pocket, sebbene anche queste potrebbero essere funzioni aggiunte con future versioni del firmware.
L'alternativa più economica
Chi è in cerca di un'alternativa un po' più economica a Chromatic e Analogue Pocket, e vuole qualcosa di più autentico di una retro console basata su emulatori software, ha due opzioni. La prima è ovviamente quella di ricorrere a un originale Game Boy Color già modificato, con un buon display retroilluminato e magari qualche piccolo extra (battery pack, uno speaker migliore...); potreste anche decidere di acquistare il kit necessario e modificare il vostro vecchio Game Boy come progetto personale. L'altra opzione si chiama FP-GBC ed è un clone del Game Boy Color basato su un chip FPGA e anche in questo caso compatibile con le cartucce fisiche: viene venduto già assemblato o in kit da montare da soli (il procedimento è semplice e si risparmia qualcosa in più) e anche se la differenza coi dispositivi più costosi si percepisce, è anche vero che costa la metà.
Conclusioni
Multiplayer.it
6.5
Ancora più del Playdate, Chromatic è una console che sembra non avere alcun senso dal punto di vista commerciale. E Palmer Luckey ne è più che consapevole: "Lo sto facendo per me, non ha senso economicamente e so che sto perdendo soldi", ha detto a più riprese. ModRetro ha sicuramente raggiunto l'obiettivo di creare il Game Boy Color definitivo, ed è davvero improbabile che arriverà qualcun altro a fare la stessa cosa nei prossimi anni. Non con questi materiali e questa precisione.
In un mondo in cui esiste l'Analogue Pocket a un prezzo quasi identico, non consiglieremmo mai Chromatic a un amico. A meno che quell'amico non appartenga a una cerchia estremamente precisa di appassionati del Game Boy Color: quelli più nostalgici, feticisti e altospendenti, che hanno adorato talmente tanto la portatile Nintendo da volersi togliere lo sfizio di infilare le loro cartucce in quella che è la versione definitiva di quella specifica console. Senza però essere così integralisti da voler giocare a tutti i costi sull'hardware originale o, al massimo, su una versione modificata.
Nonostante si rivolga a una nicchia assai specifica (o magari proprio per quello), nel momento in cui stiamo per pubblicare questa recensione, la prima edizione di Chromatic è andata completamente esaurita e non è chiaro quanto ci vorrà prima che vengano messe in commercio nuove unità. Qualora questo dovesse succedere sarà anche interessante vedere se la prossima versione di Chromatic sarà identica a quella attuale o avrà delle migliorie in base ai feedback ricevuti, ma nel frattempo Luckey ha già confermato che hanno in lavorazione un nuovo hardware altrettanto assurdo e fuori scala. Forse sarà il momento di un Game Boy Advance in platino?
PRO
- Materiali di altissima qualità lo rendono un piacere da giocare
- Ottimo il lavoro fatto sullo schermo
CONTRO
- Niente sleep mode né salvataggi rapidi
- A chi dovrebbe essere indirizzato?