Esattamente due estati fa provammo per voi Ooblets, un titolo molto curioso e allora disponibile esclusivamente su PC, peraltro in early access. Forte di una direzione artistica immediatamente riconoscibile (e a nostro giudizio anche particolarmente efficace) la produzione targata Glumberland attingeva a piene mani da serie come Pokémon e Animal Crossing - più avanti capirete in che modo, nonostante l'apparente natura inconciliabile delle due - cercando di trovare però una propria strada, il più possibile originale.
Due anni sono tanti e, anche se non garantiscono a priori migliorie o contenuti inediti, hanno fatto sentire il proprio preso anche in questo caso: abbiamo potuto trascorrere moltissime ore in compagnia di un prodotto certo più solido rispetto al passato, pur se qualche dubbio permane anche ora che si è praticamente in procinto della pubblicazione.
La recensione di Ooblets che segue cercherà di chiarire tutti i vostri dubbi.
Trama: vita sull’isola
La premessa narrativa di Ooblets è probabilmente la più abusata di sempre all'interno del genere dei simulatori di vita. Il nostro alter ego (creato da zero tramite un piccolo editor, ma in seguito nuovamente personalizzabile presso alcune strutture specifiche) arriva sull'isola di Oob per iniziare una nuova vita più tranquilla. Va da sé che tutti gli abitanti non vedranno l'ora d'invitarlo all'interno della piccola comunità locale, arrivando addirittura a regalargli una catapecchia nella quale potersi stabilire. Dove abbiamo già visto tutto questo? Oltre in tantissimi indie più o meno noti, certamente in un titolo dal quale Ooblets ha attinto a piene mani anche diverse altre meccaniche: pensiamo ovviamente ad Animal Crossing: New Horizons.
La struttura narrativa, rispetto alle controparti, è però sufficientemente solida, perché il nuovo arrivato avrà la possibilità di fare conoscenza con personaggi non solo diversi, ma anche occupati in attività specifiche, i quali avranno bisogno di una serie di favori mediante un rodato sistema d'incarichi che, anche se inizialmente è un po' dispersivo, dopo poche ore inizierà a ingranare, scandendo la routine giornaliera sull'isola.
Avanzando attraverso queste missioni secondarie e soprattutto completando quelle principali assegnate dal sindaco, il giocatore sbloccherà così nuove aree dell'isola, nuove funzionalità, nuove attività commerciali, in un circolo virtuoso costante.
Anche se una quarantina di ore dovrebbero bastare per permettere a chiunque di comprendere appieno quanto Ooblets abbia da offrire in termini strutturali, va da sé che un titolo come questo non presenta davvero dei titoli di coda veri e propri. Un po' come in Stardew Valley e nei vari Harvest Moon, si può semplicemente continuare a giocare per sempre, arricchendo sempre di più la propria collezione di mostriciattoli, trasformando la coltivazione dietro casa in un'attività a livello industriale e molto altro ancora. La storia, insomma, rappresenta solo una minima parte dell'offerta.
Gameplay: coltivare ortaggi o allevare mostriciattoli?
Le due anime di Ooblets consistono nei verbi all'infinito coltivare e allevare, tra l'altro anche in interazione tra loro. Indubbiamente trascorrerete la maggior parte del tempo nel creare nuove zolle di terreno adatte ai vostri semini, nel comprare questi ultimi dal negozio cittadino o nell'ottenerli dai personaggi secondari, nel piantarli, innaffiarli, accudirli amorevolmente per più giorni di seguito. La maturazione dipende dalla specie; inoltre il tempo di gioco non corrisponde 1:1 a quello reale, ma le 24 ore scorrono più o meno velocemente, a seconda di quanto rapidamente consumate la vostra energia e decidiate di correre a dormire nella vostra stanza. Il passaggio da un giorno a quello successivo è segnato dall'attribuzione di punti esperienza e oggetti di vario tipo, a seconda delle attività completate fino al momento del riposo.
Ovviamente coltivare significa guadagnare, perché i prodotti finiranno direttamente sul mercato locale. Ma non è tutto, perché anche le creature iconiche della produzione, gli Ooblet, nasceranno da vere e proprie piantine: ed è qui che il gameplay rimette assieme in sinergia tutti gli aspetti che singolarmente sembravano difficili da amalgamare. Gli Ooblet vivono liberamente sull'isola, alcuni in compagnia di esseri umani, altri allo stato brado (esattamente come i Pokémon). Sempre come nella serie di Game Freak al vostro arrivo potrete sceglierne uno in particolare che diventerà così il vostro amico del cuore, mentre gli altri saranno comunque accessibili in un secondo momento. Ora, l'elemento più originale dell'intera esperienza consiste nelle modalità di combattimento tra Ooblet diversi: abbracciando completamente la filosofia della non violenza, le creature si sfidano tra loro a passo di danza.
Qui l'avventura vera e propria cede il posto a un minigioco a base di carte e musica. Gli Ooblet iniziano a danzare all'interno di un'arena colorata, mentre a noi toccherà la scelta, un turno dopo l'altro, delle carte da giocare. Queste ultime consentono di aumentare il ritmo, attribuire potenziamenti di vario tipo, e soprattutto "segnare dei punti", che verranno accuratamente conteggiati in una barra ai lati dello schermo. Il primo Obleet che porterà al massimo questo indicatore vincerà automaticamente la partita; la creatura sconfitta verrà rimessa in libertà, ma regalerà al giocatore un semino da piantare nel campo dietro casa, dal quale nascerà una sua copia identica. L'idea è senza dubbio affascinante e funziona anche abbastanza bene, ma gli Ooblet non sono poi così tanti e compaiono in specie diverse ogni giorno. Inoltre, oltre agli ovvi fattori legati al collezionismo e alla personalizzazione, fanno semplicemente compagnia al giocatore, perché non reggono completamente sulle proprie spalle l'intero gameplay come nella serie Pokémon.
Complessivamente Ooblets resta un gioco piacevole e negli ultimi due anni gli sviluppatori hanno aggiunto nuovi contenuti oltre ad approntare le versioni console per Xbox One e Nintendo Switch. Per il primo aspetto abbiamo poco da obiettare, perché il titolo offre parecchie attività; tuttavia la versione per console Nintendo, oltre a rallentamenti a volte piuttosto evidenti e vari cali di frame rate soffre anche di tempi di caricamento davvero eccessivi, non solo all'avvio ma anche tra un'area e l'altra della città principale, per esempio nel passaggio dalla nostra abitazione alla piazza.
Conclusioni
Ooblets è un simulatore di vita che ha tenuto a modello due serie in particolare: Animal Crossing e Pokémon. Vi ritroverete così, nello stesso momento, a costruire, espandere e personalizzare la vostra nuova dimora; a coltivare piante, frutta e ortaggi da rivedere al mercato cittadino; a completare missioni principali e secondarie per i vari personaggi non giocanti di Oob; ma anche a trovare, sfidare e collezionare i mostriciattoli che danno il nome al titolo. I combattimenti veri e propri lasciano tuttavia il posto a divertenti sfide di danza mascherate da minigiochi a base di carte, meccanica non eccessivamente profonda ma comunque innovativa ed efficace. Se non fosse per i tempi di caricamento eccessivi e per un comparto tecnico generalmente carente (anche nel frame rate), Ooblets su Nintendo Switch avrebbe potuto ambire anche a mezzo voto in più. Vi consigliamo di tenerlo comunque d'occhio, a patto che mastichiate molto bene la lingua inglese, perché l'italiano è molto più raro del più raro degli Ooblet.
PRO
- Rilassante e longevo
- I combattimenti a base di danza sono interessanti
- Tante attività, sufficientemente diversificate
CONTRO
- Alla lunga monotono
- Le creature non sono poi moltissime
- La lingua inglese qui potrebbe rappresentare un vero ostacolo